Fase-2, entro il fine settimana il Governo renderà pubblico il piano post lockdown.
Niente riapertura totale, ma solo un allentamento delle misure restrittive. Questa sarebbe l’inidicazione emersa durante una giornata di continui vertici operativi. Nella videoconferenza di stamattina, presieduta dal premier Giuseppe Conte e alla presenza dei Ministri, la task force ha presentato al governo una relazione contenente le indicazioni per l’organizzazione della fase due, con particolare riguardo alla riapertura delle attività produttive.
Queste indicazioni, secondo quanto trapela da fonti vicine a Palazzo Chigi, sono state condivise nelle riunioni che Conte ha poi avuto prima con le parti sociali – Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Confapi, Confimi, ReteImprese, Alleanza Cooperative, Ance – e a seguire con la cabina di regia (Regioni e Enti locali).
Queste indicazioni, insieme a quelle che presenterà anche il Comitato tecnico-scientifico, rappresentano la base che il governo utilizzerà per definire il piano della fase due, che verrà annunciato entro la fine della settimana.
Questo piano, da fonti presenti oggi agli incontri, sembra prevedere una ripartenza sempre all’insegna della massima cautela, nella consapevolezza che si dovrà sempre tenere sotto controllo la curva epidemiologica e non farsi trovare impreparati in caso di una possibile risalita. Il piano prevede un allentamento delle misure restrittive, ma non uno stravolgimento. Sarà fondamentale, in questa fase, rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro già approvato nel marzo scorso e completare queste prescrizioni anche con riferimento alle attività del trasporto e della logistica.
Il blocco potrebbe terminare il 4 maggio ma la riapertura delle attività economiche, pur fatta in tutta la sicurezza, comporta inevitabilmente una «movimentazione di persone che comporta sicuramente un’occasione di contatto più significativa di quella attuale». Ma attendere oltre il paese a sostenere «costi economici e sociali insostenibili». Per questo, dovremo «tenere sotto controllo la curva per evitare che si risalga oltre una certa soglia e predisporre meccanismi predeterminati in modo che quando in una certa area i contagi risalgono si può intervenire sulla base di un piano nazionale predeterminato». È questo, secondo quanto si apprende da fonti presenti all’incontro, quando ha riferito Conte alle parti sociali. Nulla di già definito, si sta lavorando, precisa ancora a sindacati e imprese.
Non si tratterebbe, dunque, solo di estendere la cosiddetta lista Ateco in capo al ministero dello Sviluppo economico, «ma consentire a chi è nelle condizioni di farlo» di riaprire i battenti, l’idea che sarebbe stata avanzata, riferiscono fonti di governo, da Vittorio Colao. Secondo quanto è emerso l’avvio della fase 2 coinvolgerebbe tra i 2,7 e i 2,8 mln di lavoratori. Nel governo però c’è chi nutre diversi dubbi, riconoscendo le difficoltà nell’individuare chi sia realmente pronto a ripartire: «è un gran casino», riconosce uno dei ministri presenti alla riunione. Perché oltre a individuare i requisiti necessari – dagli spazi nei reparti, ad esempio, ai dispositivi di protezione individuale – c’è da considerare il braccio di ferro con i sindacati che una decisione di questo tipo potrebbe innescare. «Quelle sul tavolo sono solo ipotesi – afferma infatti la stessa fonte – al momento di certezze non ce ne sono». Intanto, sullo sfondo, resta il grande problema legato alle scuole chiuse. A chi lasceranno i propri figli i 2,8 milioni di lavoratori che dal 4 maggio torneranno ai loro posti di lavoro? Questo uno degli interrogativi a cui il governo dovrà dare una risposta.
Tanti i punti discussi, tra cui quello dell’utilizzo dei mezzi pubblici nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, l’aggiornamento del protocollo di sicurezza con i sindacati del marzo scorso, la questione della disponibilità e del prezzo dei dispositivi di protezione, su tutto le mascherine. Alla riunione hanno partecipato diversi ministri, tra cui Francesco Boccia, Roberto Speranza, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Teresa Bellanova, Nunzia Catalfo, Paola De Micheli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Da Palazzo Chigi con Conte è collegato anche il commissario Domenico Arcuri, mentre dalla protezione civile, insieme a Boccia, ha seguito la riunione anche Angelo Borrelli. Collegati anche alcuni rappresentanti del comitato tecnico scientifico tra cui Silvio Brusaferro.
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