Francia. Dopo gli attentati di gennaio triplicate le vendite di libri sull’islam

Francia. Dopo gli attentati di gennaio triplicate le vendite di libri sull’islamFrancia. Dopo gli attentati di gennaio triplicate le vendite di libri sull’islamNel primo trimestre del 2015 le vendite nel reparto «islam» delle librerie francesi sono triplicate rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. I tragici attentati di gennaio (nella sede di «Charlie Hebdo» e altrove) e gli orrori compiuti dal cosiddetto Stato islamico in Siria e in Iraq hanno provocato un’ondata di choc nella società e spinto molti cittadini ad avvicinarsi alla cultura musulmana per meglio comprenderla.

Corano e altri volumi sull’islam sono andati a ruba. «I francesi si pongono sempre più domande e sono sempre meno soddisfatti delle risposte superficiali dei media», ha dichiarato alla France Presse Fabrice Gerschel, direttore della rivista «Philosophie magazine». Il denominatore comune di tutti i clienti che acquistano opere sull’islam — aggiunge Mathilde Mahieux, della libreria religiosa «La Procure» a Parigi — «è comprendere e documentarsi per crearsi una propria opinione». Si sente il bisogno di superare la prospettiva strettamente integralista per vedere ciò che possono apportare le religioni alla società. Il bisogno di comprendere si traduce anche in un rinnovato interesse accademico. Lo testimonia la cattedra dedicata allo studio del Corano inaugurata giovedì scorso al Collège de France. E Jean Rony, insegnante alla Sorbona, ha aggiunto delle sessioni consacrate alle religioni monoteiste nei suoi corsi di cultura generale destinati agli studenti che si preparano a diventare magistrati. Anche tra i musulmani si è ravvivata la curiosità. «Le vendite del Corano», osserva Mansour Mansour, direttore delle edizioni Albouraq, «sono aumentate del 30 per cento nel primo trimestre. Era successa la stessa cosa dopo l’11 settembre 2001, ma stavolta l’impressione è che il fenomeno sarà più duraturo perché l’islam continuerà a rappresentare un problema sul piano geopolitico».

Da L’Osservatore Romano, 8 aprile 2015.

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