Anche lo stadio Meazza di San Siro a Milano, ultima tappa della visita di Papa Francesco, è gremito. Ogni ordine di posto e fila. Come tutti gli altri appuntamenti di questa giornata. Circa 80mila le persone presenti allo stadio, coloratissimo in ogni settore.
Sono cresimandi e cresimati, accompagnati da padrini, madrine, genitori ed educatori. Ufficialmente 78mila i ragazzi registrati all’evento: l’afflusso allo stadio è stato regolare fin dal primo pomeriggio: i cancelli hanno aperto alle 13.30 e dalle 14 è iniziata l’animazione con band degli oratori e interventi di Van De Sfroos e Giacomo Poretti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, che ha parlato della campagna “Cresciuto in oratorio”.
Grande festa allo Stadio San Siro di Milano per l’incontro del Papa con i ragazzi cresimati. Coreografie, musiche e danze suggestive, con i giovani protagonisti. Poi il dialogo, vivace, intenso, gioioso, con applausi, risate. Grande partecipazione di tutti.
Davide è un ragazzo che viene da Cornaredo. Domanda al Papa: “Ma a te, quando avevi la nostra età, che cosa ti ha aiutato a far crescere l’amicizia con Gesù?”.
Il Papa risponde: i nonni, giocare con gli amici, la parrocchia. I primi che mi hanno aiutato “sono stati i nonni. ‘Ma come, Padre, i nonni possono aiutare a far crescere l’amicizia con Gesù?’ … Sono vecchi … sono di un’altra epoca. I nonni non sanno usare il computer, non hanno il telefonino … i nonni, possono aiutarti a crescere nell’amicizia con Gesù?
Ragazzi: Sììì!!!
“E questa è stata la mia esperienza – ha detto il Papa – i nonni mi hanno parlato normalmente delle cose della vita. Un nonno era falegname e mi ha insegnato come con il lavoro Gesù ha imparato lo stesso mestiere e così, quando io guardavo il nonno, pensavo a Gesù. L’altro nonno mi diceva di non andare mai a letto senza dire una parola a Gesù, dire ‘buona notte’. La nonna mi ha insegnato a pregare – anche la mamma; l’altra nonna lo stesso … Ma, è importante questo: i nonni hanno saggezza della vita e loro con quella saggezza ci insegnano come essere più vicini a Gesù. A me lo hanno fatto. Primi, i nonni. Un consiglio: parlate con i nonni. Parlate, fate tutte le domande che volete. Ascoltate i nonni. E’ importante, in questo tempo, parlare con i nonni”.
“Poi – ha proseguito – mi ha aiutato tanto giocare con gli amici, perché giocare bene, giocare e sentire la gioia del gioco con gli amici, senza insultarci, e pensare che così giocava Gesù … Ma, vi domando: Gesù giocava, o no?
Ragazzi: Sììì!!!
Ma era Dio! Dio no, non può giocare … Giocava Gesù?
Ragazzi: Sììì!!!
“Sì – ha ripreso il Papa – Gesù giocava, e giocava con gli altri. E a noi fa bene giocare, con gli amici, perché quando il gioco è pulito, si impara a rispettare gli altri, si impara a fare la squadra in équipe, a lavorare tutti insieme. E questo ci unisce a Gesù”.
Poi è la volta di Monica e Alberto, genitori di tre ragazzi. Chiedono: come trasmettere ai nostri figli la bellezza della fede? A volte ci sembra così complicato poter parlare di queste cose senza diventare noiosi e banali o, peggio ancora, autoritari. Quali parole usare?
“Credo – risponde il Papa – che questa è una delle domande-chiave che tocca la nostra vita come genitori: la trasmissione della fede, e anche tocca la nostra vita come pastori e come educatori. La trasmissione della fede. E mi piacerebbe rivolgerla a voi. E vi invito a ricordare quali sono state le persone che hanno lasciato un’impronta nella vostra fede e che cosa di loro vi è rimasto più impresso. Quello che mi hanno domandato i bambini a me, io domando a voi. Quali le persone, le situazioni, le cose che vi hanno aiutato a crescere nella fede, la trasmissione della fede … Invito voi genitori a diventare con l’immaginazione per qualche minuto nuovamente figli e a ricordare le persone che vi hanno aiutato a credere. Chi mi ha aiutato, a me, a credere? Il padre, la madre, i nonni, una catechista, una zia, il parroco, un vicino, chissà… Tutti portiamo nella memoria, ma specialmente nel cuore qualcuno che ci ha aiutato a credere”.
“Adesso – prosegue il Papa – vi lancio una sfida. Un attimino di silenzio, e ognuno pensi: chi mi ha aiutato a credere? E io rispondo dalla mia parte, e per rispondere la verità devo tornare con il ricordo in Lombardia … [grande applauso] A me mi ha aiutato a credere, a crescere tanto nella fede, un sacerdote lodigiano, della diocesi di Lodi. Un bravo sacerdote che mi ha battezzato e poi durante tutta la mia vita, io andavo da lui; alcune volte più spesso, altre no … e mi ha accompagnato fino all’entrata al noviziato. E questo lo devo a voi lombardi: grazie! [applausi] E non mi dimentico mai di quel sacerdote: mai, mai! Era un apostolo del confessionale, un apostolo del confessionale. Misericordioso, buono, lavoratore … E così, mi ha aiutato a crescere. Ognuno ha pensato la persona? Io ho detto chi mi ha aiutato. E vi domanderete il perché di questo piccolo esercizio. I nostri figli ci guardano continuamente; anche se non ce ne rendiamo conto, loro ci osservano tutto il tempo e intanto apprendono. [applauso] «I bambini ci guardano»: i bambini ci guardano e questo è il titolo di un film di Vittorio De Sica del ’43. Cercatelo. Cercatelo. I bambini ci guardano. E fra parentesi, a me piacerebbe dire che quei film italiani del dopoguerra e un po’ in più, sono stati – generalmente – una vera catechesi di umanità. Chiudo la parentesi”.
“Ma i bambini – ha aggiunto – ci guardano, e voi non immaginate l’angoscia che sente un bambino quando i genitori litigano. Soffrono! [applauso] E quando i genitori si separano, il conto lo pagano loro. [applauso] Quando si porta un figlio al mondo, dovete avere coscienza di questo: noi prendiamo la responsabilità di far crescere nella fede questo bambino. Vi aiuterà tanto leggere l’Esortazione “Amoris Laetitia”, soprattutto i primi capitoli, sull’amore, il matrimonio, il quarto capitolo che è un capitolo-chiave. Ma non dimenticatevi: quando voi litigate, i bambini soffrono e non crescono nella fede. [applauso] I bambini conoscono le nostre gioie, le nostre tristezze e preoccupazioni. Riescono a captare tutto, si accorgono di tutto e, dato che sono molto, molto intuitivi, ricavano le loro conclusioni e i loro insegnamenti. Sanno quando facciamo loro delle trappole e quando no. Sanno. Sono furbissimi. Perciò, una delle prime cose che vi direi è: abbiate cura di loro, abbiate cura del loro cuore, della loro gioia, della loro speranza”.
“Gli occhietti dei vostri figli via via memorizzano e leggono con il cuore come la fede è una delle migliori eredità che avete ricevuto dai vostri genitori e dai vostri avi. Se ne accorgono. E se voi date la fede e la vivete bene, c’è la trasmissione. Mostrare loro come la fede ci aiuta ad andare avanti, ad affrontare tanti drammi che abbiamo, non con un atteggiamento pessimista ma fiducioso, questa è la migliore testimonianza che possiamo dare loro. C’è un modo di dire: “Le parole se le porta il vento”, ma quello che si semina nella memoria, nel cuore, rimane per sempre”.
Redazione Papaboys
Papa Francesco ha annunciato eventi di straordinaria importanza per il prossimo Giubileo del 2025, un anno santo dedicato alla riflessione…
Maria, Avvocata nostra, prega per noi! Signor mio Gesu' Cristo Crocifisso, Figlio della B. V. Maria, apri le tue orecchie…
Sant’Edmondo: vita e preghiera per una grazia Sant'Edmondo è stato un sovrano e martire inglese; è considerato da molti il…
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa Il testo della preghiera alla Madonna della Medaglia Miracolosa si può recitare per nove…
Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Storia e preghiera della festa di oggi 18 Novembre: Dedicazione delle basiliche dei…
Questo sabato 18 novembre inizia il Triduo alla Madonna della Salute. Rivolgiamoci a Lei per la guarigione del corpo e…
Guarda i commenti
Grazie di queste parole Papa Francesco