Categorie: Caritas et Veritas

I Francescani di Assisi: vivere il Natale accanto agli ultimi

L’albero di Natale e accanto l’immagine di un povero con la scritta: “E’ nostro fratello”. Questa la copertina del numero speciale del mensile “San Francesco, patrono d’Italia” dei Francescani di Assisi. Pensando agli esclusi, agli ultimi, ma anche alle notizie di violenze e scandali politici, i Francescani invitano i lettori ad avere lo sguardo di Francesco sul mondo, come spiega al microfono di Paolo Ondarza il portavoce del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato:

R. – Vogliamo immettere nella società lo sguardo di Francesco che ci conduce a guardare con occhi nuovi le persone che incontriamo ma soprattutto a portare nell’orizzonte del nostro sguardo le persone che gli altri emarginano: i profughi, le persone in fuga, quelli che incontriamo sulle nostre strade…

D. – Questo senso di fraternità nasce dal ritrovarci uniti in un’unica umanità che è quella assunta da Cristo nel Natale…

R. – Certo. Ci sono due piccole porte dove per entrare bisogna chinarsi: la porta che conduce nella Chiesa della Natività e la porta che conduce nella Chiesa della Risurrezione, ad indicare che per assumere l’atteggiamento di Gesù abbiamo bisogno di chinarci, di abbassarci, di abbassarci sulla nostra umanità e sull’umanità altrui. E credo che il Natale si imponga all’uomo contemporaneo per dire: rifletti sulla tua umanità, assumi quell’umanità di Cristo e vedrai che riuscirai a comprendere e a salvarti e a salvarci.

D. – Quell’umanità di Cristo che San Francesco da sempre ha contemplato e che ha fatto oggetto di venerazione di fronte al Bambino appena nato…

R. – San Francesco è l’inventore del presepe. Quando la notte di Greccio, lui annunciava, proclamava il nome di Gesù, lui si leccava le labbra, ma perché? Perché aveva capito due cose sostanzialmente: questo Dio ogni giorno viene a noi, si umilia, e parla con noi. E la seconda cosa che aveva compreso è che contemplando il mistero del Natale noi contempliamo la scommessa di Dio sull’uomo, un Dio che crede nelle nostre possibilità, che crede nella nostra umanità, e tutto questo fa gioire San Francesco. Lo fa gioire così tanto che si inventa la prima messa in scena del presepe.

D.  – Di qui la vostra esortazione come Francescani agli uomini di buona volontà affinché riportino speranza a un mondo lacerato da violenze e scandali politici …

R. – Sì, invitando tutti ad  essere uomini coraggiosi, ritornare ad abitare la società con coraggio facendo della nostra vita non un atteggiamento di conquista ma di servizio.

D.  – Come si vivrà questo Natale ad Assisi e come partecipare?

R. – La notte di Natale presiederà la celebrazione il cardinale Nicora, delegato pontificio per le Basiliche papali, perché Assisi ha un profondo legame con il Papa e con la Santa Sede. Il giorno di Natale sono in programma diverse celebrazioni: quella del Custode alle 10.30, la Messa solenne in Cappella papale, e poi nel pomeriggio. Tutti coloro che vogliono seguirci lo possono fare collegandosi al nostro sito www.sanfrancesco.org dove trovano non solo le indicazioni per le celebrazioni eucaristiche, ma la possibilità di seguire in diretta alcune delle celebrazioni più importanti. E poi tutti coloro che vogliono inviare, in questi giorni così belli e importanti di preparazione al Natale, la loro preghiera a San Francesco, lo possono fare collegandosi con la webcam sulla tomba di San Francesco sempre all’indirizzo del nostro sito.

D. – In questo modo anche chi è impossibilitato a recarsi fisicamente ad Assisi potrà trovare Assisi a casa propria…

R. – Io dico: si può vivere un pellegrinaggio virtuale, da casa, da lontano in comunione con San Francesco.

Fonte. Radio Vaticana

 

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