Categorie: Ethica et Oeconomia

Giornata Onu contro la corruzione sociale, politica, economica

Si celebra oggi la Giornata internazionale contro la corruzione sociale, politica economica, che affligge tutti i Paesi e che viola i diritti umani fondamentali, come sottolinea il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo Messaggio volto a sensibilizzare le opinioni pubbliche in tutto il mondo su questo gravissimo fenomeno, che compromette lo sviluppo democratico degli Stati e il benessere delle popolazioni. Roberta Gisotti della Radio Vaticana ha intervistato Marina Mazzini, assistente esecutiva dell’Unicri-Istituto di ricerca dell’Onu sul crimine e la giustizia (ascolta in audio il servizio):

 

D. – Dott.ssa Mazzini, i danni della corruzione sono ancora forse poco avvertiti dai cittadini? Eppure Ban Ki-moon denuncia che gli effetti maligni della corruzione ricadono su miliardi di persone…

R. – La corruzione è indubbiamente uno dei fenomeni criminali che più incidono sullo sviluppo sociale ed economico di tutti i Paesi. È un fenomeno molto poco quantificabile, perché è ‘sommerso’ ed è un fenomeno che si radica in tutte le culture, e per il quale c’è sempre più bisogno di una maggiore azione di sensibilizzazione. Ci sono Paesi nei quali una madre che partorisce per poter vedere il figlio o la figlia deve pagare una ‘mazzetta’ al personale sanitario; ci sono Paesi nei quali le gare pubbliche vengono vinte dalle società che corrompono e non dalle società che potrebbero fornire servizi migliori. La corruzione sottrae ogni anno miliardi di dollari allo sviluppo dei Paesi, ai servizi di base, all’economia e rallenta la crescita economica ed il rafforzamento dello stato di diritto.

D. – Cosa fanno le Nazioni Unite per contrastare la corruzione?

R. – Hanno sviluppato uno dei principali strumenti di contrasto che è la Convenzione dell’Onu contro la corruzione, e proprio quest’anno si celebra il 10.mo anniversario della nascita di questo nuovo strumento, che fu aperto alla firma a Mérida in Messico. È il primo strumento giuridico vincolante nella lotta contro la corruzione, che prevede misure di prevenzione di criminalizzazione delle principali forme, creando anche piattaforme per rafforzare la collaborazione tra la polizia e la magistratura. È uno strumento ratificato da 171 Paesi. Le Nazioni Unite stanno continuando a promuoverlo e stanno anche aiutando i Paesi ad implementarlo; quindi, ad adottare e ad armonizzare le loro procedure interne. Inoltre, l’Onu sta soprattutto sviluppando un’azione di sensibilizzazione della società civile, che è l’elemento cardine per sconfiggere la corruzione. La campagna di quest’anno – sviluppata dall’ufficio dell’Onu contro la droga ed il crimine – lancia come messaggio: “Zero corruzione, 100% sviluppo”. È una campagna che si propone soprattutto di coinvolgere i giovani come elemento chiave nella nascita di una nuova cultura. Le Nazioni Unite aiutano poi i Paesi anche a rimpatriare i beni sottratti. Però se pensiamo ai dati per cui su 395 casi di corruzione solo il 3% – che corrisponde a 197 milioni di dollari, su di un totale di 5,8 miliardi – sono stati restituiti ai Paesi nei quali si sono verificati gli atti di corruzione, questo ci dà l’idea di quanto sia difficile contrastare la corruzione, ma ci dà anche l’idea di quanto veramente la corruzione – quando poi si ha la possibilità di quantificarla – raggiunga livelli molto importanti. La corruzione poi non è solo un fenomeno che rallenta lo sviluppo e l’economia, ma è anche un fenomeno nel quale si radicano le organizzazioni criminali ed il terrorismo perché sono i meccanismi di corruzione che permettono poi ai gruppi di criminalità organizzata e ai gruppi terroristici di creare sistemi per infiltrarsi nelle società e minare sempre più lo stato di diritto.

D. – C’è ancora quindi molto da fare. Questo giustifica l’appello di Ban Ki-moon ai governi, al settore privato e alla società civile tutta perché sia rimossa quanto più possibile la corruzione di ostacolo per raggiungere gli obiettivi del millennio…

R. – La corruzione è un fenomeno che colpisce proprio le classi più vulnerabili: sottraendo le risorse importanti ai Paesi, di fatto si ripercuote principalmente sulle persone che più hanno bisogno e che sono il target degli Obiettivi del millennio.

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