Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un pensiero anche al tradizionale spettacolo pirotecnico che avrà luogo stasera alle 21.30 a Castel Sant’Angelo: il ricavato – ha ricordato – “sosterrà una iniziativa caritativa in Terra Santa e nei Paesi del Medio Oriente”. Si tratta dell’ottava edizione della “Girandola di Castel Sant’Angelo” in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo. Si tratta di uno spettacolo di fuochi d’artificio ideato alla fine del 1400. Quest’anno la Girandola aiuta i Francescani della Custodia di Terra Santa a sostenere i Luoghi Santi e le comunità cristiane in Siria. Luca Collodi ha sentito a questo proposito il padre francescano Firas Lufti, siriano:
R. – Il legame tra San Pietro e San Paolo, i fondatori della Chiesa di Roma e quindi della Chiesa caput et mater di tutta la Chiesa universale, sicuramente ci richiama alla Chiesa primitiva, alla scintilla del messaggio: Cristo è morto ed è risorto. Questo annuncio che ha fatto il giro del mondo per arrivare fino a Roma: momento di martirio ma anche momento di nascita del cristianesimo a livello universale. Quest’anno, a 500 anni dalla sua nascita, tutti i cooperatori della Girandola hanno voluto – oltre alla bellezza di questo evento straordinario che attira l’attenzione – hanno pensato di dedicare un momento di solidarietà anche con l’Oriente. Perché? Perché questo Oriente, come tutti vediamo e sentiamo attraverso i mass media, vive un’emorragia. E’ un’emorragia di una guerra tra le più tremende, tra le più assurde del secolo: la guerra che vive la Siria e l’emergenza che i siriani affrontano, e in particolar modo anche i cristiani, purtroppo davanti a una persecuzione. E’ un gesto di solidarietà: San Pietro e San Paolo sono quel ponte che continua a essere legame tra l’Oriente e l’Occidente.
D. – Padre Firas, come vivono oggi i cristiani in Siria e in Medio Oriente?
R. – Devo dire, in parole poche e povere, che vivono molto male. Vivono uno dei momenti della storia più alti di tensione e persecuzione. Il nostro secolo sta offrendo sangue e martiri più di tutto l’arco della cristianità.
I fuochi saranno in sincronia con la musica barocca, permettendo agli spettatori di collegarsi, con radio e smartphone, alla Radio Vaticana per ascoltare le sinfonie musicali sulle quali saranno sparati i fuochi antichi. Luca Collodi ne ha parlato con Giuseppe Passeri, direttore tecnico dei fuochi della Girandola di Castel Sant’Angelo:
R. – La Girandola di Castel Sant’Angelo è un fuoco d’artificio, ma non così, in maniera semplice. Fece il suo ingresso con Papa Sisto IV, questo è quasi sicuro, nel 1481. Certamente allora doveva essere un fuoco ancora un po’ disordinato ma col tempo si aggraziò e divenne una delle pagine più belle di Roma, un orgoglio. In sostanza la Girandola è un fuoco barocco. Il problema della Girandola è che negli anni è stato un palcoscenico, un palcoscenico per tutti gli architetti più famosi che a Roma abbiamo avuto, basti pensare al Bernini, il Vespignani, il Valadier, Posi, Poletti: tutti architetti che hanno dato un’immagine alla storia di Roma e che si cimentarono su questa Girandola, ideandone sempre di più nuove scenografie, nuove idee. La Girandola, infatti, racchiude in sé grandi nozioni di fisica, di chimica, di balistica, di meccanica: è un fuoco d’artificio che ha in sé un concentrato di nozioni ed è per questo che è difficile idearlo, crearlo, impostarlo.
D. – I fuochi a Castel Sant’Angelo vengono sparati sincronizzati su una base musicale…
R. – C’è innanzitutto una collocazione del fuoco perché è un fuoco estremamente tecnico e in più noi dobbiamo studiare quest’anno le sincronie musicali, cioè praticamente adattare i tempi dei fuochi d’artificio con note musicali, il che non è di tutti i giorni.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana