R. – Questi dati sono il frutto di un’indagine che la Società italiana di pediatria porta avanti ormai da 16 anni. Abbiamo verificato alcuni dati che ci hanno un po’ sorpreso: intanto una “migrazione”, che si è già realizzata per gli adolescenti, dal computer verso lo smartphone, verso il telefonino. Questo da un certo punto di vista è un potenziale fattore di rischio perché aumenta il tempo di connessione e favorisce anche la connessione nelle ore notturne con la possibilità che si riscontrino anche delle conseguenze cliniche. Noi vediamo negli adolescenti un aumento di alcuni disturbi come l’insonnia, cefalea, lo scarso rendimento nelle ore mattutine.
D. – Che effetti può avere l’utilizzo di Internet senza controlli su ragazzi di 13 e 14 anni?
R. – Il problema infatti non è l’uso, ma è l’abuso. Lo strumento in sé non solo non va demonizzato, ma può essere anche uno strumento utile per interagire anche con i coetanei. Il problema è che non si può lasciare all’assoluto arbitrio dell’adolescente. Gli adulti devono intervenire, cercare di conoscere quella che è la realtà virtuale dei loro figli.
D. – Aumenta sempre di più l’utilizzo dei social network, soprattutto Whatsapp e Facebook. Che consigli pratici può dare ai genitori dei ragazzi che utilizzano questi mezzi di comunicazione?
R. – I consigli pratici sono essenzialmente questi. Intanto non trascorrere troppe ore sui social network, ma utilizzare Internet in tutte le sue potenzialità; non inviare delle immagini che possono essere considerati in qualche modo provocanti. Un altro consiglio pratico è quello di astenersi dal cosiddetto “gambling”, un fenomeno che si sta diffondendo, cioè il gioco d’azzardo via Internet. Dall’indagine emerge che circa il 15 percento degli adolescenti ha fatto questa esperienza, contravvenendo ad una norma di legge che vieta il gioco d’azzardo ai minori di 18 anni. Questo è sicuramente un elemento che costituisce un pericolo per gli adolescenti, perché innesca una tendenza ad utilizzare questo gioco d’azzardo sempre più spesso e anche con altri adolescenti, attivando quindi una realtà di gruppo che può essere sicuramente pericoloso non solo per le somme che potenzialmente possono spendere, ma perché – appunto – può diventare poi un habitus che persiste nell’età adulta.
A cura di Redazione Papaboys fonte:Radio Vaticana
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