R. – E’ una visita ordinaria della presidenza (dei vescovi brasiliani – ndr) alla Santa Sede e in speciale modo al Santo Padre. Questa mattina, come presidenza, abbiamo comunicato al Santo Padre le attività della Conferenza e abbiamo consegnato anche il documento approvato nell’ultima Assemblea. Abbiamo detto al Santo Padre che nella prossima Assemblea, che sarà una assemblea elettiva, non faremo un altro documento ma che le attuali direttrici saranno attualizzate con il Magistero del Santo Padre, soprattutto con l’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”. Abbiamo consegnato anche un altro documento al Santo Padre sulla questione agraria in Brasile, che rappresenta un tema molto importante: si tratta di un Paese continentale, che ha bisogno di un progetto di formazione agraria molto coraggioso. Finora non lo abbiamo avuto. Abbiamo consegnato anche un altro documento ancora di studio, quindi non un documento ufficiale, della Conferenza sulla missione nella Chiesa e nella società. Abbiamo poi parlato dell’Amazzonia. Il Brasile ne ospita la parte più grande: il 52% dell’Amazzonia appartiene infatti al Brasile, ci sono però altri nove Paesi che condividono questo territorio e abbiamo ripetuto al Santo Padre di aver creato una rete ecclesiale panamazzonica per articolare maggiormente i lavori e le informazioni della Chiesa sull’Amazzonia.
D. – Domenica si vota per la scelta non soltanto del nuovo presidente, ma anche dei governatori, dei deputati del Parlamento brasiliano. Qual è la posizione della Chiesa in questo momento?
R. – Abbiamo consegnato al Santo Padre un documento che fornisce criteri per gli elettori per le prossime elezioni presidenziali. La Chiesa in Brasile, la Conferenza episcopale, non prendono una posizione politica particolare. Per questo abbiamo organizzato un dibattito con tutti i candidati alla presidenza delle Repubblica, con tutti quelli che hanno una presenza nel Congresso nazionale. Sono in tutto otto candidati e tutti sono stati presenti ad Aparecida a questo dibattito. Questo incontro ha rappresentato una forza morale della Chiesa in Brasile, proprio perché tutti i candidati hanno accettato l’invito della presidenza della Conferenza episcopale. Penso sia stato un contributo importante della Chiesa in Brasile, affinché gli elettori possano discernere e scegliere ancora meglio quale candidato votare il 5 ottobre, sia per il parlamento, sia per l’esecutivo.
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