Chi esercita il perdono deve saper reagire con fermezza e coraggio, ponendo le premesse per la vittoria del bene: il perdono blocca la spirale perversa dell’odio, anche perché innalza uno sbarramento etico, che impedisce al rancore di straripare e di inondare rovinosamente la personalità, nostra e altrui”.
Lo ha detto stasera a L’Aquila l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, durante la messa di chiusura della Porta Santa di Collemaggio in occasione della 720ª Perdonanza Celestiniana.
“Inoltre – prosegue mons. Petrocchi – il perdono rafforza le condizioni positive per operare saggiamente e con esiti favorevoli per tutti: come è noto, infatti, chi fa il bene, sta bene e fa star bene. Dunque, sono beati non solo quelli che vivono santamente, ma sono da ritenersi fortunati pure i compagni di viaggio di tutte le persone buone”. L’arcivescovo ha ricordato che “per aprirsi al dono della Perdonanza si deve anzitutto accogliere la luce del vangelo, che ci consente di essere illuminati dalla Verità: su Dio, su noi stessi e sugli altri”. “Il Signore – conclude – è un padre pieno di amore, che ci vuole pienamente realizzati, cioè capaci di essere amati, di amarci e di amare”.
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