Per ottenere un intervento straordinario di Dio nelle vicende della nostra vita, sono necessari la preghiera, intesa come supplica, e lo spirito di fede. La prima esce spontanea dal cuore dell’afflitto, non sempre però è accompagnata dalla fiducia cieca che si deve riporre in un Padre buono a cui nulla è impossibile.
Gesù nel Vangelo è mosso ad agire per la fede che manifestavano in Lui quelli che gli chiedevano aiuto; è il caso del centurione, di fronte al quale il Maestro rimane “ammirato” (cf. Mt 8,5-13), di quelli che gli portano il paralitico steso su un letto (cf. Mt 9,2), della madre cananea, che chiede la liberazione della figlia tormentata dal demonio (cf. Mt 15,28).
Il Salvatore esige la fede da Giairo che lo prega di salvare la figlia che stava per morire (cf. Lc 8,50), attribuisce l’ottenuta grazia alla fede di chi ha supplicato, dicendo: «La tua fede ti ha salvato» (cf. Mt 9,22; Lc 7,50 e 17,19).
Padre Pio sapeva che Dio gli aveva riempito le mani di grazie da distribuire ai fratelli; una volta però disse con tristezza a Nina Campanile: «Il Signore sarebbe disposto a fare i miracoli, ma c’è mancanza di fede». Ha poi un sapore particolare un’annotazione del Santo a proposito della “mancanza di fede” nei sapienti; egli osserva che Dio, in certi ambienti, «non fa miracoli, per non rendere i dotti più responsabili» al momento in cui saranno giudicati nel tribunale divino. Vediamo altri casi di interventi miracolosi operati dal Signore per l’intercessione di padre Pio, che raccomanda, a chi si rivolge a lui, spirito di fede e preghiera insistente, continua. […].
Paola Donini di Cesenatico scese a San Giovanni Rotondo nel 1964. Sposata da anni, desiderava un figlio che tardava ad arrivare; ora veniva dal Padre, per ricevere una parola che le aprisse il cuore alla speranza. Non poteva trattenersi per il tempo che richiedeva la prenotazione (13-15 giorni), ma le sembrò che il Cielo le fosse propizio, offrendole un’occasione unica: una signora prenotata da oltre 10 giorni era stata richiamata in famiglia e le offriva il biglietto.
Dopo qualche giorno a Paola fu dato di confessarsi. Ma, appena aprì lo sportello, padre Pio le disse: «Va’ via, perché non hai fatto la fila».
Umiliata davanti a tutti, cominciò a provare un forte risentimento per il Padre. Il frate, che metteva ordine intorno al confessionale, si accorse della sua disperazione e le disse: «Signora, scrivete una letterina esprimendo i vostri desideri».
Lei non voleva accettare il consiglio. «Con tante lettere che riceve, leggerà proprio la mia!?», diceva. Poi si lasciò convincere, e consegnò al pietoso cappuccino un biglietto con la sua richiesta.
Rimase in attesa in chiesa ed avvertì una grande pace scendere nel cuore: il rancore verso il Santo sparì d’incanto. Nel pomeriggio il frate la vide ai piedi dell’altare della Madonna delle Grazie e le disse: «Padre Pio ha letto il suo scritto e mi ha detto: “Di’ a quella signora che abbia più fede ed otterrà la grazia”».
Paola ritornò rinfrancata a Cesenatico, ma il desiderio di parlare con quel santo uomo era troppo forte, per cui dopo qualche mese scese di nuovo a San Giovanni Rotondo. Fece la fila, pregò e finalmente, dopo essersi confessata, poté manifestare di persona il suo desiderio al Padre. «Vorrei avere un figlio, anche se ho adottato l’ultimo mio fratellino alla morte di mamma», gli disse.
Padre Pio: «Quello non c’entra. Avrai un figlio tuo, ma devi continuare ad avere fede. E riceverai la grazia».
Racconta la signora Donini: «Ritornata a Cesenatico mi sono messa a pregare. Gli anni passavano, ma io non perdevo la speranza di diventare mamma. Mi dicevo: se l’ha detto padre Pio, il figlio prima o poi verrà».
Ed il figlio arrivò dopo 18 anni di matrimonio.
Padre Marcellino IasenzaNiro,
“Il Padre”. San Pio da Pietrelcina, sacerdote carismatico, pp. 330-333