Parole chiare e dirette quelle di Francesco ai presuli della Svizzera, un Paese di pacifica “coesistenza culturale e religiosa” – ha ricordato il Papa – “sede di istituzioni internazionali importanti per la pace, il lavoro, la scienza e l’ecumenismo”, dove nonostante “molti abitanti si tengano distanti dalla fede, la maggioranza riconosce ai cattolici e ai protestanti un ruolo positivo nell’ambito sociale”. Ma “senza una fede viva in Cristo risorto” – qui il richiamo di Francesco ai presuli – “le belle chiese e i monasteri” come l’Abbazia di San Maurizio, che si appresta a celebrare 1500 anni di vita religiosa continuativa, “fatto eccezionale in tutta la Chiesa”, diventeranno poco a poco dei musei; tutte le encomiabili opere e istituzioni perderanno la loro anima lasciando solamente ambienti vuoti e gente abbandonata”.
“La vostra missione – ha detto Francesco ai vescovi svizzeri – è di pascere il gregge, camminando secondo le circostanze davanti, al centro o dietro”, perché “il popolo di Dio non può sussistere senza i suoi pastori, vescovi e preti”.
Da qui l’incoraggiamento di Francesco “ai presuli a dare una risposta chiara comune ai problemi della società, in un momento, dove molti, anche nella Chiesa, sono tentati di allontanarsi dalla reale dimensione sociale del Vangelo”, che – ribadisce Francesco – “ha una propria forza originaria per elaborare proposte”. Tocca quindi a noi di presentare questo messaggio completo e renderlo accessibile a tutti, senza oscurare la bellezza del Vangelo, anche a quanti incontrano difficoltà nella vita quotidiana o cercano un senso alla propria esistenza o si sono allontanati dalla Chiesa. I quali, “confusi o concentrati su se stessi, si lasciano sedurre da modi di pensare che negano deliberatamente la dimensione trascendente dell’uomo, della vita e dei rapporti umani, in particolare di fronte alla sofferenza e alla morte“. “La testimonianza dei cristiani e delle parrocchie – ha detto Papa Francesco – può davvero illuminare la loro strada e sostenere la loro ricerca della felicità. In questo modo la Chiesa in Svizzera può essere se stessa e non solo una bella organizzazione, un’altra ong”.
E, dunque, conclude il Papa bisogna “annunciare la buona Novella, non piegarsi ai capricci degli uomini”. “Molte volte – osserva il Papa – noi fatichiamo a rispondere senza renderci conto che i nostri interlocutori non cercano risposte”. Occorre piuttosto porre “interrogativi con la visione apostolica mai superata: ‘Questo è Gesù, Dio l’ha resuscitato, noi ne siamo testimoni’”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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