Dal 27 giugno all’ 11 luglio mi sono recato in Rwanda per conoscere e vedere le necessità delle nostre sorelle clarisse rwandesi. Una realtà nata 38 anni fa con le prime sorelle inviate dal Protomonastero di santa Chiara di Assisi.
Mi raccontava madre Giuseppina che la costruzione del primo monastero è stata possibile grazie a una benefattrice italiana che ha pensato di sostenere la presenza della Chiesa in “terra di missione”. Così ha pensato alle clarisse, da poco erano arrivate in Rwanda, senza un monastero, ma solo con una piccola casa.
Così è stato costruito il monastero di Kamonyi, pensato per potere ospitare al massimo 20 monache, ma che il Signore ha così benedetto al punto da dovere costruire un altro piano. Attualmente a Kamonyi sono presenti 38 monache. Da quel monastero sono nate altre due presenze, in Rwanda, Musambira con 18 monache e Nyinawimana con solamente 6 monache, quest’ultimo ancora in costruzione, nella attesa che il buon Dio provveda per costruire la chiesa.
Oltre al Rwanda, le clarisse di Kamonyi hanno fondato un monastero in Burkina Faso. Sono in aiuto a numerosi conventi in Italia e a Gerusalemme.
Santa Chiara nella sua regola chiede alle monache, oltre alla preghiera, che si impegnino “applicandosi a lavori decorosi e di comune utilità, con fedeltà e devozione”. Il paese è povero e le persone che bussano al monastero sono tante, tutte vengono sempre accolte ed aiutate secondo la possibilità.
Una cosa che mi ha colpito è la creatività delle monache per sostenersi: dal cucito, all’agricoltura; dalla produzione del miele, del burro, alla vendita delle uova e del latte (ogni monastero ha almeno due mucche e diverse galline); facendo il pane o i “bignè” che comprano le persone per colazione; le candele… ecc…
Tutti lavori che permettono alle monache di sopravvivere. Questi non consentono, però, di sostenere le spese “straordinarie” come la riparazione del tetto del monastero di Musambira e la costruzione del monastero di Nyinawimana, ultimo dei tre monasteri Rwandesi.
Con le missioni ad Gentes dei frati minori di Umbria e Sardegna ci siamo impegnati, vedendo le necessità e il bene che la presenza delle clarisse compie nel posto, di sostenerle in quei “lavori straordinari” di cui hanno necessità.
Santa Chiara, sempre nella regola, chiede alle clarisse di pregare per i benefattori. Mi ha molto colpito che consegnando loro qualche offerta o regalo, che mi era stata consegnato mi hanno chiesto subito il nome del benefattore per ricordarlo e benedirlo.
Per chi sente di potere sostenere queste sorelle può rivolgersi al nostro segretariato, appena realizzati questi potremo impegnarci anche per altri. Il Signore vi benedica e vi ricompensi
Di Fra Marco per Assisiofm.it
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