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Francesco a clero e religiosi: siate profezia di pace nelle spirali di violenza. Il programma di oggi, 3 febbraio, LIVE TV

L’incontro del Papa con sacerdoti, diaconi e seminaristi, consacrate e consacrati della Repubblica Democratica del Congo avviene proprio nella Giornata mondiale della vita consacrata che la Chiesa celebra oggi, festa della Presentazione del Signore.

Francesco guarda alle sfide poste alla loro vocazione in una terra segnata da condizioni difficili e ne elenca tre: la mediocrità spirituale, la comodità mondana e la superficialità, dando alcuni suggerimenti per affrontarle.

Poco prima ha potuto ascoltare l’arcivescovo di Kinshasa, cardinale Ambongo e alcune testimonianze in un clima di gioia e di affetto. In attesa dell’arrivo del Papa i partecipanti all’incontro, fuori e dentro la Cattedrale Notre-Dame du Congo, hanno recitato insieme il Rosario.

Un segno delle promesse e dell’amore di Dio

Prendendo la parola, Francesco cita le consolanti parole di Isaia sulla fedeltà di Dio che, attraverso il profeta, promette: “Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa”. E’ dunque ciò che Dio opera, rivelandosi come il “Dio della compassione”, ed è anche ciò che chiede ai consacrati: “essere segno di questa promessa”, chiamati cioè a “servire il popolo come testimoni dell’amore di Dio”, a ungerlo “con l’olio della consolazione e della speranza” a “incoraggiare il cammino della comunità e accompagnarla nella fede” incontro a Gesù.

Ecco che cosa significa essere servitori del popolo: preti, suore, missionari che hanno sperimentato la gioia dell’incontro liberante con Gesù e la offrono agli altri. Ricordiamocelo: il sacerdozio e la vita consacrata diventano aridi se li viviamo per “servirci” del popolo invece che per “servirlo”. Non si tratta di un mestiere per guadagnare o avere una posizione sociale, e nemmeno per sistemare la famiglia di origine, ma è la missione di essere segni della presenza di Cristo, del suo amore incondizionato, del perdono con cui vuole riconciliarci, della compassione con cui vuole prendersi cura dei poveri.

Il programma di oggi, 3 febbraio, LIVE TV

ALLE ORE 08.20 Dalla sede della CENCO, a Kinshasa, RDC, Incontro di Papa Francesco con i Vescovi

ALLE ORE 10.05 Kinshasa, Cerimonia di Congedo

ALLE ORE 14.00 Giuba-Cerimonia di Benvenuto

ALLE ORE 15.50 Giuba-Incontro con le Autorità

L’opera di evangelizzazione in Repubblica Democratica del Congo si svolge “in condizioni spesso difficili e talvolta pericolose”.

Lo sottolinea il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, nell’incontro del Papa con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi presso la cattedrale “Notre Dame du Congo” . La presenza del Pontefice, sottolinea, riaccende i motivi di speranza e proietta nel futuro con “maggiore determinazione e dedizione”.

Testimoni di carità e giustizia in un mondo sfruttato

“Vivere l’impegno sacerdotale e religioso nel Congo di oggi comporta enormi sfide”, precisa il porporato che, tuttavia, si dice convinto dell’indefettibile attaccamento al Signore, della fedeltà ai valori evangelici e della gioia di servire e accompagnare il Popolo di Dio nella sua ricerca di una maggiore dignità come “garanzie di una vita sacerdotale e religiosa autentica e vera, gioiosa e appagante”.

Incontro di preghiera presso la Cattedrale di Kinshasa

La visita di Francesco porta uno slancio e una vitalità nuova alla missione della Chiesa nel Paese. Lo dice don Léonard Santedi rivolgendosi al Papa. È una visita, quella del Successore di Pietro, che incoraggia i sacerdoti a rispondere con zelo e spirito di sacrificio, generosità e sollecitudine alla chiamata del Signore nelle periferie esistenziali del mondo. Il sacerdote si fa portavoce del desiderio di essere “testimoni della giustizia in un mondo che affonda nella corruzione e nelle condanne arbitrarie” e che preferisce il tribalismo e le “cricche”.

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