Lacrime, preghiere e fiori a Santa Croce Camerina per i funerali del bambino di 8 anni, della cui morte per strangolamento è accusata la madre, Veronica Panarello. L’ultimo saluto al piccolo nella cerimonia celebrato dal vescovo di Ragusa monsignor Paolo Urso. Una piccola folla si è radunata davanti alla chiesa, almeno duemila le persone presenti. Tra le corone di fiori spicca quella a forma di cuore della madre.
Un corteo silenzioso formato dai compagni di scuola di Loris, le maestre e la preside ha raggiunto la chiesa; In testa la classe di Loris, i più piccoli sono accompagnati dai genitori. Dietro altre classi delle elementari e delle medie. I bambini tengono in mano un palloncino bianco con la foto di Loris. Anche i ragazzini della scuola di arti marziali frequentata da Loris sono andati in piazza San Giovanni Battista per i funerali. Alcuni tengono uno striscione con su scritto: “Ciao Loris, adesso vai in cielo e insegna agli angeli a calciare”.
Nell’omelia il vescovo Urso ha affrontato senza retorica il tema della morte di un bambino, sottolineando che le morti “non tutte uguali”. «Un bambino non può morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Come si può uccidere un bambino? – ha detto il vescovo -. Quando ciò avviene, la nostra umanità si ribella e le domande insorgono e si inseguono. Non solo quelle rivolte agli uomini, ma anche quelle rivolte a Dio. Perché? Perché Dio non è intervenuto? Perché non ha bloccato la mano omicida?».
Domande alle quali però non ci sono risposte se non nella fede. “Non sono in grado di rispondere in maniera compiuta alle tante domande che la tragedia, che qui ci vede riuniti, suscita in noi. Posso dirvi, però, che Dio non è insensibile di fronte alla morte e alla sofferenza che essa provoca – ha proseguito Urso -. Dio è accanto a chi muore e a chi soffre. Un giorno cadrà il velo che copre i nostri occhi e capiremo”.
Ai funerali assente la madre. “Non abbiamo presentato istanza per far partecipare la signora Veronica Panarello ai funerali del figlio Loris per motivi di opportunità”, ha detto l’avvocato Francesco Villardita, difensore della madre del piccolo Loris Stival, in carcere a Catania con l’accusa di averlo ucciso.
“Caro Davide, sono amareggiata profondamente dal comportamento che hai avuto nei miei confronti. Come puoi credere che io abbia potuto uccidere nostro figlio?”. Comincia così la lettera che Veronica ha scritto al marito Daivde Stival dal carcere. “Tu sai che mamma sono stata io – continua la donna rivolta al marito – e quale affetto abbia avuto per i nostri bambini. È un’atroce sofferenza la morte di Loris, così come atroce sofferenza è la mia carcerazione. Mi sento sola e abbandonata da tutti”.
“Il mio assistito in questo momento non ha intenzione di andare a Catania in carcere a trovare la moglie. È interessato solo a capire come sono andati i fatti realmente e ha fiducia nel lavoro degli inquirenti”. A parlare è l’avvocato Daniele Scrofani che assiste Davide Stival, padre del piccolo Loris. Davide Stival, che ha fatto sapere che si costituirà parte civile al processo, è descritto dall’avvocato come “una persona genuina, con la testa sulle spalle e che sta reagendo in maniera solida”.
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
secondo il mio parere il bambino è stato ucciso dalla mamma ,però deve sicuramente esserci un complice ….il bambino perchè è stato trovato e lo zaino no ? forse l’avranno bruciato scuramente il complice…speriamo che esca presto l’assassino …ma questa storia e uguale a quella della FRANZONI …povero piccolo il mio appello è se è stata la mamma i MAGISTRATI BUTTASSERO LA CHIAVE così i bambini vengono più tutelati …