«Vengo fra voi in punta di piedi, come un novizio. Avrò bisogno di tempo per imparare a conoscere i vostri nomi, a riconoscere i vostri volti e le vostre voci, a visitare i luoghi in cui operate a servizio di Dio e dei fratelli». Il trentino fra Francesco Patton, eletto a 52 anni Custode di Terra Santa, si è presentato così lo scorso 6 giugno ai confratelli francescani, dopo l’ingresso a Gerusalemme dalla porta di Giaffa.
Ha confidato loro lo stupore per questa «nuova chiamata» e li ha abbracciati a uno a uno, nel gesto tipico dell’accoglienza di ogni comunità a un novizio. Ma è una «fraternità speciale» la Custodia di Terra Santa (comprende 258 frati presenti in Israele, nei territori dell’Autorità palestinese, Giordania, Egitto, Libano, Cipro, Siria e Rodi) e Patton affronta «questo ruolo delicato in una regione complessa», con trepidazione ma anche «con profonda fiducia»: «Credo fermamente che sia il Signore il nostro custode», ha commentato prima di pronunciare l’antica professione di fede, la mano sul libro dei Vangeli. «È Lui che ci conduce dentro le situazioni più impensabili e imprevedibili. È Lui che ha in mano tanto le nostre piccole vite come le sorti del mondo e della storia».
NELLA CITTÀ SANTA
Accolto dal nunzio apostolico Giuseppe Lazzarotto, dalla delegazione del Patriarcato latino e dai rappresentanti delle altre confessioni cristiane, fra Francesco era stato accompagnato con l’antico inno Lauda Ierusalem attraverso i vicoli della città vecchia fino alla chiesa francescana del Salvatore. Ad attenderlo c’era anche il predecessore, padre Pierbattista Pizzaballa, alla cui esperienza Patton ha detto di voler attingere ringraziandolo per il servizio reso in 12 anni «con zelo, competenza e senza risparmio di energie».
Prima di lasciare il convento di Trento, dove ha studiato negli anni di teologia e dove da 8 anni era superiore provinciale, fra Francesco ci ha spiegato: «In Terra Santa, dove l’anno prossimo si ricorderanno gli 800 anni di presenza francescana, la mia prima attenzione sarà proprio per i frati, perché con una buona animazione possano svolgere bene la loro opera di accoglienza dei pellegrini, di cura dei santuari, di animazione nelle scuole e nelle parrocchie. Ma ci sono anche i rapporti ecumenici e interreligiosi e qui la priorità sarà quella di saper essere costruttori di ponti, anche se qualcuno pensa che si possa costruire qualcosa soffiando sul fuoco». Si riferiva alla nota di preoccupazione, pubblicata appena il giorno dopo la sua nomina a seguito dell’attacco a uno dei conventi in Siria: «I nostri frati, quasi tutti di origine siriana, vogliono rimanere lì, in mezzo alla gente che viene accolta nei conventi. La loro presenza è coraggiosa», spiega ancora, «dopo i bombardamenti vanno sul posto per raccogliere documentazione e riavviare subito la ricostruzione».
L’ESEMPIO DEI MARTIRI
Fra Francesco viene da incarichi internazionali importanti nei frati Minori (è stato per due volte segretario del Capitolo generale) e la sua conoscenza della Terra Santa è favorita dall’opera prestata negli anni a Gerusalemme da vari confratelli trentini, due dei quali scomparsi recentemente: il biblista padre Virginio Ravanelli, considerato il papà dello Studio biblico francescano, e il geografo biblico padre Pietro Kaswalder, curatore del Museo archeologico e promotore di importanti restauri.
Il nuovo Custode, che il 7 giugno ha fatto il suo ingresso alla basilica del Santo Sepolcro, il 9 giugno a Betlemme e il 18 giugno a Nazareth, si è diplomato al liceo classico statale Prati di Trento: per i suoi coetanei, che s’incontrano ogni due mesi, è ancora un punto di riferimento. Viene da una famiglia generosa (un fratello maggiore, Giovanni, è pure francescano, docente di Teologia morale) ed è cresciuto nel sobborgo collinare trentino di Vigo Meano, fertile di viti e di vocazioni missionarie: «Devo ringraziare la “concorrenza”, ovvero i Cappuccini», spiega, «perché sono rimasto molto colpito dall’esempio dei miei due compaesani – fra Oreste Saltori e fra Francesco Bortolotti, mio cugino – che furono uccisi in missione in Mozambico nel lunedì di Pasqua del 1989 durante un assalto alla loro missione di Inhassunge negli anni della guerra civile. Un vero martirio. Da ragazzo sul loro esempio sognavo di andare in missione, ma la chiamata a partire mi arriva ora, a 52 anni».
IN ORIENTE COME FRANCESCO
Nella festa di congedo dai tanti amici della Famiglia francescana trentina, Patton ha ricordato l’incontro di Francesco col sultano («a tutti parlava di Gesù come di persona viva che dà senso pieno alla vita») e il modo del Serafico padre di considerare l’autorità: «È il servizio di lavare i piedi ai propri fratelli».
Ricercato predicatore, autorevole e cordiale nei rapporti umani, fra Francesco sarà favorito nell’intento di collaborare con le tante presenze religiose in Terra Santa dallo stile pacato e dalla formazione in Comunicazione sociale. Si è licenziato nella Pontificia università salesiana, da 20 anni è giornalista pubblicista, ma per evidenziare il valore dell’ascolto ricorre a un’antica citazione di san Bernardino: «Dio hatti dato due orecchie et una lingua, perché tu oda più che tu non parli». «Altrimenti», commenta fra Francesco alla radio diocesana Trentino inBlu, di cui è stato collaboratore, «rischiamo di dare risposte a domande che non sono state poste e non capire invece le risposte autentiche della gente».
PAROLA CHIAVE
CUSTODIA DI TERRA SANTA
La Custodia di Terra Santa è una “Provincia” (cioè una ripartizione amministrativa-territoriale) dell’ordine dei frati Minori francescani e comprende Israele, Palestina, Siria, Giordania, Libano, Cipro e l’isola greca di Rodi.
La sua fondazione risale al 1217 per volere dello stesso san Francesco. L’istituzione giuridica della Custodia risale al 1342 quando papa Clemente VI affidò ai frati Minori la rappresentanza della Santa Sede e della Chiesa universale in quelle terre, tuttora in vigore. Anche dopo la caduta in mano musulmana di San Giovanni d’Acri, ultima roccaforte dei crociati, i Francescani hanno continuato a garantire una presenza quasi ininterrotta in Terra Santa, contribuendo così a rendere possibile la restaurazione del Patriarcato latino (cioè della sede del vescovo cattolico) nel 1847. Dal 1557 la Custodia ha sede nel convento di San Salvatore in Gerusalemme. I compiti principali dei Francescani in Terra Santa sono la custodia di 49 luoghi legati alla narrazione biblica e alla vita stessa di Gesù (dove sorgono i principali santuari, tra i quali il Santo Sepolcro, la basilica della Natività di Betlemme e la chiesa dell’Annunciazione a Nazareth) e l’accoglienza dei pellegrini. La Custodia di Terra Santa si prende anche cura dell’esigua minoranza dei cristiani di rito latino che vivono in quei luoghi, occupandosi dell’assistenza pastorale, caritativa ed educativa. Tra i principali impegni vi è infine il fronte del dialogo ecumenico, con i cristiani greco-ortodossi, copti e armeni, e quello interreligioso con i musulmani e gli ebrei, che insieme costituiscono la maggioranza della popolazione. [P.R.]
IL PREDECESSORE
PADRE PIZZABALLA
Padre Patton raccoglie il testimone dal confratello padre Pierbattista Pizzaballa, il francescano che stupì tanti quando 12 anni fa venne nominato a soli 39 anni Custode di Terra Santa e protagonista durante il suo mandato di un instancabile lavoro di mediazione per il dialogo religioso, la pace e il rispetto dei diritti umani in un contesto incandescente quale quello del Medio Oriente. Padre Pizzaballa da Custode ha accolto a Gerusalemme due Pontefici: Benedetto XVI nel 2009 e Francesco nel 2014, quando avvenne l’incontro tra il successore di Pietro e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in memoria dello storico abbraccio di cinquant’anni prima tra Paolo VI e Atenagora. Pizzaballa è stato poi tra i registi dell’invito in Vaticano nel giugno 2014 per il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen e il presidente di Israele Shimon Peres, un incontro importante per la distensione dei rapporti politici nell’area. Lasciata la guida della Custodia, Pizzaballa si era reso disponibile a un nuovo incarico. «Sono un frate e quindi sono figlio dell’obbedienza. Da Custode ne ho esercitata tanta», aveva dichiarato in un video pubblicato su www.terrasanta.net.
«Ho trascorso 25 anni in Medio Oriente, metà della mia vita», ha aggiunto, «mi sto preparando a questo passaggio che non è semplice e richiede una preparazione». Il 24 giugno, accettando le dimissioni del patriarca Fouad Twal, Francesco lo ha nominato amministratore apostolico del patriarcato di Gerusalemme dei Latini. Sarà consacrato vescovo il 10 settembre nella cattedrale di Bergamo. [P.R.]
Redazione Papaboys (Fonte www.credere.it/Diego Andreatta)