Sancta Sedes

Papa Francesco incontra ed incoraggia gli scienziati: c’è un’umanità che desidera il bene comune

Si rende indispensabile con la collaborazione degli scienziati “creare un sistema normativo” che assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che si producano danni irreversibili. E’ quanto auspica Papa Francesco nel discorso ai circa 60 partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, ricevuti stamani in Vaticano. La plenaria è riunita da venerdì scorso fino a domani alla Casina Pio IV, per riflettere sull’impatto delle conoscenze scientifiche sulla società umana e sul suo ambiente. Tanti gli scienziati di fama internazionale che vi partecipano.

Si sta manifestando “una rinnovata alleanza fra la comunità scientifica e la comunità cristiana” per proteggere la casa comune minacciata “dal collasso ecologico” e dal conseguente aumento dell’esclusione sociale. Parte da questa considerazione il discorso del Papa su un tema centrale per lui, al quale ha dedicato l’Enciclica Laudato sì.

Il Papa elogia l’impegno degli scienziati per un nuovo equilibrio ecologico globale
E’ forte l’abbraccio del Papa agli scienziati. Considerando che “mai come nella nostra epoca è apparsa evidente la missione della scienza al servizio di un nuovo equilibrio ecologico globale”, Francesco elogia il loro operato:

“Mi rallegro del fatto che voi sentiate profondamente la solidarietà che vi lega all’umanità di oggi e di domani nel segno di tale sollecitudine per la madre terra. Un impegno tanto più degno di stima in quanto è pienamente orientato alla promozione dello sviluppo umano integrale, della pace, della giustizia, della dignità e della libertà dell’essere umano”.

La prova di questa sollecitudine sono anche i molteplici temi affrontati nella plenaria: “dalle grandi novità della cosmologia, alle fonti di energia rinnovabili, alla sicurezza alimentare, fino ad un appassionante seminario sul potere e i limiti dell’intelligenza artificiale”.

Serve un’assunzione di responsabilità verso il creato: non saccheggio ma collaborazione
Nella modernità si è cresciuti pensando di essere “padroni della natura” e “autorizzati a saccheggiarla senza alcuna considerazione delle sue potenzialità segrete e leggi evolutive” come se si trattasse di “materiale inerte a nostra disposizione”, producendo, tra l’altro “una gravissima perdita della biodiversità”. Il Papa spiega però che così non è. Serve invece un’assunzione piena di responsabilità verso il creato:

“In realtà, non siamo i custodi di un museo e dei suoi capolavori che dobbiamo spolverare ogni mattina, ma i collaboratori della conservazione e dello sviluppo dell’essere e della biodiversità del pianeta, e della vita umana in esso presente. La conversione ecologica capace di sorreggere lo sviluppo sostenibile comprende in maniera inseparabile sia l’assunzione piena della nostra responsabilità umana nei confronti del creato e delle sue risorse, sia la ricerca della giustizia sociale e il superamento di un sistema iniquo che produce miseria, disuguaglianza ed esclusione”.



Con la collaborazione degli scienziati creare un sistema normativo che assicuri la protezione del creato
Per Francesco spetta quindi anzitutto agli scienziati, “che operano liberi da interessi politici, economici o ideologici”, costruire un modello culturale per affrontare la crisi dei cambiamenti climatici e le sue conseguenze sociali affinché “le enormi potenzialità produttive non siano riservate solo a pochi”:

“Allo stesso modo in cui la comunità scientifica, attraverso un dialogo interdisciplinare al suo interno, ha saputo studiare e dimostrare la crisi del nostro pianeta, così oggi è chiamata a costruire una leadership che indichi soluzioni in generale e in particolare sui temi che vengono affrontati nella vostra plenaria: l’acqua, le energie rinnovabili e la sicurezza alimentare. Si rende indispensabile creare con la vostra collaborazione un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico producano danni irreversibili non solo all’ambiente, ma anche alla convivenza, alla democrazia, alla giustizia e alla libertà”.

La debole reazione della politica internazionale: se la politica si sottomette a tecnologia e finanza che cercano profitto
Il Papa mette in evidenza “la debole reazione della politica internazionale”, eccetto “lodevoli eccezioni”, e la facilità con cui vengono disattesi i consigli della scienza:

“La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza che cercano anzitutto il profitto è dimostrata dalla ‘distrazione’ o dal ritardo nell’applicazione degli accordi mondiali sull’ambiente, nonché dalle continue guerre di predominio mascherate da nobili rivendicazioni, che causano danni sempre più gravi all’ambiente e alla ricchezza morale e culturale dei popoli”.

Ci sono però anche segnali incoraggianti di un’umanità che vuole reagire e scegliere il bene comune. E quindi “il progetto dello sviluppo sostenibile e integrale” è in grado di dare agli scienziati un forte slancio di ricerca.

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Il servizio è di Debora Donnini per la Radio Vaticana

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