Finisce il governo Napoletta…. E’ l’ora di Renzi

ROMA – Se non sbagliamo il tiro, è stato probabilmente individuato (questa è la notizia eventuale ndr) il successore di Napolitano alla Presidenza della Repubblica: potrebbe essere Mario Draghi, spinto dalle banche e da parte del Pd. Un nome sul quale le forze politiche sembrano aver trovato accordo. Come fare per permettere a Napolitano di far un elegante passo indietro senza cascare? Far dimettere Letta e, velocemente, spedire a casa tutti e due. Uno (etta) direttamente questo venerdì, l’altro (Napolitano) tra un breve periodo appena l’attività del nuovo esecutivo sarà tornata in funzione.

Giornata di svolta quindi, nella politica italiana. Ma solo svolta interna, poichè gli italiani non miglioreranno questa difficile situazione che stanno vivendo. La direzione del Partito Democratico ha approvato il documento che chiede una “fase nuova, con un nuovo esecutivo”. Il segretario del Pd Matteo Renzi, illustrando il suo programma ha indicato la strada di un nuovo governo fino al 2018. A seguito delle decisioni prese dal Partito Democratico, il premier Enrico Letta ha informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che domani si recherà al Quirinale per rassegnare le dimissioni.

«Non faremo processo al governo, ma se siamo in condizioni di aprire pagina nuova» ha detto il sindaco prendendo la parola in direzione. «Non si tratta di staffetta o non staffetta. Staffetta è quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo» ha aggiunto.

«La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino». Ma «ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria». Avrebbero un «valore purificatore» ma «in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese». «L’altra, quella di un nuovo governo, è una scelta azzardata ma può avere senso se hai il coraggio di dire alle realtà europee che l’obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente».

Redazione Papaboys

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