La presenza del Papa a Firenze, domani, non ha un valore solo religioso ma anche etico e civile”. Lo afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella, che, in preparazione all’arrivo di Francesco, ha organizzato quattro incontri aperti ai cittadini. Luca Collodi lo ha intervistato:
D. – Sindaco Nardella, Il Papa arriva a Firenze per unire l’intera città…
R. – Sì. Penso che questo fatto storico – perché dopo la visita di Giovanni Paolo II torna un Papa a Firenze – non possa essere letto solo come un evento religioso, ma un evento che interessa tutta la città intesa come grande comunità laica. Per questo sono convinto che il Papa non parli solo ai credenti, ai religiosi, ai cristiani cattolici, bensì a tutti, anche a coloro che non credono o che credono ad altre religioni.
D. – Quindi, per lei, si tratta di una visita religiosa ma anche laica ?
R. – Penso proprio di sì. Del resto, se vediamo le visite che il Papa ha fatto nel mondo, alle città – penso in particolare al suo viaggio negli Stati Uniti – la sua voce è stata ascoltata e ha riscosso interesse da parte di tutta l’opinione pubblica, non solo da parte dei fedeli. Questo Papa, grazie anche alla sua semplicità nella comunicazione e alla capacità di creare empatia con i cittadini, è – a mio avviso – la personalità oggi più ascoltata e riconosciuta al mondo. Anche perché pone dei temi, delle questioni, che sono al centro della vita dell’uomo, non soltanto al centro della religione cristiana cattolica.
D. – Sindaco Nardella, lei ha preparato la città all’incontro con il Papa sottolineando proprio la laicità della comunità fiorentina con una serie di incontri. In che modo ?
R. – Ovviamente, come sindaco, mi devo preoccupare degli aspetti organizzativi, logistici e di collaborare con la Diocesi e il Vaticano per quanto riguarda la sicurezza e le esigenze degli organizzatori. Tuttavia, ho pensato che l’occasione storica dell’incontro tra il Papa e Firenze – una delle città più importanti al mondo – non si possa ridurre solo alle informazioni o ai problemi della viabilità e del traffico, ma debba essere colta per tutta la forza e le potenzialità che ha. Penso quindi al significato, al valore, non solo religioso ma anche etico, civile che potrà avere questo incontro. Pe questo abbiamo organizzato quattro appuntamenti, consistenti in un dialogo tra un cattolico e un laico, su quei temi che sono al centro del titolo che il Convegno ecclesiale ha dato in occasione di questa visita del Papa, ovvero “il nuovo umanesimo”. Cosa significa oggi per un cittadino, per una città come Firenze parlare di nuovo umanesimo, partendo dai problemi concreti come l’ecologia, come l’integrazione culturale, come la pace, come la promozione della cultura e del pluralismo culturale …
D. – L’umanesimo vide il suo centro a Firenze: unì il divino e l’umano. Pensa che sia ancora attuale mettere Firenze al centro di un nuovo percorso umanista?
R. – Lo spero e penso che Firenze possa giocare ancora un ruolo fondamentale. Del resto, come ha detto lei, l’umanesimo è nato sull’onda di una crisi che ha portato a quel felice incontro tra il pensiero classico e la filosofia cristiana. Oggi noi viviamo la sensazione di essere di nuovo in un tunnel senza fondo: la crisi economica, i conflitti interreligiosi, il tema devastante dei migranti, le paure dei cittadini … Ma è proprio in questo momento che può diventare decisivo il dialogo tra la cultura e la religione, tra la cultura e la fede: proprio in questo momento la Chiesa globale può, con tutto il coraggio che è capace di esprimere, rimettere al centro la speranza, la pace e la comunità tra i popoli. Quindi, credo che parlare di “nuovo umanesimo” significa per la mia città, per Firenze, essere protagonisti di un nuovo processo, di un nuovo inizio – potremmo dire – che parta proprio dall’idea di ribaltare il concetto dell’umanesimo classico, secondo il quale l’uomo era al centro del mondo. Oggi è il mondo, la terra, al centro dei pensieri dell’uomo e mi riferisco – ad esempio – alla grande sfida del cambiamento climatico, a quello che Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si’” ha chiamato “la scelta dell’ecologia integrale”. Insomma, in questa situazione di grande crisi, io vedo quanto mai grandi opportunità.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
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