E’ un tempo drammatico per tutta l’umanità, presa da una morsa terribile di pandemia che da due lunghi anni sta decimando le nazioni, oltre a tutti gli altri ‘mali’ che quotidianamente invadono questo mondo.
E’ una Viglia di Natale che grida speranza e ci chiama ad essere solidali fra noi, prudenti nelle relazioni, ma infiammati nel cuore.
Che magnifica notte di stelle t’irradia il cammino!
E quale pace divina e solenne hai prescelto, o Bambino!
È implorato per secoli eterni con lungo dolore,
a redimere scendi i mortali, divin Redentore.
Ninna, nanna, ninna, nanna. Oh! riposa nel quieto dormir;
Bambinello venuto a soffrir.
Ninna, nanna, ninna, nanna. O celeste Bambino, al tuo amor
tutto avvampa il mio cuor”.
Per tutti gli uomini, di ogni epoca, di ogni paese, di ogni continente, è nato una volta per sempre il Figlio di Dio, come figlio dell’uomo: è nato Gesù. E’ questo il grande dono che ci ha fatto il Padre celeste. E questo grande dono si ripete, continua in perseveranza, e noi lo celebriamo ogni anno, liturgicamente il giorno di Natale e il periodo natalizio, per far rivivere questo dono del Padre celeste nelle nostre anime, nei nostri cuori, nella nostra umana consapevolezza. Questa nascita di Gesù a Betlemme ci dice che cosa siamo noi se il Figlio di Dio si è fatto uomo, e che cosa deve dire l’uomo, che cosa significa l’uomo se Dio si è fatto uomo. (Dai discorsi di Giovanni Paolo II)
Tutto in questi giorni ci parla dell’ineffabile mistero, che la Chiesa sta per celebrare e rivivere: la nascita del Verbo di Dio fatto Uomo. Dio si è fatto uomo – commenta S. Agostino – per comunicare all’uomo la sua vita divina. Questa verità deve illuminare tutta la vita del cristiano e guidarlo in ogni sua scelta. Da essa deriva un nuovo modo di vedere persone e cose, una maggior capacità di accettare e amare i fratelli, la forza per affrontare e superare le prove e le difficoltà della vita, la giusta direzione per non lasciarsi sviare dalle molteplici forme di secolarismo del mondo circostante.
Il Verbo si fa uomo per portare l’uomo all’altezza di Dio, per comunicargli la sua vita.
Questo fatto così stupendo e così grande deve indurci ad aprire il nostro cuore a Cristo Signore che viene. Deve spingerci e lavorare di più perché la sua venuta porti davvero l’umanità a vivere nella direzione che Egli ha impresso nella storia del mondo. Dopo la nascita di Cristo, tutto è cambiato: “Ecco faccio nuove tutte le cose”.
Tu vedi le mie necessità. Tu sei fiamma di carità: purifica il mio cuore da tutto ciò che non è conforme al tuo cuore santissimo. Tu sei la santità increata: ricolmami di grazie fecondatrici di progresso vero nello spirito.
Vieni Gesù, ho tante cose da dirti, tante pene da confidarti, tanti desideri, tante promesse, tante speranze. Ti voglio adorare, ti voglio baciare in fronte, o piccolo Gesù, mio Salvatore. Voglio darmi a te per sempre. Vieni, o Gesù, non tardare oltre. Accetta il mio invito. Vieni!
Vieni Gesù, la tua venuta a Betlemme portò gioia al mondo e ad ogni cuore d’uomo. Vieni a donarci la stessa gioia, la stessa pace; quella che brami darci.
Vieni per darci la buona novella che Dio ci ama, che Dio è amore. Allo stesso modo tu vuoi che ci amiamo vicendevolmente, che diamo la nostra vita gli uni per gli altri, come tu hai dato la tua. Fa’ che, guardando la mangiatoia, ci lasciamo conquistare dal tuo tenero amore e lo viviamo tra noi.
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