Per la terza volta torna a Lourdes – che ospitò la prima edizione – la Giornata mondiale del malato, istituita 25 anni fa da Giovanni Paolo II, celebrata ogni anno l’11 febbraio. Tema del 2017: “Stupore per quanto Dio compie: grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”. Ancor oggi “uno straordinario evento ecclesiale”, ha sottolineato mons. Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, segretario del dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, promotore della Giornata, presentata nella Sala Stampa della Santa Sede, occasione per illustrare, anche, la Nuova Carta degli Operatori Sanitari.
Si è fatto latore mons. Mupendawatu del cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero, assente per malattia all’incontro con la stampa. E il primo grazie del porporato è andato ai giornalisti, che prestano attenzione al mondo della salute:
“Un’attenzione di cui le persone malate, sofferenti e coloro che se ne fanno carico, in maniera professionale o volontaria che sia, hanno davvero un grande bisogno”.
Alla Giornata, articolata dal 10 al 13 febbraio, parteciperà quale Legato del Papa, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che presiederà la Messa solenne dell’11 febbraio. Ancora oggi, un evento “straordinario” per la Chiesa, ha sottolineato mons. Mupendawatu:
“È un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e un momento di richiamo per tutti per riconoscere il Volto di Cristo nel volto del fratello infermo.”
E quale sussidio, aggiornato sul piano dottrinale e scientifico, è la Nuova Carta degli operatori sanitari, piuttosto “un libro” – ha osservato il direttore della Sala Stampa Greg Burke – rivolto non solo alle figure professionali dell’assistenza, a medici, infermieri e ausiliari, ma anche a ricercatori, farmacisti, amministratori, legislatori che lavorano nel campo della sanità. Per tutti una base comune, ha spiegato il prof. Antonio Gioacchino Spagnoli, ordinario di Bioetica all’Università Cattolica di Roma, tra gli esperti che hanno rinnovato la Carta:
“Tutti si collocano nello spirito originario della fiducia che incontra la coscienza”.
Tre le sezioni della Carta dedicate a “Generare”, “Vivere”, “Morire”. Diverse le novità che tengono conto della ricerca scientifica e dei progressi per salute umana e ribadiscono pure le pratiche bandite come aborto, diagnosi pre-impianto segno di mentalità eugenetica e sperimentazione su minori e adulti incapaci a decidere. Non si ha la pretesa di avere affrontato tutto, ha concluso il prof. Spagnoli:
“Sicuramente la Carta non è esaustiva dei problemi che si possono incontrare, ma è stata realizzata proprio per offrire una linea-guida il più possibile chiara per i problemi etici che devono essere affrontati nel mondo della salute, in armonia con gli insegnamenti di Cristo e del Magistero della Chiesa”.
Fonte it.radiovaticana.va/Roberta Gisotti
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