Ci sono varie vie per arrivare a fare centro nell’amore. C’è chi parte dall’attrazione, chi da interessi in comune e chi, come Francesco e Laura per fede e solo per fede. Questa storia ha toccato l’apice dell’amore sprigionando i cuoricini solo alla fine…
«Sulla tua parola getterò le reti…» Questa è la parola che ha accompagnato e guidato i nostri cammini prima che ci fidanzassimo (e continua tuttora!). Siamo Francesco e Laura, amici da una vita ma niente di più. E sì che ci avevo provato, con Laura! Ma niente, non c’era verso. Lei non ne voleva sapere e anch’io mi ero fossilizzato in questo rapporto che… esisteva solo nella mia testa. A Laura non piacevo, mi considerava solo un amico e non era minimamente attratta da me.
Questa cosa è andata avanti per circa dieci anni, in cui io avevo esperienze con altre ragazze e periodicamente tornavo da Laura; lei nel frattempo cercava disperatamente un ragazzo ma senza successo. Finché il Signore ha ascoltato i nostri gridi d’angoscia (il tempo passava, gli anni avanzavano…), ha permesso che toccassimo il fondo e poi, con la delicatezza di cui solo Lui è capace, ha iniziato a intervenire nella nostra vita, piano piano, senza farci violenza…
Laura sentiva il bisogno di uscire da questa situazione dinubilato forzato (chiamiamolo così…), che unito alla mancanza di un lavoro l’aveva portata a credere che la sua vita non avesse più senso: per questo decise, dopo tante resistenze, di iniziare un cammino con un padre spirituale e soprattutto di partecipare, quasi per caso, al corso Vocazionale ad Assisi .
Il corso fu un salutare shock: in treno all’andata un ragazzo le aveva detto che ci sarebbe stato un prima e un dopo il corso… e così è stato. Laura iniziò a prendere coscienza che Dio aveva un progetto su di lei (anche se non sapeva ancora quale) e cominciò a frequentarLo quotidianamente. Nei momenti di maggior difficoltà o sofferenza si aggrappava alle parole che le erano state dette ad Assisi: la sua vita era preziosa, lei valeva, Dio l’amava. Sembra scontato, ma troppo spesso non capiamo a fondo la portata di queste verità.
Io nel frattempo continuavo il cammino col mio padre spirituale, che mi invitava a lasciare spazio al Signore, a stare al Suo gioco: ma io niente, avevo il cuore duro e sceglievo inevitabilmente di continuare a lamentarmi, invece di fidarmi. Così, di lamento in lamento, giorno dopo giorno, anche in me si insinuava quel tarlo che diceva: “Sei un fallito!” (pure il lavoro non andava per niente bene…).
Laura decise anche di andare al corso Fidanzati, sempre ad Assisi: al contrario del precedente, lo visse con un senso di delusione, perché il non aver mai “fatto centro nell’amore” la fece sentire ancor più fallita. Ma Dio ha tratto il meglio pure da questa situazione “di morte”, attraverso un piccolo accenno di padre Giovanni al fidanzamento per fede, cioé —dopo un attento discernimento— l’atto di scegliere tra amici che avessero le caratteristiche “giuste” (fede, maturità umana, ecc.) la persona con cui iniziare un fidanzamento, a prescindere dall’attrazione fisica.
Una cosa da folli, pensò Laura (… avendo in mente me).
Tornando da Assisi, però, una ragazza in treno le parlò proprio del fidanzamento per fede, prestandole il libro Chiamati all’amore chiamati alla gioia di Mimmo e Cinzia Armiento, in cui raccontavano la loro esperienza: Laura, riluttante, si propose di leggerlo senza pregiudizi nel viaggio in Terra Santa che avrebbe fatto dopo pochi giorni.
Io dal canto mio cercavo di uscire da questa empasse: riprovarci o no con Laura? Chiesi a un caro amico che pregasse per la mia vocazione al matrimonio, perché il Signore mi facesse capire qual era la donna che aveva pensato per me. Mi invitò a casa sua, e durante una lunga passeggiata mi consigliò di fare esperienza della Provvidenza, come lui tante volte aveva fatto. Per la mia storia significava abbassare tutte le difese, pregare e poi propormi un’ultima volta a Laura, accettando la volontà di Dio, qualunque essa fosse. Mi sentivo di non avere una fede sufficiente a fare questa cosa, ma anche il mio padre spirituale mi diede un ultimatum e così iniziai piano piano a pregarci su.
Era il 7 aprile 2014, decisi che mi sarei dichiarato a Laura l’8 giugno, giorno di Pentecoste, affidandomi allo Spirito Santo. Più o meno nello stesso giorno di aprile, il Signore parlò a Laura nel Getsemani, attraverso un brano del Vangelo di Luca:
Ma sulla tua parola getterò le reti Lc5,5
“Ma qual è questa parola? —si chiese Laura tra le lacrime—Cosa vuole il Signore da me? Forse che ci provi con Francesco, anche se sento questa possibilità come una tortura?”. Laura infatti ogni sera leggeva il famoso libro, e non poteva non pensare a me, il “candidato” più adatto: ma questo pensiero la faceva soffrire parecchio, perché rifiutava con tutte le forze l’idea di fidanzarsi con me. Decise che al ritorno ne avrebbe parlato a fondo col suo padre spirituale, perché questo pensiero le lacerava il cuore e le impediva di vivere la nostra amicizia in modo sereno.
Io nel frattempo, ignaro di tutto questo, continuavo a pregare… chiedendo la grazia non tanto di avere un sì, quanto di accogliere con gioia la volontà di Dio, qualunque essa fosse. L’incontro di Laura col padre spirituale non le dette risposte certe, ma le fece prendere la decisione di accantonare la questione per sempre: non sarebbe stata certo lei a fare il primo passo! Ma anche lei era ignara di quel che stavo vivendo io…
Arrivò il fatidico 8 giugno: Laura sapeva che doveva tenersi libera un’ora nel pomeriggio per me. Non sospettava nulla delle mie reali intenzioni, anzi, stanca morta dopo un’uscita scout voleva mettere in chiaro per l’ennesima volta che le mie attenzioni la opprimevano e che voleva essere lasciata più libera. Con questi presupposti salì nella mia macchina. La destinazione non era quella che Laura aveva immaginato: giunti nel posto, mi vide scendere con una Bibbia piena di post-it e si inquietò. La domanda infine giunse come il proverbiale fulmine a ciel sereno: “Vogliamo provare a stare assieme almeno per tre mesi?”. I peggiori incubi di Laura si erano materializzati: passò un’ora di pianti, urla e insulti, che non riporteremo (ma a pensarci ora ci viene da sorridere…).
Anche se l’istinto di Laura era quello di scappare, alla fine, intuendo che Qualcuno ci aveva messo lo zampino e che c’era una Parola (forse quella di Luca?) che andava seguita, con la morte nel cuore accettò. In tutto questo, io avevo invece una pace nel cuore che non poteva venire da me: il Signore aveva ascoltato le mie preghiere, questa era la Sua volontà e io, nonostante gli insulti e tutto il resto, volevo “starci dentro”.
La prima settimana per Laura fu un inferno, ma presto il Signore“trasformò il lamento in danza”, come dice il salmo 30: Laura prese la decisione di “starci” e, come era accaduto a Mimmo Armiento, tutto piano piano cambiò, compresa l’attrazione fisica verso di me. I suoi blocchi affettivi si sciolsero a poco a poco, mentre io pregavo ogni giorno Dio di farmi strumento del Suo Amore per Laura. Traete voi le vostre conclusioni: noi possiamo solo cantare il nostro Magnificat e gridare che Dio è grande!
I tre mesi sono passati … e per la cronaca il 14 maggio 2016 ci sposiamo.
Francesco e Laura
Redazione Papaboys (Fonte 5p2p.it)
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