Facciamo trovare a Gesù la nostra casa personale (quella del cuore e dell’anima) completamente in ordine, pulita (da una buona confessione) e permettiamo all’Amore di Amare. Auguri di cuore da tutti noi con questa piccola raccolta di riflessioni e poesie sul Santo Natale.
Vorrei proporvi una piccola riflessione con le parole del Papa Emerito Benedetto XVI, al quale va un pensiero ed una preghiera, insieme a Papa FRANCESCO, a tutta la Chiesa ed anche a chi non crede e non avrà l’opportunità in questo santo giorno, di rimettersi “in cammino” con paglia e stalla.
I Magi avevano un’idea generica di cosa, o meglio chi, li avrebbe attesi una volta arrivati sul posto. I pastori neanche quella. Ma i sapienti intuirono leggendo il cielo, e ai semplici venne comunicato da un messaggero del cielo, che un’attesa era finita, che qualcosa stava cominciando, che un tempo nuovo era all’inizio. Duemila anni dopo verrebbe da dire che sorpresa e attesa non esistono più e la tentazione è di considerare quello indicato dalla stella uno stanco cammino verso una meta che non scalda più il cuore come la prima volta. Ma è una tentazione, appunto. Una trappola evitabile se – come ha ricordato qualche anno fa Benedetto XVI – il cristiano che pure sa cosa troverà a Betlemme vi si incammina con una sincera domanda nel cuore: “Ognuno di noi (…) in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna?” (Angelus, 28 novembre 2010)
Con queste domande si può sconfiggere la dubbio di pensare a un Natale nel quale non nasce nessuno per noi. “L’uomo – ha detto una volta il Papa – è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza”. Anzi “si potrebbe dire – ha soggiunto – che dalle sue attese l’uomo si riconosce”: “Mentre ci prepariamo al Natale, è importante che rientriamo in noi stessi e facciamo una verifica sincera sulla nostra vita. Lasciamoci illuminare da un raggio della luce che proviene da Betlemme, la luce di Colui che è ‘il più Grande’ e si è fatto piccolo, ‘il più Forte’ e si è fatto debole.” (Angelus 4 dicembre 2011) Un raggio della luce di Betlemme. Anche oggi il Natale accende una luce in chiunque crede che la Stella non si è spenta duemila anni fa, una volta che pastori e Magi hanno lasciato la stalla. La luce è rimasta accesa in quel Bambino attraverso il quale, ha affermato il Papa, Dio stesso…
Auguri di cuore amici, Dio vi benedica, nasca nella vostra casa e vi prenda fissa residenza!
Daniele Venturi, Presidente Associazione Nazionale Papaboys
UN PRESEPE DI CARTA di Vincenzo Riccio
Su un foglio bianco ho disegnato un cielo
con tante tante stelle.
Sotto le stelle ho disegnato un prato
con tanti pastori e tante pecorelle.
Giù più lontano attaccato al sole
ho colorato una piccola capanna
con una mucca, un asinello e tanta paglia gialla.
Poi ho scarabocchiato il viso di una mamma,
il bastone e la barba di un papà.
Sulla punta del cielo ho appeso una grande stella
che porta in braccio il sogno della carità.
Questo è il mio presepe.
Forse le pecore non sono tanto pecore,
i pastori non sono tali e quali,
ma questo è il mio presepe, il più bello che si possa fare,
almeno per me.
Manca solo vicino all’asinello
il disegno più bello, quello del Bambinello.
Questo lo voglio disegnare la notte di Natale
stringendo le mani di mamma e di papà
solo allora il mio presepe di carta
in un vero presepe si trasformerà.
NATALE di GianniRodari.
Se fossi il pastore
del presepio di cartone,
sai che legge farei
firmando con il lungo bastone?
Voglio che oggi non pianga
nel mondo nessun bambino,
che abbia lo stesso sorriso,
il bianco, il rosso, il moro e il giallino.
FILASTROCCA PER NATALE autore sconosciuto
Stanotte, a mezzanotte,
è nato un bel bambino,
bianco, rosso e…
tutto ricciolino.
Maria lavava,
Giuseppe stendeva
e il bimbo piangeva
dal freddo che aveva.
Non pianger, mio figlio,
che adesso ti piglio,
ti lavo, ti vesto,
la pappa ti do.
La neve scendeva,
scendeva,
scendeva dal cielo,
Maria col suo velo
copriva Gesù.
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