Fedeli al Papa. I Papaboys

Non voglio dilungarmi questa sera in troppi ricordi di un giorno che – come pochi altri – resterà indelebile nella mia storia personale. Ed anche in quella dell’Associazione dei Papaboys che indegnamente rappresento. Pero’ vi propongo due riflessioni via ‘facebook’, quella di Loredana Corrao, portavoce dei Papaboys e quella di Myriam, una sorellina che l’anno scorso aveva solamente 15 anni. Insieme ad un gruppo dei ragazzi e delle ragazze siamo stati fino all’ultimo istante al fianco di Benedetto XVI, ed in quell’ultimo ‘ufficiale’ saluto a Castel Gandolfo noi ci siamo impegnati con queste parole: “FEDELI AL PAPA” di Daniele Venturi

Scrive Loredana sul suo profilo facebook

…e un anno fa, le lacrime di Castelgandolfo… E per quanto si cercasse di leggere tutto nella logica di Dio, non si sapeva gestire quel dolore nuovo, del quale non si poteva sapere, né prevedere nulla. Quando sentimmo suonare le campane di Roma che salutavano il proprio e il nostro Vescovo e che di lì a qualche ora avrebbero annunciato la Sede Vacante, la sensazione fu di mutilazione, senza se e senza ma. Il cuore in gola si faceva spazio a cercare ossigeno in una valanga di interrogativi interiori e del mondo: domande, domande, quante domande.. come se i Papaboys vi potessero rispondere…
Le campane dei Castelli, poco dopo, accoglievano Papa Benedetto. E la voglia di travolgerlo di gioia e di tenerezza in un attimo mutò quella piazza, dalle lacrime alla festa. Era la festa del Grazie più grande della storia, quello per un Pontefice vivo e vegeto, che da Marta, diveniva Maria. La più grande testimonianza di tutti i tempi. Le sue parole altissime ed indimenticabili, suonavano con la bellezza delle promesse di Dio…
Le 20.00. La fine di un Pontificato unico nel suo splendore, senza precedenti. Eravamo smarriti, come ad Emmaus. Si sentiva solo il profumo della nostalgia… Le chitarre, però, non cedettero alla tentazione della solitudine, perché noi non eravamo orfani, né soli, perché il nostro Santo Padre era lì con noi, anzi di più, perché sarebbe rimasto per sempre link@to a noi con la sua preghiera… Cantammo fino a che speravamo potesse sentirci…
Quando rientrammo a Roma, la nostra Diocesi non era più la stessa e, forse, nemmeno il mondo… Avevamo promesso che non avremmo più pianto di dolore. Avevamo promesso che non avremmo dubitato neanche per un istante dell’azione dello Spirito Santo. Quante ore di Adorazione… Giorno e notte… Volevamo trovare la posizione giusta per orientarci al giusto Vento…
E dal cuore di Dio sgorgava, nuova, la speranza…

Scrive Myriam

Passavo per San Pietro, pochi giorni fa e mi sono fermata vicino al colonnato del palazzo del Papa, dove un anno fa una noi ragazzi del Papa, “una banda di matti per Gesù”, cantava a squarciagola per far sentire un matto gesto d’amore a Benedetto XVI.. “resta qui con noi, il sole scende gia, se tu sei fra noi la notte non verrà..” “resta con noi Benedetto, noi restiamo con te” sì, volevamo che sentisse che noi, i ragazzi del Papa, lo accompagnavamo comunque! Dove Dio lo voleva condurre!

Ricordo la Fede che mai ci ha permesso di vacillare nella ferma convinzione dell’opera Dio su Lui e sulla sua decisione di lasciare per amore di Cristo e della Chiesa .. esempio toccante di indiscutibile umiltà.. Ricordo lo striscione “fedeli al Papa”! Fedeli al Papa fino all’ultimo momento! Fino all’ultimo istante, fino a che le finestre di Castel Gandolfo non si sono chiuse, noi stavamo li. Benedetto doveva sentire che noi c’eravamo! Che anche se il mondo lo aveva molto spesso criticato, offeso, calunniato, come del resto ci insegna il nostro Maestro, “se il mondo ha odiato me, odierà anche voi”, noi lo accompagnavamo. Volevamo fargli sentire la nostra mano che in Cristo stringeva la sua e così come potevamo accompagnarlo dove Lui lo voleva condurre! Volevamo fargli sentire la nostra preghiera, unica vera arma e miglior “telefono” che esista! Difatti avevamo fatto non so quanto ore di Adorazione proprio perché il Signore sempre gli facesse sentire la nostra continua presenza e preghiera per sostenerlo!

Del resto come ha detto Benedetto, che si è sempre sentito come nella barca di Simone con i discepoli e Gesù. Con belle pesche e venti a favore, ma pure con tempeste mentre il Maestro dormiva, bhe noi volevamo che sentisse una “forte ciurma”, una ciurma che chiama con lui il Maestro sì, ma non si perde d’animo e di Fede perché sa che Gesù guida la barca della Chiesa!
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