Le ore 15 fanno scandire il tempo della misericordia: Gesù ci aspetta per donarci la sua Divina Misericordia.
La superbia pero’ allontana Dio dal cuore. L’umiltà invece lo avvicina, lo attrae, lo conquista. Il nostro Dio ama gli umili, mentre non può amare i superbi, perché il loro cuore è così indurito da non consentire nessuna sua presenza nella loro vita. Il peccatore umile, cioè colui che sempre riconosce il suo peccato, è da Dio perdonato e riammesso nella sua amicizia. La stessa cosa non può essere detta per il peccatore superbo, il quale pecca e non riconosce il male da lui fatto. La sua coscienza è cieca.
Nell’insegnamento dell’Antica Scrittura sommamente raccomandata era la virtù dell’umiltà. Il padre la insegna al figlio come la vera sorgente di ogni bene per la sua casa. Un uomo senza umiltà è un vero disastro per sé e per gli altri. Il superbo è come una casa senza tetto e senza fondamenta. Il suo presente e il suo futuro sono una vera rovina. La superbia è il peccato di Satana, degli angeli ribelli e di quanti appartengono ad essi. Quella del superbo è una vita veramente diabolica, mai potrà dirsi umana.
Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato. Non cercare cose troppo difficili per te e non scrutare cose troppo grandi per te. Le cose che ti sono comandate, queste considera: non hai bisogno di quelle nascoste. Non affaticarti in opere superflue, ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana.
La presunzione ha fatto smarrire molti e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri. Se non hai le pupille, tu manchi di luce; se ti manca la scienza, non dare consigli. Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male, chi ama il pericolo in esso si perderà. Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni, il peccatore aggiungerà peccato a peccato. Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male. Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio. L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati. Chi ricambia il bene provvede all’avvenire, al tempo della caduta troverà sostegno. (Sir 3,17-31).
Il fariseo va dinanzi al Signore solo per pavoneggiarsi, esaltarsi, inorgoglirsi dello stato della sua anima. Lui non è come gli altri uomini che sono tutti sciocchi, stupidi, imbecilli. Non sanno rubare con eleganza. Non sanno essere ingiusti con furberia. Non sanno essere adùlteri con circospezione. Lui non è come gli altri perché sa come usare la religione per rubare, essere ingiusto, condannare, essere adultero, commettere altri crimini contro Dio e contro i fratelli. Lui è “saggio e intelligente”. Lui non ha bisogno di vendersi al nemico per rubare al suo popolo. Lui sa servirsi bene del tempio, del culto, dell’insegnamento, di ogni altra relazione sociale. Basta poi pagare qualche decima e mostrare al popolo che si digiuna e la faccia è bella e pulita. Lui è talmente “saggio e intelligente” da ingannare lo stesso Dio. Lui è peccatore “saggio”, l’altro è peccatore “scemo”. Lui sa peccare con somma intelligenza e il suo non è peccato. L’altro pecca per stoltezza e insipienza e il suo è vero peccato. Per questo lui non è come gli altri.
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Il pubblicano è invece persona umile. Ha peccato e lo riconosce dinanzi a Dio. Ha trasgredito la Legge e chiede perdono al suo Signore. Ha mancato, perché ingannare se stesso e il Signore, negando di aver mancato? Per questa sua umiltà, Dio lo giustifica, lo assolve, lo libera dal suo peccato, lo riconcilia con sé.
Signore donami la Tua misericordia!
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera umiltà.