Già ai tempi di San Paolo la Chiesa si trovava di fronte alle divisioni: nella comunità di Corinto – osserva il Papa commentando la seconda Lettura di questa domenica – “si erano formati dei gruppi che si riferivano ai vari predicatori considerandoli loro capi” dicendo: «Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa…» (1,12). “San Paolo spiega che questo modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro, gli apostoli, ad appartenere alla comunità” e “la comunità, tutta intera, appartiene a Cristo!”:
“Da questa appartenenza deriva che nelle comunità cristiane – diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti – le differenze non possono contraddire il fatto che tutti, per il Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti, in Gesù Cristo, siamo figli di Dio. E questa è la nostra dignità: in Gesù Cristo siamo figli di Dio. Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della santità”.
La Chiesa – ha proseguito il Papa – “affida la testimonianza di questo stile di vita pastorale ai nuovi Cardinali”:
“Il Concistoro di ieri e l’odierna Celebrazione eucaristica ci hanno offerto un’occasione preziosa per sperimentare la cattolicità, la universalità della Chiesa, ben rappresentata dalla variegata provenienza dei membri del Collegio Cardinalizio, raccolti in stretta comunione attorno al Successore di Pietro. E che il Signore ci dia la grazia di lavorare per l’unità della Chiesa, di costruire questa unità, perché l’unità è più importante dei conflitti. L’unità della Chiesa è in Cristo, i conflitti sono problemi che non sempre sono di Cristo”.
Papa Francesco ha poi esortato a rinnovare “la fede, l’amore per Cristo e per la sua Chiesa” e “a sostenere questi Pastori e ad assisterli con la preghiera, affinché guidino sempre con zelo il popolo che è stato loro affidato, mostrando a tutti la tenerezza e l’amore del Signore”:
“Ma quanto bisogno di preghiera ha un vescovo, un cardinale, un Papa, affinché possa aiutare ad andare avanti il Popolo di Dio! Dico ‘aiutare’, cioè servire il Popolo di Dio, perché la vocazione del vescovo, del cardinale e del Papa è proprio questa: essere servitore, servire in nome di Cristo. Pregate per noi, perché siamo buoni servitori: buoni servitori, non buoni padroni!”.
“Tutti insieme, vescovi, presbiteri, persone consacrate e fedeli laici – ha aggiunto – dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele a Cristo, animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare incontro con coraggio profetico alle attese e alle esigenze spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo. La Madonna ci accompagni e ci protegga in questo cammino”.
Al termine dell’Angelus, il Papa ha saluto tutti i pellegrini presenti, “in particolare quelli venuti in occasione del Concistoro, per accompagnare i nuovi Cardinali” e ha ringraziato “molto i Paesi che hanno voluto essere presenti a questo evento con Delegazioni ufficiali”.
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