Il giorno più importante per gli irsinesi è oggi, il 16 settembre, data in cui è avvenuto il dies natalis di Sant’Eufemia ed in cui è consuetudine ad Irsina lo svolgersi del corteo delle autorità civili e militari assieme al Comitato Feste del paese dal centro sino alla Cattedrale, ove avviene la consegna all’Arcivescovo di Matera – Irsina, Mons. Salvatore Ligorio, delle chiavi della città. L’emozionante e rappresentativo momento dalla consegna di tali chiavi dalle mani dell’Arcivescovo alla custode della città, Sant’Eufemia, ha luogo davanti al sagrato della chiesa, alla presenza di numerosi pellegrini, mentre per le vie del paese è solita poi seguire una lunga processione, nel corso della quale gli stessi fedeli portano a spalla l’immagine di Sant’Eufemia, la reliquia del suo braccio e l’icona di Maria SS., ivi venerata con il titolo di Madre della Divina Provvidenza.
La festa patronale di Sant’Eufemia di Irsina si svolge tra sacro e profano.
In primo luogo, viene quindi naturale chiedersi chi fosse Sant’Eufemia. Il nome Eufemia proviene dal greco e significa “colei che parla bene”. Dalle fonti e dal Martirologio Romano apprendiamo che Eufemia è una giovane martire venerata come santa sia dalla Chiesa Cattolica che dalla Chiesa Ortodossa. Nata a Bitinia, in Calcedonia, la fanciulla fu arrestata all’età di soli 15 anni assieme ad altri 49 cristiani durante le persecuzioni di Diocleziano (II sec. d.C.) e, rifiutatasi di immolare una vittima sacrificale in onore di una divinità pagana fu dapprima sottoposta a tortura, ma nonostante questo rimase fedele ai suoi ideali spirituali rifiutandosi per l’ennesima volta di compiere l’olocausto. Il 16 settembre del 303 venne pertanto gettata nell’arena di Calcedonia e lasciata in pasto ai leoni. La tradizione afferma che essi la uccisero, ma azzannatale la sola mano destra, le bestie rifiutarono di divorare il resto del corpo.
Si presume che le spoglie mortali di Sant’Eufemia siano state più volte trafugate. Quando nel 726 d.C. l’Imperatore Leone III Isaurico emanò l’editto secondo cui dovevano essere tolte dai templi cristiani le immagini e le reliquie dei santi, dando così avvio alla lotta all’iconoclastia, il corpo di Sant’Eufemia fu quindi gettato in mare, ove fu rinvenuto da due naviganti che decisero di affidarlo al vescovo dell’isola greca di Lemno. Nel 1300 le reliquie della martire furono nuovamente trafugate e portate a Venezia, ma i rovignesi si appropriarono delle sue spoglie, le quali dal 1725 riposano nella Basilica a lei dedicata.
Ad Irsina il culto di Sant’Eufemia si è arricchito e consolidato negli anni, e solenni sono i festeggiamenti in suo onore.
La statua conservata nella Cattedrale di Irsina è stata realizzata da Andrea Mantegna, autorevole artista del Rinascimento. La sua attribuzione è stata scoperta dalla direttrice della Pinacoteca di Bari, Clara Gelao, e successivamente confermata con un ampio studio del 2003. Tale statua di Santa Eufemia è stata esposta anche nel Museo del Louvre in occasione della mostra del 2008, allestita in onore dell’artista Andrea Mantegna. Servizio di Maddalena Mazzone
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