Mi piacciono assai le parole di un giovane dei nostri tempi morto piamente a 28 anni: “Vorrei che la mia voce fosse più potente di mille tuoni, più forte dell’impeto del mare in tempesta e più impressionante del fragore dei vulcani in eruzione, solamente per poter gridare: Dio ci ama”; sì, Cristo Signore ci ama da sempre, ci ama di amore infinito, ci vuole amare per tutta l’eternità.
È questa la sintesi di tutta la Bibbia e dell’intera storia dell’umanità e dell’universo: “Dio è amore e chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1).
Alcuni segni dell’amore di Cristo Dio:
1) Amare significa donare: Dio ci ha donato tutto quello che ci circonda e tutto ciò che siamo e che abbiamo: ecco la Creazione, davanti alla quale Dante Alighieri canta: “S’aperse in nuovi amor l’eterno Amore” (2) e davanti alla quale il cuore di S. Francescoprorompe nel “Cantico delle creature”. Insieme con Dante e con S. Francesco, tutta la nostra vita sempre deve cantare e lodare “l’Amor che muov’il sol e l’altre stelle!” Sì, perché Dio, dopo aver creato tutto l’universo per noi, ha creato ciascuno di noi unicamente per avere un nuovo essere su cui riversare la pienezza del suo affetto. Perciò tu, di fronte a Dio, non sei un essere qualunque e dimenticato: anche se tu fossi deturpato da orribili peccati, Dio ti ripete quelle bellissime parole della Bibbia: “Tu sei prezioso ai miei occhi perché sei degno di stima e io ti amo” (3).
2) Amare vuol dire parlare, manifestare i propri pensieri: Dio si è degnato di parlarci lungo i secoli, e ha manifestato a noi i suoi pensieri, i suoi segreti, i suoi progetti, i suoi desideri: ecco la Rivelazione: è contenuta nella Bibbia che dobbiamo avere tanto a cuore e che dobbiamo leggere sulle ginocchia della madre Chiesa cui lo Spirito Santo l’ha affidata.
3) Amare è rendersi simile alla persona amata: Dio si è fatto uomo, in tutto simile a noi, fuorché nel peccato: ecco l’”Incarnazione!” Si è tanto umiliato fin quasi ad annullarsi per noi! Potessimo avere l’amore tenerissimo che aveva Francesco d’Assisi verso Gesù Bambino!
4) Amare è soffrire e morire per la felicità della persona che si ama: ed ecco che Gesù, per la nostra felicità eterna, affronta l’ignominia della Croce, le terribili sofferenze della Passione, gli spasimi orrendi della Morte.
S. Giovanni esclama: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi”. (4)
S.Paolo dice: “Annientò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (5).
S. Francesco di Sales scrive: “Quando muore improvvisamente un uomo grande, si fa l’autopsia per scoprire la causa della morte. A Gesù, morto in croce, fu squarciato il costato e si vide che era morto di un male che veniva dal Cuore, cioè era morto di amore”.
5) Amare è dare a chi ama quanto si ha di più prezioso e di più caro: ebbene Gesù, nel momento più tragico e più solenne, quando stava morendo per noi sulla Croce, ha dato a ciascuno di noi, come Mamma spirituale, la sua stessa Madre naturale, e ci ha affidati a Lei.
“Gesù – dice il Vangelo – vedendo la Madre e lì accanto a Lei il discepolo (in cui noi eravamo rappresentati) disse alla Madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua madre”. (6)
7) Amare è voler star vicino alla persona che si ama: Gesù dovendo terminare questa vita terrena, non ha voluto lasciarci soli: “non vi lascerò orfani”, disse, ed è rimasto in mezzo a noi presente nell’Eucaristia.
8) Amare è immedesimarsi con chi si ama: ecco la Comunione che è l’espressione più alta dell’amore: Gesù giunge a farsi mangiare da noi: ci ripete: “Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo”.
9) Amare è dividere la propria felicità con la persona amata: ecco il Paradiso che è la partecipazione alla gioia infinita di Dio stesso. Gesù dirà a ogni suo fedele seguace: “Entra nella gioia del tuo Signore” (7).
B – CHI NON AMA GESU’ È “UN NULLA”, “RIMANE NELLA MORTE”: dopo tanti segni, tante prove dell’amore di Gesù per noi, è incredibile che ci si rifiuti di amarlo. Eppure, tanti non lo amano.
S.Paolo, già terribile persecutore dei cristiani che, convertito da Gesù, diventa l’innamorato di Lui, grida: “Se qualcuno non ama il Signore Gesù, sia anatema” (8), sia scomunicato! E ammonisce: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, ma non avessi la carità (ossia l’amore a Gesù), sono un nulla; niente mi giova (9)”.
S. Giovanni, l’apostolo dell’amore, dopo pressanti raccomandazioni a rompere con il peccato che ci rende “figli del diavolo” e a vivere come “figli di Dio”, afferma: “Chi non ama (Dio e il prossimo) rimane nella morte” (10). In pratica: chi bestemmia, è nella morte; chi non partecipa per negligenza alla S. Messa domenicale, è nella morte; chi non si istruisce nella verità di fede, è nella morte; chi non prega, è nella morte; chi commette delle impurità, è nella morte e così di seguito.
Invece, soggiunge S. Giovanni, “chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio e Dio dimora in lui” e vive la vita stessa di Dio!
C – CHI AMA GESU’ STA NELLA GRAZIA, NELLA GRANDEZZA, NELLA LIBERTÀ, NELLA SANTITÀ: Gesù che è amore, a noi chiede solo amore; e dall’amore vengono a noi tutti i benefici divini.
Gesù con dolce insistenza ci ripete: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore” (11). E riassume tutti i comandamenti nell’unico precetto dell’amore verso Dio e verso i fratelli: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore… Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge” (12).
S. Paolo estasiato al pensiero dell’amore senza limiti di Gesù, esclama: “Il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i Santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo” (13). E afferma con grande forza che nulla, neppure la morte di spada, ci deve allontanare dall’amore a Gesù: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Io sono persuaso che né morte, né vita, né presente, né avvenire, né potenze, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (14).
Saremo tanto più grandi davanti a Dio quanto maggiore sarà il nostro amore a Gesù. S. Agostino dice: “Il mio amore è la mia misura” (la misura della mia grandezza).
Tanto maggiore sarà la nostra libertà, quanto maggiore sarà il nostro amore a Gesù. Perciò S. Agostino afferma: “Ama e fai tutto quello che vuoi”: infatti non farai altro se non ciò che maggiormente piace a Gesù.
Chi sta nell’amore a Gesù, è già nella santità ordinaria, e per raggiungere la santità eroica (a cui tutti i battezzati sono chiamati) è sufficiente amare molto Gesù, e compiere tutti i nostri doveri con questo grande amore. Per arrivare più facilmente a questo altissimo amore, amiamo tanto la Madonna, così, in certo modo, ameremo Gesù col cuore stesso di sua madre: è questa la strada più corta e più dilettevole e più gioiosa verso le più alte cime della santità.
La Vergine Santa ci aiuti a realizzare il testamento spirituale di S. Veronica Giuliani, Clarissa Cappuccina, la quale, dopo una intera vita piena di terribili penitenze e di atroci dolori, chiesti e sopportati con tanta gioia, nella sua lunga dolorosissima agonia andava ripetendo: “Ditelo a tutti che ho trovato l’AMORE; sta qui il segreto delle mie gioie e delle mie sofferenze: ho trovato l’AMORE! ditelo a tutti: ho trovato l’AMORE!”
ESEMPIO. Il Ven. Tommaso Acerbis da Bergamo (1563–1631), contadino, pastore, poi Frate Cappuccino, è stato uno dei più ferventi apostoli dell’amore a Gesù e al Sacro Cuore (ancor prima delle rivelazioni a S. Margherita Maria). Quasi illetterato, ma ricolmo di Spirito Santo, svolse per molti anni una meravigliosa catechesi di casa in casa nell’Italia settentrionale, nel Tirolo, in Austria e in Germania, e scrisse dei bellissimi libri di spiritualità, di ascetica e mistica e un trattato per confutare gli errori dei Protestanti e per confermare nella fede i Cattolici.
Papa Giovanni XXIII era entusiasta dei suoi scritti sull’”Amore di Dio”, e durante la sua santa agonia chiese a chi l’assisteva che gliene leggesse lunghi brani.
Il Venerabile confidò di essere stato “sin dei mesi interi senza poter dormire per gli incendi di amore verso Dio”. Nelle notti insonni fu udito pregare: “O dolcissimo, amabilissimo, desideratissimo e unico mio gaudio, allontanati da me perché altrimenti muoio a causa dell’amore a te”. Nei giorni di agonia, assicurano i testimoni, “stava aggrappato al Crocifisso, stretto fra le mani e quasi lo mangiò per tanti baci e abbracciamenti che gli diede”. E andava implorando: “O Dio! O Dio! Non posso più soffrire questi amorosi influssi! O Gesù… o mio Cuore! Cessate un poco perché il vostro amore mi ammazza avanti tempo, la dolcezza è troppo grande, il mio cuore non ne può più”. Tutte le persone presenti confermarono che la sua fu una “morte di amore”.
Che grande cosa viver d’amore e morir d’amore! Ricordiamo sempre le belle parole del Ven. Tommaso: “Il tutto è fumo e vanità, altro ben non si trova che l’amore di Dio”.
PROPOSITO. Chiediamo spesso allo Spirito Santo che per intercessione della Madonna ci elargisca quello che è il suo più grande dono: l’amore a Gesù. Chiediamo questo dono a Gesù medesimo con le stupende parole di Francesco d’Assisi: “Rapisca, ti prego, Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore, la mente mia, perché io muoia per amore dell’amore tuo, come Tu ti sei degnato morire per amore dell’amore mio” (15).
(1) I Gv. 4, 16 (9) Cfr. I Cor. 13, 1 ss.
(2) Par. 29, 19 (10) Cfr. I Gv. 3, 14.
(3) Is. 43, 4 (11) Gv. 15, 9 s.
(4) 1 Gv. 3, 16 (12) Mt. 22, 37
(5) Filip. 2, 8 (13) Ef. 3, 17 ss.
(6) Gv. 19, 26 s. (14) Rom. 8, 35.38 s.
(7) Mt. 25, 21 ss. (15) FF. 277
(8) I Cor. 16, 22
Redazione Papaboys (Fonte christusveritas.altervista.org)