Un titolo interessante quello che ha scelto don Cristofaro per il suo saggio in cui racconta la vicenda di uno dei personaggi più illustri della storia della scienza, “Galileo Galilei. Assolto in cassazione”.
Nel saggio si evidenzia da più parti l’elemento più importante: “la ricerca della verità”, quella ricerca di verità che spinse nel lontano 1979 Papa Giovanni Paolo II, il 10 novembre, quando in occasione del primo centenario della nascita di Albert Einstein, annunciò di aver costituito una commissione di scienziati per lo studio della “controversia tolemaico-copernicana” con lo scopo di porre fine alla condanna di Galilei e quella ricerca portò, a distanza di 13 anni di ricerca e dopo 350 anni della morte del Galilei all’assoluzione dell’uomo di scienza e pensatore cattolico come lui stesso si definiva.
Ogni uomo è dotato dal Signore di intelligenza, sapienza, discernimento, perché attraverso analisi, confronti, deduzioni, argomentazioni, possa giungere alla conoscenza della realtà oggettiva, sia visibile, sia invisibile, sia che cada sotto i sensi, sia che non cada. Mentre la verità è sempre oggettiva. La mente è sempre soggettiva. Poiché la mente è personale, nella stessa verità soggettiva nascono i contrasti ed è quello che è avvenuto nella vicenda galileliana.
Spiega l’autore: «La verità non è in una sola frase o in un solo libro; essa non è in un evento piuttosto che un altro. La verità è un continuo divenire. La sorgente della verità è, però, Dio. L’uomo si può e si deve avvalere delle sua qualità, delle sue scoperte, delle sue doti, ma la ricerca della sua verità deve essere sempre a servizio della Verità più grande. I saperi non si devono combattere ma tra loro si possono aiutare».
Nella prefazione, il Vescovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone afferma: «Leggendo il lavoro di Cristofaro mi è balenato in mente il lapidario proemio di Fedro alle sue favole: «Duplex libelli dos est quod risum movet/et quod prudentis vitam consilio monet», ovvero il pregio del libretto è duplice: suscita il sorriso e stimola con un suggerimento la vita di chi ha senno. Il testo è stato concepito come una vera autobiografia. Galileo, infatti, si racconta e ci racconta tutta la sua vicenda, dall’alfa all’omega.
Quanto al tono è lieve, ironico, spesso sarcastico. Tutto ciò giova, ovviamente, alla caratterizzazione dei personaggi, dai coprotagonisti alle “comparse”: tutti raccontati con distacco come se fossero visti dalla parte del cannocchiale (cade a proposito!) che rimpicciolisce. Perfino i “cattivi” (dal cardinale Bellarmino ad Urbano VIII Barberini, inclusi tutti i gesuiti del Collegio Romano) non ce la fanno a restare antipatici, negativi. Lo stile, a sua volta, è quello di oggi: e così egli usa locuzioni del tipo “best seller”, “democristiano”, “test”, “location”, “ore 00:12”, “fantascienza”, “logo”, “giornalisti” e via scrivendo. In tal modo, dico io, è valido il primo accostamento al grande favolista latino ( suscitare simpatia, sorriso). Quanto al secondo (dare suggerimenti per evitare guai grossi) il Fortunato ( alias Galileo) è abbastanza convincente».
«La storia di Galileo – dice don Cristofaro – è nota a tutti. Sembrerà strano che io, un sacerdote, tratti un tema che ha visto tra i suoi protagonisti la Chiesa che, dapprima ha espresso un giudizio negativo, ma poi, ne ha riabilitato il mal giudicato.
La mia penna è stata la sua penna. L’ho fatto parlare con estrema sincerità lasciandosi raccontare, nelle gioie delle sue scoperte, nelle amarezze delle incomprensioni, in un’obbedienza “forzata” alla Madre Chiesa. Il saggio di Mons. Sergio Pagano già Prefetto dell’Archivio segreto Vaticano dal titolo “I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei (1611-1741), edito da Archivio Segreto Vaticano, anno 2009 ha fatto il resto. È stato fonte di ispirazione nonché una guida rigorosa e puntuale. Io c’ho messo un pizzico di fantasia ed ironia».
Il saggio è edito dalla Herkules Books ed è disponibile in versione e-book e cartacea.
«Un consiglio che do al lettore? – ha detto l’autore – Iniziare e concludere la lettura del saggio con l’appendice posta al termine del racconto del Teologo Costantino Di Bruno “Verità e Scienza”; parole giuste al posto giusto, concetti teologici chiari ed inequivocabili. L’uomo di scienza deve avere una grande umiltà nel suo cuore. Distinguere sempre ciò che è suo oggetto di studio, indagine, riflessione, osservazione, deduzione, conclusione. E ciò che invece appartiene alla rivelazione. Egli deve aiutare l’uomo che interpreta la rivelazione perché anche lui distingua ciò che è oggetto della sua materia e ciò che non gli appartiene. (C. Di Bruno)».
Ed ecco quanto ha affermato Antonio Orlando della Herkules Books: «Un libro, quasi un diario autobiografico, scritto in maniera magistrale, con un linguaggio semplice e diretto. È scorrevole persino quando l’autore annota date ed eventi storici con rigorosa attendibilità, tratti dalle carte del processo a Galileo conservate presso l’Archivio Segreto Vaticano, gelosamente custodite dal prefetto mons. Sergio Pagano.
Un’opera divulgativa davvero straordinaria: ne rimarranno stupefatti gli appassionati, felici gli studenti, entusiasti gli uomini di scienza e grati quelli religiosi, visto che l’opera si chiude con l’assoluzione definitiva pronunciata da San Giovanni Paolo II il 31 ottobre del 1992, a 350 anni dalla morte del matematico pisano».
di Redazione Papaboys
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