Il cantautore che ha vinto la sezione Giovani all’ultimo Sanremo racconta il suo viaggio in compagnia di fra Matteo Brena, commissario di Terra Santa della Toscana, a Gerusalemme, Betlemme, nel Mar Morto e nel deserto di Giuda.
A volte la buona musica non fa bene solo a chi la produce e a chi la ascolta, ma fa anche “del bene” a qualcun altro. «Sono alla continua ricerca di una mia dimensione spirituale. Ho vissuto un’esperienza meravigliosa. Non solo un viaggio, ma un luogo che mi ha stimolato ad interrogarmi». Giovanni Caccamo, nato a Modica nel 1990, e vissuto a Ragusa, polistrumentista, compositore e autore, trionfatore al 65esimo Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte con “Ritornerò da te”, ha visitato la Terra Santa accompagnato da fra Matteo Brena, commissario di Terra Santa della Toscana, su iniziativa del Commissariato Toscano, in collaborazione con la Custodia. Gerusalemme, Betlemme, il Mar Morto e il deserto di Giuda. Pochi posti, ma tra i più significativi.
A Gerusalemme, per esempio, l’istituto musicale “Magnificat”, dove bambini e ragazzi musulmani, cristiani ed ebrei, studiano assieme, e così imparano il dialogo e la convivenza. «Giovanni è un ragazzo molto sensibile e riflessivo – racconta fra Matteo -; ama assaporare i luoghi, ama il silenzio. Per lui è stato molto forte l’impatto con questa realtà ferita, di emarginazione, ma che lascia molti squarci di speranza».
Il 14 maggio scorso, Giovanni si è esibito a Gerusalemme, nel chiostro di Sant’Elena del convento di San Salvatore, davanti ad un’ottantina di ascoltatori entusiasti. Consapevole che i giovani di Betlemme non avrebbero potuto assistere, perché privi del permesso per attraversare il muro, la sera prima il giovane cantautore ha improvvisato per loro qualche canzone nel Casanova Palace, a fianco della basilica della Natività.
Poi, due giorni prima di rientrare in Italia, Giovanni ha voluto girare un videoclip (curato da Giulio Volta), per fermare quell’esperienza, assieme ai volti, agli occhi, alle mani delle persone che non vuole dimenticare. «Vedere come gli anziani vengono accuditi dalle suore, sapere che se non avessero queste amorevoli infermiere, sarebbero per strada, mi ha fatto riflettere. La visita alla casa di riposo della Società Antoniana, sostenuta dalla Custodia, è stata per me il momento più toccante». E poi i bimbi palestinesi, il deserto, i tetti di Gerusalemme, il suk. Le immagini impresse nella mente ora sono immortalate nel videoclip: danno il sapore della Terra Santa, ma senza vincolare troppo il messaggio.
Nessuna lettura politica, né religiosa, ma un semplice viaggio in un contesto multietnico. Il videoclip è accompagnato dal singolo “Distante dal tempo”, sapiente mix di suoni acustici, elettronica e pop. Il brano è un’ode alla vita, regalo prezioso ma spesso inquinato dal consumismo e dalla futilità. “Non trovo soluzioni in questi oggetti sparsi/Nella mia timidezza che non sentirai/Perché vivo veloce e non mi frenerò/Perché sentirti adesso ha rovinato/La mia percezione del tempo delle mie priorità”. Parole che suonano come un consiglio ad accettare le proprie fragilità, e a guardare all’essere e non all’apparire, in un mondo in continuo e frenetico cambiamento. «Un incoraggiamento a vivere il presente come costante novità, lasciandosi andare ad esso per scoprire la propria esistenza e fuggire dalle proiezioni umane più materiali», spiega Giovanni. Niente di più fragile degli anziani di Terra Santa. Per questo, Caccamo ha devoluto alla casa di riposo l’incasso del concerto del 7 giugno al teatro Le Laudi di Firenze.
Fra Matteo, com’è nata questa collaborazione?«Dopo Sanremo, ho pensato di contattare Giovanni. Lui aveva avviato il progetto “Live at Home 3.0”, un originale format che lo ha portato ad esibirsi nelle case della gente in Italia e all’estero (54 date in tutta Europa)». «Un modo per valorizzare i rapporti umani; tante anime, tanti respiri uniti dalla musica in uno spazio intimo comune», spiega Caccamo. «Quando l’ho chiamato – riprende fra Matteo -, gli ho subito detto che noi frati non abbiamo divani, e che il nostro spazio di incontro è il chiostro. Gli ho chiesto di organizzare in Italia un concerto a favore della Terra Santa, lui ha detto “sì” all’iniziativa, ma andando “alla fonte”, a Gerusalemme. Voleva conoscere direttamente i progetti. Così siamo partiti». «In Terra Santa mi ha colpito il coesistere di realtà molto diverse tra loro – dice Giovanni -, in maniera magari non armoniosa, ma rispettosa. Realtà diverse che si intrecciano e che mantengono i loro equilibri, perché hanno in comune dei luoghi, che per tutti sono sacri, ognuno partendo da una diversa religione. È una terra piena di contraddizioni ma dove la bellezza riesce sempre a resistere, nonostante le difficoltà».
Come sei arrivato a Sanremo? «Mi ero iscritto ad architettura al politecnico di Milano e, contestualmente, cercavo occasioni qua e là. Inizialmente non scrivevo, cantavo solo; ho mandato tutte le mie cover a varie etichette discografiche, ma nessun autore mi avrebbe mai affidato inediti interessanti, perché non ero nessuno. Allora, ho cominciato a scrivere e la passione si è trasformata in vocazione. Con i miei inediti, di nuovo ho fatto il giro delle etichette discografiche, ma niente. Era il 2012. Ero deluso e amareggiato, tornai in Sicilia, rassegnato a fare l’architetto, con la passione per la musica. Invece, Franco Battiato venne in vacanza a Donnalucata, vicino a casa mia, e lì avvenne il misfatto. Lui per primo ha creduto in me». Sei credente? «Sono nella fase della “religione del grazie”, nel senso che ciò che mi fa sentire in armonia con il mondo è la gratitudine per ciò che ho. Mi ritengo molto fortunato e credo che tutti dovremmo dire “grazie” più spesso. In Terra Santa la necessità di esprimere la mia gratitudine l’ho sentita ancora più forte. Grazie per avere una vita tra le mani, grazie perché sono in salute. E grazie per il successo di Sanremo, sono contentissimo. Mi ha dato una nuova vita. A livello umano, non è cambiato molto, però sento una grande gioia per ciò che ho. Sto vivendo un sogno, che sono riuscito a realizzare con tanto impegno». Prossima data per ascoltare Giovanni sarà il 7 agosto a Modena, ai Giardini Ducali. Ultimo appuntamento del “Qui per te tour”, live tratto dal suo album d’esordio “Qui per te” (Sugar).
di Romina Gobbo per Famiglia Cristiana