Un episodio della vita del beato Giovanni XXIII ci fa ben comprendere come la preghiera del Santo Rosario sostiene e dona la forza di pregare anche a chi è stanco. Forse per noi è facile scoraggiarci se dobbiamo recitare il Santo Rosario quando siamo stanchi, e invece, a rifletterci anche solo per poco, capiremmo che basterebbe un po’ di coraggio e di determinazione per fare un’esperienza salutare e preziosa: l’esperienza che la preghiera del Santo Rosario sostiene e fa superare anche la stanchezza.
Al papa Giovanni XXIII, infatti, legatissimo alla recita quotidiana delle tre corone del Rosario, capitò che un giorno, per il carico delle udienze, dei discorsi e degli incontri, arrivò a sera senza aver potuto recitare le tre corone.
Subito dopo la cena, lungi dal pensare che la stanchezza poteva dispensarlo dalla recita delle tre corone del Rosario, chiamò le tre suore addette al suo servizio e chiese loro:
«Ve la sentireste di venire con me in Cappella a recitare il Santo Rosario?».
«Volentieri, Padre Santo».
Si andò subito in Cappella, e il Santo Padre annunciava il mistero, lo commentava brevemente e intonava la preghiera. Al termine della prima corona dei misteri gaudiosi, il Papa si voltò alle suore e chiese:
«Siete forse stanche?». «No no, Padre Santo».
«Potreste recitare con me anche i misteri dolorosi?».
«Sì sì, volentieri».
Il Papa intonò quindi il Rosario dei misteri dolorosi, sempre con un breve commento ad ogni mistero. Al termine del secondo Rosario, di nuovo il Papa si rivolse alle suore:
«Siete stanche ora?». «No no, Padre Santo».
«Potreste completare con me anche i misteri gloriosi?».
«Sì sì, volentieri».
E il Papa iniziò la terza corona dei misteri gloriosi, sempre con il breve commento per la meditazione. Terminata la recita anche della terza corona, il Papa diede alle suore la sua benedizione e il più bel sorriso di gratitudine.
Il Rosario è sollievo e riposo
Il Santo Rosario è così. È preghiera riposante, anche nella stanchezza, se si è ben disposti e si ama colloquiare con la Madonna. Il Rosario e la stanchezza, insieme, fanno preghiera e sacrificio, ossia fanno la preghiera più meritoria e preziosa per ottenere grazie e benedizioni dal Cuore della divina Madre. Ella stessa, durante le apparizioni a Fatima, non ha forse chiesto «preghiera e sacrificio»?
Se noi pensassimo seriamente a questa insistente richiesta della Madonna di Fatima, non solo non ci scoraggeremmo quando dobbiamo recitare il Rosario sentendoci stanchi, ma capiremmo che ogni volta, con la stanchezza abbiamo l’occasione santa per offrire alla Madonna una preghiera-sacrificio che sarà certamente più carica di frutti e di benedizioni. E questa consapevolezza di fede sostiene realmente la nostra stanchezza addolcendola lungo tutto il tempo della preghiera-sacrificio.
Sappiamo tutti che san Pio da Pietrelcina, nonostante il pesante carico quotidiano di lavoro per le confessioni e per gli incontri con le persone che venivano da ogni parte del mondo, recitava di giorno e di notte tante corone del Rosario da far pensare al miracolo di un dono mistico, di un dono straordinario ricevuto da Dio particolarmente per la preghiera del Santo Rosario. Una sera avvenne che, dopo una delle giornate ancora più faticose, un frate vide che Padre Pio era andato e stava già da lungo tempo in coro a pregare ininterrottamente con la corona del Rosario in mano. Il frate, allora, si avvicinò a Padre Pio e con premura gli disse:
«Ma, Padre, dopo tutte le fatiche di questa giornata non potreste pensare un po’ a riposarvi?».
«E stando qui a recitare Rosari non mi sto forse riposando?», rispose Padre Pio.
Queste sono le lezioni dei Santi. Beato chi sa impararle e metterle in pratica!