«La buona politica è al servizio della pace». Questo è il titolo del messaggio per la cinquantaduesima giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio 2019.
La responsabilità politica appartiene a ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Non c’è pace senza fiducia reciproca. E la fiducia ha come prima condizione il rispetto della parola data. L’impegno politico — che è una delle più alte espressioni della carità — porta la preoccupazione per il futuro della vita e del pianeta, dei più giovani e dei più piccoli, nella loro sete di compimento.
Quando l’uomo è rispettato nei suoi diritti — come ricordava Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris
(1963) — germoglia in lui il senso del dovere di rispettare i diritti degli altri. I diritti e i doveri dell’uomo accrescono la coscienza di appartenere a una stessa comunità, con gli altri e con Dio (cfr. ivi, 45). Siamo pertanto chiamati a portare e ad annunciare la pace come la buona notizia di un futuro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti.“La responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare”. Su questa premessa si fonda il tema scelto da Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale della Pace, che come di consueto aprirà il nuovo anno: “La buona politica è al servizio della pace”.
“Questa missione – si legge nel commento – consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Non c’è pace – viene ricordato – senza fiducia reciproca. E la fiducia ha come prima condizione il rispetto della parola data. L’impegno politico, che è una delle più alte espressioni della carità, porta la preoccupazione per il futuro della vita e del pianeta, dei più giovani e dei più piccoli, nella loro sete di compimento”.
giornata mondiale pace
“E’ un messaggio tutt’altro che scontato”, osserva don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, “in un mondo dove sembra trionfare l’antipolitica, dove dare addosso al politico – mandiamoli a casa sono tutti ladri – è diventato quasi un sport, dove sembra anche a livello mondiale che la politica non abbia più un valore se non mostrare l’arroganza del potere, la guerra, gli interessi dei mercanti di armi, di oro, di diamanti… mentre il Papa ci ricorda che la politica è la massima espressione della carità. Quindi quando guardiamo gli impoveriti del mondo, quando guardiamo lo Yemen – per stare nell’attualità – vittima di bombe spedite anche dall’Italia, allora ci chiediamo dov’è la politica, è lì solo a certificare questo? Allora il Papa ci mette un aggettivo parla della ‘buona politica’. Un invito a riscoprire per il presente e per il futuro l’importanza del ruolo politico che ognuno di noi ha ed anche l’importanza dell’impegno politico della polis per il bene comune del pianeta, per riparare ai disastri ambientali di cui siamo responsabili anche noi. C’è bisogno di ragionare, di confrontarsi e di riscoprire il valore della politica e di mettere al centro l’uomo e che ognuno faccia la sua parte”.
“Questo è un invito – sottolinea don Sacco – per tutti noi, rispetto ad esempio al tema dell’immigrazione, quando diciamo ‘gli stranieri sono delinquenti, strupratori, ecc…’, o quando criminalizziamo certi modelli di accoglienza si va nella direzione di negare i diritti a chi li chiede e non li vede rispettati. Se noi seminiamo odio e razzismo non possiamo raccogliere buoni frutti ma solo ponti distrutti e muri di filo spinato. Per questo la nostra Marcia della Pace nella notte di Capodanno sarà quest’anno a Matera, capitale nel 2019 della cultura europea, perché vogliamo che la pace diventi anche un impegno culturale”.
“La pace non è un hobby o una fissazione di qualcuno. La pace è la buona notizia che tutti noi – uomini, donne, studenti, casalinghe, preti, laici, credenti e non credenti – siamo chiamati a seminare, percorrendo una strada certo in salita dove è proprio la pace che apre alla speranza”.
Osservatore Romano, 6/7 novembre 2018 e Vaticannews
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