Si terrà domani (martedì 14 marzo) la festa della Facoltà, dedicata al patrono san Bonaventura di cui ricorre quest’anno l’ottavo centenario della nascita, e nell’occasione sarà esposta per la prima volta al Seraphicum una reliquia “ex ossibus” del santo, biografo di Francesco di Assisi, ministro dell’Ordine francescano e teologo.
Il programma dei festeggiamenti prevede, alle ore 9.30, la celebrazione eucaristica nella cappella “San Bonaventura” presieduta da p. Teofil Petrişor, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali della Romania. Al termine il rinfresco e quindi, alle ore 11, il saluto e introduzione del preside p. Dinh Anh Nhue Nguyen (OFMConv) sul tema “La ricerca teologica nella Facoltà San Bonaventura”.
Seguiranno gli interventi di p. Pietro Maranesi (OFMCap) su “Il Verbum inspiratum in Bonaventura: tra cristologia e pneumatologia” e di p. Orlando Todisco (OFMConv) che parlerà de “Il Verbo l’artista del Padre. Attualità della prospettiva di San Bonaventura”.
La festa della Facoltà è il primo dei momenti che il Seraphicum dedica al suo patrono e che, nei mesi prossimi, vedrà un appuntamento per divulgare l’attualità del pensiero bonaventuriano, un convegno congiunto con la Gregoriana e l’Antonianum e un supplemento del mensile San Bonaventura informa con interventi di docenti e studiosi.
La festa sarà animata dall’ accompagnamento musicale degli studenti della Facoltà e, nell’ occasione, sarà possibile visitare la mostra “Uomo dove vai” di Vincenza Spiridione, studentessa del Seraphicum.
La mostra, visitabile dall’11 al 19 marzo, con orario 9-20 e ad ingresso libero, propone le opere dell’ultimo progetto pittorico dell’artista ed alcuni tra i bronzi più significativi in tema. Un progetto animato dal desiderio di invitare alla riflessione sul dramma delle migrazioni dai Paesi del sud del mondo, spesso in guerra, affinché prevalga la cultura dell’accoglienza, la protezione degli esseri umani dallo sfruttamento e dalla violenza, promuovendo la cultura dell’integrazione sociale a beneficio della giustizia e della pace.
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Fonte: www.Avvenire.it