Gioia ed emozione tra i ragazzi confessati da Papa Francesco

Prima dell’Angelus il Papa, nel parco di Rio, ha confessato alcuni giovani della Gmg. Leggiamo il racconto di Francesca Sabatinelli per la Radio Vaticana.

Claudia ha 27 anni e a Rio ci è arrivata da Pescara. E’ l’unica italiana confessata da Francesco, con lei altri quattro giovani, del Brasile e del Venezuela. Un’emozione, un dono di Dio: questo è stato per Claudia l’incontro con il Papa che, confida a chi la interroga, le ha parlato con schiettezza e semplicità. Il Quinta da Boa Vista, parco pubblico di Rio, un tempo residenza della famiglia imperiale brasiliana, è divenuto “Feira Vocacional”, cornice per concerti, per incontri, ma soprattutto per il momento più intimo e riservato della Gmg: le confessioni. 50 i confessionali allestiti, in legno bianco riproducono la montagna del Corcovado, sormontata dal Cristo Redentore. E qui Francesco ha seguito i passi del predecessore Benedetto, quando a Madrid nel 2011 confessò quattro ragazzi.

Ascoltiamo Renan Souza, 21 anni, uno dei giovani confessati dal Papa:

“Eu estava muito nervoso… Ero molto nervoso, ma quando guardi il suo sguardo e lui ti sorride, sembra di parlare con un padre! Sembra di avere Gesù davanti a te! Ti senti molto, molto a tuo agio. E’ stata una cosa molto spontanea! Io gli parlavo in portoghese e lui mi rispondeva in spagnolo. Sicuramente da oggi in poi la mia vita sarà molto, molto diversa!”.

Molti i ragazzi accorsi al parco di Rio per vedere il Papa al suo passaggio. In loro risuona ancora l’eco delle parole di Francesco pronunciate ieri sera a Copacabana. Marina Tomarro li ha incontrati:
R. – Forse qui capiamo davvero l’aspetto di universalità di questa Chiesa. Non è la nostra parrocchia, non è magari la nostra città, ma è qualcosa di mondiale, che abbraccia tutto il mondo.
D. – Il Papa vi ha invitato a seguire le orme di Cristo. Come rispondiamo a questa esortazione di Papa Francesco?
R. – Ci mettiamo in ascolto e prepariamo i cuori per questo compito sicuramente difficile. Speriamo che questa Giornata mondiale ci possa aiutare con le catechesi a capire come seguire queste orme e la sua strada.
R. – Alla fede si risponde con la fede, con un’esperienza forte di Cristo: essere testimoni di Cristo in terra. Così si vive la fede? La fede si fa propria con l’esperienza vissuta di Gesù.
R. – Io abito a Porto Alegre, nel Sud del Brasile, vicino l’Argentina. Qui noi veniamo da tutto il mondo e questa fraternità che stiamo vivendo a Rio de Janeiro non l’ho mai vista in nessun posto del mondo. Questa è la speranza di un mondo migliore, di un mondo che il Papa vuole per noi e che noi vogliamo per i nostri figli, in tutto il mondo.
D. – Il Papa ci parla spesso di perdono: perdono da ricevere, perdono da dare…
R. – A volte è più difficile ricevere il perdono che darlo. Dobbiamo perdonare noi stessi, che a volte è più difficile che perdonare l’altro.

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