La foto di Eva Holland con i dei due figli piccoli, accanto alla bara del marito Mike Settles morto per overdose a 26 anni, ha fatto il giro del mondo. Ma più importanti della foto, credo, sono le parole con cui ha motivato il suo gesto estremo: “Se non decidi di guarire ogni singolo giorno, questo – cioè morire di droga – è l’unico modo per uscirne”. Non siamo al festival del macabro ma siamo in piena verità. Ci abitueremo anche a questo come ci siamo abituati a darci del tu tra sconosciuti, a sdoganare parolacce nel parlare quotidiano e a squartare per gioco intere popolazioni in un videogioco? Ci abitueremo alla morte fotografata su una spiaggia tra i profughi e nelle bare tra i parenti? Io non voglio perdermi la lezione di una donna che conosce l’amore della sua vita al liceo, se lo vede portare via per una dipendenza atroce come quella dall’eroina e reagisce con estrema forza: “So che molti saranno sconvolti dal fatto che io ne parli così apertamente. Ma nascondere i fatti non fa altro che ingigantirli. La dura, difficile verità è che l’eroina uccide. Forse pensi che non accadrà mai a te ma era quello che pensava anche Mike.”
Conosco poche madri che portano il figlio al pronto soccorso per vedere i feriti da incidente di motorino, gli ubriachi da sabato sera, o come sono i ragazzi non dopo il primo spinello ma all’ultimo buco.
Non so se è un buon metodo, ma Eva Holland lo sceglie e usa il linguaggio che i giovani preferiscono: un’immagine e un post sotto dove si dice che l’eroina uccide e che per questo è meglio non provare neppure le sue sorelline minori, visto che il marito aveva iniziato con degli analgesici.
Nel mondo della droga sbagliare una volte è sufficiente. Con Instagram e Facebook Eva dice che non controlliamo tutto, anzi quasi nulla, e poi il male è appiccicoso e fa inciampare di brutto.
E poi, la cosa più bella, che per vivere bisogna decidere di guarire ogni singolo giorno. Ogni singolo giorno. Quanto è vero questo. E vale per tutte le dipendenze, non solo per la droga. Un programma di riabilitazione, anche il più sofisticato e costoso fallisce sempre se non decidi di fare la piccola cosa che puoi fare. Fosse solo scendere dal letto, uscire di casa, e fare un passo che ti porta verso la vita. Perché il male grande è fatto di tanti mali piccoli. Come il bene. Che non è mai grande. Solo piccolo. Un piccolo gesto, un piccolo sorriso, un piccolo passo. Una piccola guarigione ogni singolo giorno.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da IlSussidiario.net