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Giovanni Bertini, l’ultimo saluto. E’ morto il simbolo della lotta alla SLA

La figlia Benedetta l’anno scorso scriveva all’Ansa una lettera sulla “terribile malattia

Giovanni Bertini in uno studio televisivo come opinionista calcistico

Si è spento questa mattina, in una clinica romana, l’ex giocatore della Roma Giovanni Bertini.

Aveva 68 anni e dal 2016 lottava contro la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

Bertini, detto “Giovannone“, classe ’51, fisico imponente e carattere esuberante, aveva giocato da difensore negli anni ’70 con Roma, Fiorentina, Ascoli, Catania e Benevento.

Prima della tragica notizia sulla sua salute, era stato opinionista televisivo in diverse emittenti.​

Il club di Trigoria, rimasto molto unito a lui anche negli anni della malattia, lo saluta cosi: “L’AS Roma piange la scomparsa di Giovanni Bertini, difensore che vestì la maglia giallorossa tra il 1969 e il 1974. Ai familiari va il cordoglio da parte del Club”. 

Il calvario

Bertini nei primi mesi del 2016 iniziò a soffrire di forti mal di testa e di una debolezza, dapprima concentrata e poi diffusa, ad un braccio. Dopo qualche mese da questi disturbi, avviene il primo ricovero all’Ospedale Sant’Andrea, dove dai sintomi descritti, si pensava ad un’ischemia.

Solo gli accertamenti dei mesi successivi hanno dato la diagnosi corretta, poco prima dell’estate infatti, il Baffo (altro nomignolo attribuitogli) scoprì di essere malato di Sla.

Dopo un lungo ricovero all’Istituto Santa Lucia di Roma, è stato spostato all’Istituto Don Gnocchi.

Dal1960 ad oggi, purtroppo possiamo contare quasi 50 vittime della Sla tra gli ex calciatori.

Numero altissimo, nonostante il tasso di diffusione della malattia che per fortuna è molto basso.

Il calciatore Giovanni Bertini

La carriera

Come ci ricorda il Corriere dello Sport, Bertini è cresciuto nell’Ostiense, squadra romana di quartiere, arrivando alla Roma del presidente Anzalone a soli 19 anni.

Il suo esordio è datato 14 dicembre 1969. Sono appena 6 le presenze nella squadra giallorossa in quella stagione. L’anno dopo infatti viene ceduto in prestito all’Arezzo, nella serie B. 

Rientrava alla Roma dopo qualche tempo, collezionando 20 presenze.

Viene ceduto successivamente al Taranto, ma dal 1974 al 1975 cambierà ancora altre due squadre: Ascoli e Fiorentina.

Giocherà solo dieci partite con la maglia viola e verrà successivamente trasferito a Catania dove colleziona 84 presenze.

Chiuderà la sua carriera nel Benevento con 41 presenze tra il 1980 e il 1982.

Il campione, alla fine della sua storia calcistica, ha totalizzato 54 presenze in Serie A e 29 in Serie B.

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La famiglia di Giovanni Bertini in una delle ultime uscite pubbliche del calciatore

Lettera della figlia Benedetta

Dopo che la notizia della malattia del padre cominciò a circolare su alcune radio locali, nei primi mesi del 2018, la figlia Benedetta, spiega all’ANSA il perché del suo silenzio dal momento della scoperta della malattia.

«Sono stata in silenzio da quando nel giugno del 2016 è stata diagnosticata a mio padre la Sla. Ora chiedo di rispettare il dramma che mio padre e la mia famiglia stanno affrontando silenziosamente da quasi due anni.

Da figlia perché volevo tutelare mio padre dalla verità su questa terribile malattia, da confronti che inevitabilmente sarebbero stati fatti tra lui e altri ex calciatori colpiti dalla stessa patologia, di cui papà ha seguito addolorato in tv e sui giornali il drammatico decorso.

Da giornalista, conoscendo i meccanismi che spesso regolano il mondo dell’informazione, sono stata in silenzio per paura che questa vicenda potesse essere strumentalizzata senza la necessaria sensibilità, dimenticando la tragedia umana che stavamo e che continuiamo a vivere ogni giorno. Per questo invito tutti gli organi di informazione a rispettare il dramma che mio padre e la mia famiglia stanno affrontando silenziosamente da quasi due anni.

Ci tengo a sottolineare che qualsiasi iniziativa o campagna in nome e per conto di mio padre e della mia famiglia dovevano e dovranno anche in futuro essere autorizzate da me, così come sarò io e solo io a fornire al momento opportuno qualsiasi aggiornamento sullo stato di salute di mio padre».

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