“Lasciamoci liberare dalle bende, dalle ‘bende’ dell’orgoglio. Ma perché l’orgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stessi, schiavi di tanti idoli, di tante cose”. Papa Francesco ricorda che Gesù “ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi”. Papa Francesco descrive chiaramente la prigione: parla di “una vita falsa, egoistica, mediocre”.
“Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui non si rassegna a questo!” Come a Lazzaro, Gesù dice a ciascuno di noi: “Vieni fuori!”. “Vieni fuori! E’ un bell’invito alla vera libertà”.
“La nostra risurrezione – spiega il Papa – incomincia da quando decidiamo di obbedire al comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita: “Tante volte noi siamo mascherati dal peccato, le maschere devono cadere! E noi ritrovare il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio”. Il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro – ci spiega Francesco – “mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento”:
“Sentite bene: non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.” Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! ricordatevi bene questa frase. E possiamo dirla insieme tutti: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Diciamolo insieme: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Il Papa torna più volte a ripetere la certezza della misericordia di Dio senza limiti, invitando i fedeli a ripetere insieme con lui questa certezza che salva tornando anche alla conclusione della sua riflessione.
Dopo la preghiera mariana, il pensiero al popolo del Rwanda: “Desidero esprimere la mia paterna vicinanza al popolo ruandese, incoraggiandolo “a continuare, con determinazione e speranza, il processo di riconciliazione che ha già manifestato i suoi frutti, e l’impegno di ricostruzione umana e spirituale del Paese”.
Papa Francesco dice: “Non abbiate paura! Sulla roccia del Vangelo costruite la vostra società, nell’amore e nella concordia, perché solo così si genera una pace duratura! Ricordo con affetto i vescovi ruandesi che sono stati qui, in Vaticano, la settimana scorsa. E a tutti voi invito, adesso, a pregare la Madonna di Nostra Signora di Kibeho”. C’è anche il pensiero alla comunità dell’Aquila che – ricorda Papa Francesco – “ha tanto sofferto, ancora soffre, lotta e spera” con tanta fiducia in Dio e nella Madonna, con la preghiera “per le vittime del terremoto e per il cammino di risurrezione del popolo aquilano”.
Inoltre il Papa chiede al mondo attenzione per le vittime del virus Ebola che si è sviluppato in Guinea e nei Paesi africani confinanti. “Il Signore sostenga gli sforzi per combattere questo inizio di epidemia e per assicurare cura e assistenza a tutti i bisognosi”.
E poi quello che Papa Francesco definisce “un gesto semplice”. Ricorda di aver suggerito nelle scorse domeniche di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé durante la giornata, per poterlo leggere spesso”. E di aver ripensato all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro che si preparano al Battesimo. Da qui l’iniziativa di far distribuire in Piazza “ma come segno per tutti” un Vangelo tascabile. “Leggetelo ogni giorno – dice Francesco – è Gesù che vi parla!”. Con un invito preciso: forse qualcuno non crede che sia davvero gratuito. E’ gratuito assicura il Papa che aggiunge: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date! In cambio di questo dono, – raccomanda – fate un atto di carità, un gesto di amore gratuito”. Francesco ricorda anche che “oggi si può leggere il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici, in un telefonino, in un tablet”:
“L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: è Gesù che ci parla lì! E accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!”. Infine, il saluto tutti i pellegrini presenti, in particolare i partecipanti al Congresso del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica Italiana: “Investire sull’educazione significa investire in speranza!”,
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