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Giovani in agricoltura: possibile soluzione

PUGLIA – Proposta di legge per favorire l’accesso e contrastare l’abbandono dei terreni – È all’attenzione della IV Commissione del Consiglio regionale pugliese la proposta di legge “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contrastare l’abbandono ed il consumo dei suoli agricoli”. Prevista la cessione in locazione – dopo appositi bandi – di terreni agricoli e a vocazione agricola da parte di Regione e Comuni a giovani agricoltori singoli o associati. La proposta prevede anche norme per favorire il recupero produttivo e contenere il consumo di suoli agricoli. In Puglia l’incidenza dei giovani conduttori e delle donne sul totale degli addetti è inferiore alla media nazionale.

Osare di più. “La proposta di legge non è esauriente e bisognava osare di più”, commenta Tommaso Loiodice, pugliese, presidente nazionale Unapol. Infatti, “manca l’accesso favorito al credito, necessario per iniziare e dotarsi di attrezzature”. Inoltre, “non è previsto un vincolo di durata lungo nell’assegnazione dei terreni”. “Per riuscire ad ammortizzare gli investimenti, e poi guadagnare, il giovane agricoltore avrebbe bisogno di una concessione di alcuni decenni, ma questo non c’è nella proposta”, continua. Di fatto, “non è un aiuto all’imprenditoria giovanile”; sarebbe, invece, “una perfetta proposta per la salvaguardia del territorio, evitare il rischio di abbandono dei terreni e la biodiversità”. Per quanto riguarda i terreni concessi, “non vorrei che si trattasse di terreni periferici e poco redditizi”, dice Loiodice. Allargando lo sguardo, “occorre una ripartizione più equa del valore dei prodotti lungo tutta la filiera” e “bisogna dare risposte utili per accorciare la filiera”. Il giovane agricoltore “va messo in condizione di diventare attore, che può interagire con il consumatore, poiché il prodotto deve vincere la concorrenza di altri Paesi”. Se la filiera continua a essere quella classica, però, “non daremo risposte concrete ai giovani”. Oggi l’agricoltura “torna ad avere fascino per loro perché non significa soltanto produzione ma imprenditorialità, con un mercato sempre più attento al concetto della qualità gestita direttamente dall’imprenditore”. Con i nuovi media c’è la “possibilità di un contatto diretto con il consumatore”. Se tutto questo “è sostenuto dal legislatore, si possono dare risposte reali e l’agricoltura, in un momento di difficoltà economica, può essere luogo di sfida per mettersi in gioco”.

Modernizzare l’agricoltura. “È una proposta utile per usare spazi incolti e dare un respiro significativo all’agricoltura”, dice don Nicola Macculi, incaricato regionale per la pastorale sociale, del lavoro e del creato. Occorre però capire “le modalità con cui saranno assegnate le terre e il periodo di assegnazione, che deve essere di 10, 15 anni, per rendere redditizio l’utilizzo”. Oggi in Puglia l’agricoltura ha “un’importanza significativa, soprattutto grazie all’uso delle tecnologie e di nuovo personale”. I giovani “hanno introdotto novità: l’agricoltura non è solo necessaria per assicurarsi una provvidenza di cibo, ma significa anche attenzione all’ambiente, alla sicurezza del suolo ed è un volano per il turismo”. Questa, prosegue, “si è arricchita anche grazie alla politica agricola comune”. Esiste “una dimensione sociale dell’agricoltura, che è legata alla gastronomia”. Il comparto agricolo “vive una dimensione nuova che va nella direzione di un patto col consumatore”. Le facoltà di agraria “hanno numerosi iscritti, che sono in aumento, segno che c’è anche una dimensione culturale nell’agricoltura contemporanea”. Occorre però “difendersi dalle importazioni selvagge di altri prodotti che creano difficoltà al comparto, come accade per l’olio venduto con marchi italiani”. Riguardo l’accesso al credito, “ci sono organizzazioni che vogliono agevolare questo percorso” e “i piani regionali danno buone prospettive a chi investe per modernizzare”. Infine, “è importante che recentemente la Regione sia un po’ più cauta sul fronte degli impianti eolici e fotovoltaici”, che avevano sottratto terra all’agricoltura.

a cura di Antonio Rubino per Agenzia Sir

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