Ricorre oggi la memoria liturgica di San Giovanni Bosco, sacerdote, fondatore dei Salesiani e maestro dei giovani. La memoria liturgica ha un carattere particolare quest’anno in cui si festeggia il bicentenario della nascita del Santo: l’intera famiglia salesiana si ritrova infatti per la prima volta nel rione torinese di Valdocco in cui sorge la Casa madre. Quale l’attualità di don Bosco? Paolo Ondarza lo ha chiesto a don Angel Fernandez Artime, rettore maggiore dei Salesiani:
Don Bosco, dono per la Chiesa in uscita
R. – Crediamo che don Bosco veramente sia un dono di Dio per tutta la Chiesa, per il mondo. Noi famiglia salesiana nel mondo oggi rinnoviamo il nostro impegno per i giovani e per le ragazze e i ragazzi, specialmente quelli più bisognosi. Devo dire che qualcosa di speciale e storico avrà luogo qui oggi a Valdocco: infatti, ci troviamo qui tutti e 30 i gruppi della famiglia salesiana, di tutte le Congregazioni di questo grande albero, da tutte le parti del mondo. E ci troviamo per essere vicini a don Bosco per la prima volta nella storia. Lui ha fondato 4 gruppi, oggi siamo 30, e questa è una realtà bella, ma allo stesso tempo è un grande impegno e una sfida per noi come famiglia salesiana, in una Chiesa “in uscita”, come chiede Papa Francesco.
Rimanere fedeli a don Bosco, sfida per i Salesiani
D. – Come vive la famiglia salesiana questo bicentenario? E’ tempo di guardare a mete future, a guardare a quello che si è costruito finora…
R. – La grande sfida e la più bella realizzazione di questo bicentenario sarà per noi una grande fedeltà a don Bosco, al Signore Gesù in don Bosco.
Don Bosco, un santo per i giovani di oggi
D. – Don Bosco, maestro dei giovani: cosa viene a dire questa dimensione pedagogica ai nostri tempi caratterizzati da un’emergenza educativa?
D. – Don Bosco e il carisma salesiano hanno una grande attualità, perché i giovani saranno sempre nel mondo. E’ certo che i giovani non sono gli stessi di oggi, ma allo stesso tempo sono gli stessi, perché il cuore del giovane è lo stesso: quando un giovane vede che abbiamo fiducia in lui, quando un giovane si sente veramente voluto bene, il cuore del giovane è aperto a tutto ciò che di buono gli si può offrire. Per questo, crediamo che don Bosco sia di grande attualità nel suo avvicinare i giovani a Dio e volere la loro felicità.
Don Bosco, esempio di educazione rispettosa dei giovani in un’epoca minacciata da sperimentazione educativa
D. – La scuola insieme alla famiglia è chiamata ad accompagnare, a guidare il giovane nella crescita e nel processo di evoluzione affettiva. In proposito, il Papa recentemente ha messo in guardia da ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Ha detto: i giovani, i bambini non sono cavie da laboratorio. Cosa dice don Bosco in merito?
R. – Quando don Bosco dice che vuole che i suoi giovani possano essere onesti cittadini e buoni cristiani parla di un’educazione veramente integrale. Noi crediamo che la scuola, l’educazione, siano una grande opportunità per educare l’uomo e la donna pienamente, con un’apertura al senso di Dio e con una umanità profonda. La scuola insegna ad avere uno sguardo veramente di fraternità con gli altri, di giustizia. Questo è compito, prima della famiglia, ma poi anche della scuola. Noi siamo convinti che questa sia una grande opportunità.
Per la società l’educazione è una risosrsa: l’assenza dell’educazione è un pericolo per una nazione, un Paese.
I Salesiani chiamati a trasformare il cuore in fedeltà a don Bosco
D. – Dunque, il suo augurio alla famiglia salesiana per quest’anno?
R. – Essere oggi altri don Bosco. Certo che in tutto il mondo oggi ci sono tanti eventi, tante cose bellissime. Ma veramente ciò che conta è, come ho detto, questa fedeltà a don Bosco e quella trasformazione del cuore in ciascuno di noi.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana