Cari amici, questo è un periodo particolarmente triste e doloroso per me e Immacolata… la nostra mamma ci ha lasciate! È successo d’improvviso, anche se la sua salute era sempre al limite ma i miei medici riuscivano sempre a rimetterla in sesto.
Fino all’ora di pranzo del 24 luglio andava tutto bene, è venuto a vederla nostro cugino Aldo, medico, e lei ha anche scherzato; l’ha trovata bene nonostante le sue condizioni doloranti. Dopo pranzo è improvvisamente precipitata, ha iniziato a respirare male e le ho fatto attaccare un po’ di ossigeno dalla mia bomboletta… io sono pratica e so che quando si respira male si va in tilt. Immacolata ha chiamato Ica che è “volata” a casa e hanno deciso di chiamare il 118.
Mentre era al pronto soccorso si è anche lamentata della “poca umanità” del personale di quel posto. L’hanno sballottata da una stanza all’altra senza prendere una decisione (forse una persona di una certa età può anche aspettare, perché sistemarla ad occupare un letto e sprecare un po’ di cure?). Forse ad una certa età è meglio affrettarsi a morire? Aveva ragione mamma sull’umanità!
Beh, hanno dovuto prendere in mano la situazione i miei medici della rianimazione che erano già allertati sul fatto che mamma era grave. Fino all’una del mattino l’hanno fatta girare da un reparto all’altro senza neanche attaccarle una flebo per idratarla.
Arrivata in rianimazione si sono impegnati tutti come fanno da sempre per cercare di salvare le persone dando tutto se stessi, ma mamma si era aggravata a tal punto che alla 4 del mattino l’hanno attaccata al respiratore. La mattina ha telefonato la mia Ica dicendo a Immacolata di andare che non ne aveva per molto.
Ho deciso che sarei andata anche io nonostante qualcuno fosse contrario e diceva che era meglio non andassi. Ho risposto “decisamente male” e ho detto che ognuno decideva per sé e comandava in casa sua! Ica ha avvisato in rianimazione che stavo arrivando ed è venuta a prendermi. Mi ha portato immediatamente nella cameretta dove avevano sistemato mamma e mi ha messo di fianco a lei.
Da quel momento ho iniziato a respirare con lei e piangevo più di una fontana sapendo che erano i suoi ultimi momenti. I miei infermieri mi asciugavano le lacrime e tentavano di consolarmi ma era inutile… non ci riusciva neanche Immacolata che era al mio fianco.
Ogni tanto chiedevo a Ica di leggermi i valori vitali di mamma che scendevano inesorabilmente e nello stesso tempo sgridavo mamma perché ci stava lasciando e le ricordavo i progetti che avevamo fatto insieme. Anzi, era lei la più entusiasta dei progetti che avevamo in programma e adesso ci lasciava da sole a realizzare tutto. Beh, dovevo sgridarla come è sempre stato il nostro rapporto, se avevamo qualcosa da dirci arrivavamo anche a litigare ma facevamo subito pace perché l’amore ci faceva superare qualsiasi diverbio. Continuavo a respirare insieme a lei accompagnandola nel suo ultimo viaggio. Vedevo che faticava a respirare anche col respiratore e cercavo di aiutarla con scarsi risultati. A un certo punto ha smesso di respirare e ho capito che era finita. Mi sono comunque girata verso Ica e le ho detto: “Non respira” come se lei potesse fare qualcosa ma era tutto inutile, ci aveva lasciate.
Io e Immacolata ci siamo abbracciate… Veramente Immacolata ha abbracciato me, per farci forza e da quel momento la nostra unione si è rafforzata ancora di più. A quel punto mi volevano portare via ma prima la volevo salutare e Immacolata mi ha avvicinato per toccarle la mano e ho voluto aspettare finché non fosse staccata da tutto… Era pronta e quella era l’ultima volta che la vedevo, poi l’avrei rivista solo col cuore.
Il giorno del funerale è stato un ulteriore tormento, ma Immacolata mi era sempre accanto a darmi coraggio ma io guardavo quella bara e non ho sentito mezza parola di quello che dicevano don Gaetano e don Peppino durante la funzione… Piangevo e basta, mentre Immacolata mi abbracciava e Ica mi asciugava le lacrime. I miei medici si erano raccomandati che a fine Messa non ricevessi l’assalto delle persone perché sarebbe stato troppo pesante per me, e a fine Messa sono voluta andare a fare un’ultima carezza a mamma ma quando Gino (uno dei miei infermieri preferiti) ha visto che le raccomandazioni di don Gaetano di lasciarmi in pace venivano ignorate, mi ha portato immediatamente fuori seguita da medici e infermieri preoccupati di vedermi in quello stato. Gino mi ha fermato sotto un albero per riprendere fiato e rilassarmi un po’. Appena i miei medici, Gino e Ica mi hanno visto più tranquilla mi hanno portato a casa.
Adesso rimaneva la cremazione ed essere sistemata insieme a babbo, ma io non avrei assistito, il mio ultimo saluto era il giorno del funerale.
Ero e sono adirata con mamma perché ci ha lasciato, ma continuo ad amarla infinitamente!
CIAO MAMMA… CI MANCHERAI MOLTISSIMO…
bacioni
Susanna
Redazione Papaboys (Fonte Tempi.it)