I cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato. E’ quanto emerge dal Rapporto “Perseguitati e dimenticati”, redatto da “Aiuto alla Chiesa che soffre”, cui Papa Francesco ha inviato, tramite il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, un messaggio in cui apprezza gli sforzi di quanti mostrano al mondo la piaga della persecuzione e la sofferenza dei cristiani”. “
Il Santo Padre – continua il porporato – prega che chi ha l’autorità per farlo lotti diligentemente, non solo per sradicare la persecuzione e la discriminazione religiosa nella propria nazione, ma anche per cercare metodi più efficaci per promuovere la cooperazione internazionale al fine di sconfiggere queste offese contro la dignità umana e la libertà religiosa”. Infine, il Segretario di Stato Vaticano, riporta l’auspicio del Pontefice, il quale “spera che gli uomini e le donne di fede e di buona volontà possano mostrare sostegno ai fratelli e sorelle che soffrono in tutto il mondo, offrendo assistenza spirituale e materiale”. Sui contenuti del rapporto presentato ieri, il servizio di Elvira Ragosta:
Ventidue gli stati nel mondo in cui i cristiani subiscono gravi limitazioni alla propria libertà religiosa. Lo studio di “Aiuto alla Chiesa che soffre” sottolinea come il numero delle nazioni classificate come di estrema persecuzione sia aumentato dal 2013 al 2015, includendo Iraq, Siria, Nigeria e Sudan. Paesi, questi, segnati dall’estremismo islamico che – recita il Rapporto – si conferma una delle principali minacce della comunità cristiana. Particolarmente grave la situazione in Medio Oriente: in Iraq, dal Duemila a oggi, la popolazione cristiana è diminuita da un milione a meno di 300 mila e se la tendenza continuasse la comunità cristiana potrebbe estinguersi nei prossimi cinque anni. Costretti dai terroristi del sedicente Stato islamico a scegliere tra convertirsi e morire, oltre 120 mila cristiani iracheni sono fuggiti verso il Kurdistan iracheno. Sulle loro difficile condizione è intervenuto il patriarca di babilonia dei Caldei, Louis Raphael Sako:
R. – Vivono con tanta angoscia, ansia e poi aspettano, non sanno dove andare, dove cominciare una nuova vita, una nuova storia, se rimanere e fino a quando. C’è, dunque, una grande fatica psicologica. Anche i loro bambini, le scuole, le loro proprietà – hanno case, lavoro – tutto questo è precario. Non sanno…
D. – Cosa deve fare la comunità internazionale?
R. – Cacciare via l’Is e poi permettere a questa gente di ritornare a casa. Non c’è altro. E’ un’ingiustizia, ne hanno il diritto!
In Nigeria, invece, sono stati 100 mila i cristiani costretti alla fuga dalla violenza estremista di Boko Haram nella sola diocesi di Maiduguri, dove sono state distrutte 350 chiese.Contro la libertà dei cristiani anche altri fondamentalismi: in India numerosi gli attacchi ai cristiani da parte dei movimenti nazionalisti indù, mentre in Sri Lanka, nel solo 2013,105 chiese e cappelle sono state distrutte o chiuse per opera di estremisti buddisti. Attacchi che aumentano anche in Israele, unico Paese mediorientale in cui la popolazione cristiana è in crescita. Riguardo alla persecuzione ad opera di regimi autoritari e totalitaristi, il rapporto di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” stima che in Corea del Nord almeno il 10% dei circa 400 mila cristiani sia detenuto in campi di lavoro, dove subiscono torture e omicidi e sono per lo più cristiani i circa 3.000 detenuti nelle carceri eritree per motivi religiosi. Infine, in Cina nel solo 2014 i leader religiosi imprigionati sono stati quasi 500.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)