TESTIMONIANZE DI FEDE – Terra di Maria, in soli 3 mesi ha superato i 60.000 spettatori, raggiungendo 100 città. Il film è già stato proiettato in diversi cinema italiani ed anche all’estero.
Il 12 settembre 2014, presso il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, è avvenuta la messa in onda del nuovo film del regista spagnolo Juan Manuel Cotelo, trasmesso e presentato in anteprima esclusiva dal titolo “Terra di Maria”. Una richiesta del regista stesso, quella di mettere subito l’uscita del film, sotto la protezione della Vergine Maria.
A parlare di tutto questo è stato Francesco Travisi, insegnante di musica, incaricato di occuparsi della distribuzione del film in Italia.
L’obiettivo del film è quello di far conoscere Maria in quanto Madre dell’umanità, a tutti coloro che si sentono nella condizione di orfani, con tale film, il regista cerca di portare Dio nelle sale cinematografiche
Terra di Maria, il soli 3 mesi ha superato i 60.000 spettatori, raggiungendo 100 città. Il film è già stato proiettato in diversi cinema italiani ed anche all’estero.
A seguire l’intervista.
Terra di Maria, qual è la trama del film?
Il film inizia con una trama da detective, ovvero vi è un investigatore privato che sarebbe interpretato dallo stesso regista, che veste i panni di uno James Bond moderno, a cui viene affidato un incarico: indagare se questi cosiddetti cristiani, che da 2000 anni ripetono certe cose all’intera umanità, siano degli illusi oppure se ciò che dicono sia vero.
Se non ci fosse nulla di vero, continueremo a vivere come abbiamo fatto fin adesso (anche se le cose non vanno bene) se invece fosse vero, che le ricette di Dio funzionano “perché non si può cambiare quello che c’è da cambiare?” diceva l’investigatore.
Il regista, da detective diventa l’avvocato del diavolo, e si mette a girare per il mondo interrogando persone reali e non attori, che grazie a questa donna chiamata Maria, hanno avuto un cambio di rotta nella loro vita.
Tra le varie persone reali nel film, vediamo la storia di un medico abortista, che dopo un esperienza mistica a Guadalupe, ha cambiato completamente vita. Adesso invece di abortire bambini, li fa nascere in una clinica in Virginia. Poi vi è la storia di una modella che dopo una vita di vizi, ed anche lei ha commesso un aborto, ha cambiato vita creando un associazione di donne in difficoltà con la gravidanza. La storia di Padre Francisco che in mezzo alla selva ha creato un centro di accoglienza dove si pratica la cristo-terapia.
Il regista, in quanto interprete dell’avvocato del diavolo, pone a queste persone domande scomode come per esempio, al medico abortista chiede: “tu che hai ucciso migliaia di bambini ancora prima che nascessero, sei così sicuro che la Misericordia di Dio, ti abbia perdonato?”.
L’obiettivo del film non è quello di dare una risposta, ma la risposta deve essere data dallo spettatore stesso, che leggendo la gioia e gli sguardi in coloro che danno la loro testimonianza, può effettivamente dire se è vero o si tratta di una finzione.
Il regista è un uomo molto cattolico; qual è stata la motivazione che lo ha spinto a realizzare un film su questa tematica?
Lui è cresciuto in Spagna, in una famiglia cattolica e adesso tra di noi c’è un rapporto di amicizia. Lui mi ha sempre detto che, ha vissuto normalmente le realtà della fede cattolica, andando a messa, confessandosi, sposandosi in chiesa, battezzando le figlie, ma prima di oggi non aveva mai fatto quel salto di qualità cioè vivere non parlando semplicemente di Dio , ma con Dio ed in Dio che è diverso.
Lui come penso tutti noi, ha tanti amici che non credono in Dio, ed ha voluto realizzare questo film per comunicare sia ai suoi amici non credenti ma anche a noi credenti (che a volte ce lo dimentichiamo), che non siamo orfani cioè che ognuno di noi non solo ha una madre biologica, ma ha anche una Madre Celeste che spesso e volentieri ci dimentichiamo di avere.
La finalità del film è quella di far scoprire a tutti quanti che abbiamo una mamma e si chiama Maria, che è vissuta 2000 anni fa, ma che è ancora viva oggi, come è vivo suo figlio Gesù e come è vivo il Padre di suo figlio che sappiamo essere Dio.
Il regista è stato spinto da questa motivazione ovvero farci dimenticare quella sensazione che porta a pensare a molti di essere orfani, e farci riscoprire il senso e la bellezza di essere figli, che è quello che dovremmo tenere sempre presente in tutto quello che facciamo nella vita.
In che modo verrà distribuito il film?
La casa di produzione del film in Spagna si chiama Infinito+1, ed è una produzione piccola composta dal regista, dalla moglie e da un ex alunno della scuola di cinema del regista che è “un tutto fare”.
Essendo così piccola, le risorse economiche purtroppo non ci sono. Di conseguenza hanno adottato la stessa modalità che adotteremo noi in Italia, cioè farsì che le persone visitando il sito www.terradimaria.it possano richiedere personalmente, compilando una sorta di formulario, di vedere nella loro città il film “Terra di Maria”.
Ma questo non è sufficiente perché non deve essere soltanto una persona, ma più richieste, di varie persone, dalla stessa città e in questo modo sarà più facile presentarsi ad una sala cinematografica della medesima città. Ad oggi, abbiamo contato più di 8.000 richieste in tutta Italia, un gran numero considerando che il film viene pubblicizzato soltanto tramite facebook e il sito web.
L’invito che rivolgo a tutti coloro che decideranno di vedere il film, è quello di andare sul sito www.terradimaria.it e cliccare sulla sezione che dice “Vuoi vederlo? Chiedilo”.
Speriamo di poter nuovamente approdare in Sicilia.
Com’è nata la tua collaborazione dall’Italia, con questo regista spagnolo e questa troupe di attori spagnoli?
E’ nata in maniera inaspettata, una mia amica di Firenze, un giorno mi chiamò al telefono dicendomi che aveva visto su facebook, dei commenti che purtroppo ci ritroviamo a leggere a nostro mal grado, era un commento contro il Papa che diceva che se l’anello del Papa venisse venduto, risolleverebbe le sorti del pianeta.
Una delle ragazze aveva scritto un commento dicendo “Invece di dire queste fesserie perché non vi guardate questo film?”. Sempre in questo commento vi era il link, del primo film realizzato dallo stesso regista Cotelo, “L’ultima cima”, un film che tratta della vita di un sacerdote spagnolo di Madrid, Don Pablo, che durante un escursione in montagna cade in un crepaccio, e muore.
Sulla base delle testimonianze che i parenti, gli amici, i compagni di seminario, fecero di lui un immagine di Santo moderno.
Poi, mi misi a cercare su internet questo film, se magari fosse uscito in Italia ma non lo trovai, però riuscii ad ordinare il dvd, e quando ci trovammo a vederlo insieme con la mia amica, rimanemmo folgorati entrambi, non solo dalla storia ma dal modo in cui è stata raccontata la storia.
Essendo mia mamma colombiana, mi venne spontaneo creare dei sotto titoli in italiano da regalare al regista per farsì che il film, venisse distribuito anche in Italia.
Dopo un mese e mezzo di lavoro, mandai questo file per posta elettronica al regista, che mi rispose dopo due giorni con testuali parole “ E’ esattamente il tipo di matti che stavo cercando, appartieni a questa categoria. Benvenuto nel gruppo”. Gli risposi che io non c’entravo niente col mondo del cinema e che avevo semplicemente deciso di regalargli quel file per farsì che lui potesse utilizzarlo in Italia, e lui mi rispose che voleva darmi carta bianca, per la diffusione del film in Italia, e che era meglio che non c’entrassi niente con questo ambiente, perché secondo lui sarei riuscito a fare molto di più, rispetto ad alcune grosse distribuzioni.
Da allora, ho cominciato a bussare a varie porte, tra cui quella di una giornalista nostra amica, Costanza Miriano, che dopo averle scritto una mail, ha pubblicato con molta disponibilità, questo mio appello sul suo blog. E dopo due giorni, mi scrissero un centinaio di persone che chiedevano il modo per riuscire a vedere il film nella propria parrocchia o nel cinema della propria città.
Oggi tutto questo, è diventato una vera e propria missione, e in questo percorso sono accompagnato da un amico, Giovanni Gori, che mi aiuta in tutto quello che riguarda la distribuzione.
Investiamo il nostro tempo, in questo progetto, tutti i giorni e con molta intensità.
A chi è destinata, la visione di questo film?
La finalità del regista, è quella di arrivare a quelle persone che non hanno mai saputo niente, di queste verità cristiane. A volte noi cattolici abbiamo un difetto, ci piace fare le cose come i primi cristiani, quando si nascondevano nelle catacombe, e rimanevano impauriti a parlarsi l’uno verso l’altro.
Il regista dice “Oramai le catacombe non vanno più di moda”. Dobbiamo uscire allo scoperto, e far sapere a tutti le verità e la bellezza della nostra fede cristiana.
Il messaggio di questo film è molto grande: tutti abbiamo una mamma, sia i cattolici che coloro i quali,si reputano non cattolici. Quindi il film è rivolto principalmente a coloro che tutt’oggi, non sanno di avere una mamma in cielo.
Proprio per questo motivo, ci stiamo rivolgendo principalmente, alle sale cinematografiche perché soprattutto in questi luoghi, c’è più probabilità di trovare persone che non abbiano mai sentito parlare di questa donna, piuttosto che in una parrocchia.
Bisogna andare allo scoperto dove c’è più bisogno, come ci insegna il nostro Papa Francesco “andare alle periferie dell’esistenza”.
Riteniamo che le periferie di oggi, siano anche i cinema perché sono diventati disumani, dove tutti accorrono, nessuno fa amicizia con il prossimo ma si consumano soltanto pop corn. Riteniamo che anche in un cinema, Dio ti possa parlare e possa parlare a chiunque sia ad un intellettuale che a una persona con la quinta elementare.
C’è un affermazione del regista che mi ha colpito molto. Lui ha dichiarato: “Leggendo la bibbia possiamo conoscere in modo intimo e personale quello che Dio vuole che noi facciamo, ognuno di noi”. Sei d’accordo?
Direi proprio di si. Le Sapienza di Dio è molto più forte di quanto gli studi psicologici e pedagogici possano fare e dire nella nostra epoca e in tutte le epoche.
Se Dio , come leggiamo nella Genesi, in principio era il Verbo e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, se ha dato importanza alla parola in questo caso mi riferisco alla Bibbia, non vedo perché non si debba seguire ancora oggi la parola con cui Dio ha scelto di comunicare con noi.
Intervista di Rita Sberna
Cara Rita grazie x quello che fai x far conoscere l’importanza della nella vita dell’uomo