Hanno educato se stessi, giorno dopo giorno, a cercare quello che li unisce invece di puntare il dito contro ciò che li divide. Un atteggiamento che una famiglia dovrebbe avere sempre per restare unita e in armonia, ma che nei casi come il loro diventa linfa vitale.
Francesco Billetta e Anna Ponente sono una coppia palermitana profondamente cristiana, che ha costruito la propria vita con i mattoni dell’ecumenismo. Perché il marito, avvocato penalista di 51 anni, è cattolico, membro della Comunità di Sant’Egidio e con un fratello frate cappuccino; la moglie, 48 anni, è invece valdese e dirige il centro diaconale La Noce a Palermo.
L’AMORE PER IL PROSSIMO
Una sfida d’amore quotidiana, declinata soprattutto nell’impegno in favore del prossimo. Entrambi sono stati protagonisti nella realizzazione dei corridoi umanitari ideati dalla Federazione delle Chiese evangeliche, dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio per salvare alcune famiglie siriane. Uno stile di vita attinto da una esperienza giovanile di preghiera e di impegno con Sarina Ingrassia, la fondatrice dell’associazione Il Quartiere a Monreale, scomparsa due anni fa, infaticabile organizzatrice di iniziative di solidarietà nutrite dalla spiritualità della Comunità di Taizé.
Francesco e Anna si conoscono lì, durante i momenti di preghiera del venerdì, incontri molto intensi, fatti di silenzi, canti e intenzioni spontanee. Si sposano con rito cattolico. Nascono due figli, Simone, che oggi ha 14 anni, e Matteo, 12 anni.
Anna proviene da una famiglia che si definisce cattolica, ma a 25 anni comincia a lavorare al Centro diaconale valdese come educatore domiciliare e resta «affascinata dall’aria di totale libertà che si respira tra quelle mura». Poi partecipa a un convegno delle opere valdesi a Firenze, dove ascolta una predicazione del pastore Enrico Benedetto. «In quel momento ho capito che quella era la casa giusta. Mi ha colpito il parallelismo tra la psicanalisi e alcuni concetti teologici, finalmente un punto d’incontro tra la mia formazione psicoanalitica e quella cristiana».
Frequentando il culto, «ho approfondito sempre più e, nel corso degli anni, mi sono allontanata dal cattolicesimo fino ad avvicinarmi ai valdesi, anche se non sono un membro di Chiesa. Non ho ancora fatto un percorso, ho pensato di iscrivermi alla facoltà teologica di Roma, prima o poi lo farò». Anna viene catturata «dalla dimensione del gruppo, della circolarità e dalla valorizzazione del ruolo femminile. Mi colpisce molto l’organizzazione del pensiero della Chiesa valdese, che non è strutturata in maniera verticistica ma corale, sinodale».
LO SHOCK DEL CAMBIAMENTO
Questa virata protestante di Anna inizialmente per Francesco è uno shock. «Quando Anna ha cominciato a manifestare questa volontà di avvicinarsi al mondo valdese, l’impatto è stato brusco», confida il marito. «Mi sono domandato: vediamo cosa accade. Sono rimasto a guardare, volevo capire meglio in cosa consistesse il mondo protestante. Col passare del tempo ho visto una spiritualità molto vicina anche a me, non un antagonismo. Mi sono detto: cogliamo l’occasione e proviamo a farne qualcosa di arricchente anche per noi come coppia e per i nostri figli. Le Chiese protestanti hanno molto forte il senso dell’amore verso gli altri e, anziché guardare quello che ci differenziava, ho cominciato a focalizzare gli aspetti che ci facevano viaggiare sullo stesso piano. Pian piano sono diventato amico della Chiesa valdese, ho partecipato ad alcuni culti o iniziative del mondo protestante. Ci sono andato da cattolico, ma senza sentirmi in colpa».
Francesco comincia a conoscere questo nuovo mondo dal di dentro, lui da cattolico partecipa all’Eucaristia, loro fanno la Sacra Cena, «ma il punto importante è il servizio che viene fatto alla collettività, nel rispetto del credo di ciascuno. L’apertura verso gli altri è quello che mi ha molto colpito. Nessuno mi ha mai additato come cattolico. E non è scontato».
L’EDUCAZIONE DEI FIGLI
La domenica è il momento della Messa per Francesco, nella chiesetta di Santa Maria dei Canceddi al mercato del Capo (detta Santa Maruzza, sede della Comunità di Sant’Egidio a Palermo), e del culto per Anna nel tempio valdese di via Spezio.
Ma i figli scelgono liberamente a quale celebrazione partecipare. Il momento critico è stato proprio quello della trasmissione della fede ai bambini. «Simone e Matteo sono stati battezzati con rito cattolico, ma poi non hanno fatto la prima Comunione e questo è stato un momento difficile per noi, per la famiglia d’origine, soprattutto per quella di mio marito, molto cattolica», ricorda Anna. Ma dopo questa fase «c’è stata una grande apertura da parte di Francesco, i bambini hanno seguito la scuola domenicale della Chiesa valdese. Un’esperienza molto bella. Frequentano l’ora di religione cattolica a scuola. Ma li abbiamo lasciati liberi di scegliere. Si sentono a casa sia nella chiesa di Santa Maruzza sia in quella valdese di via Spezio», continua Anna. «Per noi essere cristiani è invitare alla pace, all’amicizia tra le persone», prova a spiegare Simone. «È bello sapere che c’è qualcuno che veglia su di te anche se non lo vedi».
L’amore per gli altri è il principio che guida la vita della famiglia Billetta. «Non c’è nulla di più evangelico della possibilità di ridare speranza ogni giorno alle persone, come nel caso delle famiglie siriane che sono state accolte qui da noi», sottolinea Anna.
Papa Francesco lo dice chiaramente: «Ognuno deve fare la sua parte e gli ultimi non possono essere dimenticati, devono essere messi al primo posto», ribadisce Francesco. «Non dobbiamo mai dimenticare che ciascun individuo ha un valore».
IN FAMIGLIA – FRA MAURO
Andare nelle periferie significa viverci e sporcarsi le mani, per tirare fuori il meglio da luoghi abbandonati. È quello che cerca di fare fra Mauro Billetta, cappuccino, fratello di Francesco e parroco di Sant’Agnese nel poverissimo rione dei Danisinni, a pochi passi dall’itinerario arabo-normanno di Palermo. È riuscito ad avviare un incubatore sociale, culturale e artistico, realizzando anche orti urbani. «Fra Mauro è parte integrante della nostra famiglia, è un doppio fratello», dice la cognata Anna Ponente. «Poi per i ragazzi è un punto di riferimento. Lo seguiamo anche in questa missione che sta portando avanti ai Danisinni».
Fonte www.famigliacristiana.it/Alessandra Turrisi – Foto di Melania Messina
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