Una guarigione attribuita a San Giovanni Paolo II
Alcuni medici parlano di un “episodio sconcertante”…
Eva, un’americana in pensione, nel settembre 2007, è stata ricoverata in ospedale per una grave crisi respiratoria. La diagnosi peggiora: embolia polmonare.
I medici prevedono solo poche ore di vita. Per Eva e suo marito, il mondo crolla. Ma Marian, suo marito, corre alla cappella per pregare per Giovanni Paolo II che egli venera.
Il coraggio di chiedere a lui per la cura di sua moglie, lo implora di dargli almeno la forza per sopravvivere al dolore della perdita di colui con il quale ha condiviso più di trent’anni di amore.
Tornato nella stanza, scopre che la linea del cuore è piatta. Marian esce in lacrime, non ha la forza di assistere alle operazioni che le infermiere devono fare sul corpo senza vita di sua moglie.
Ma improvvisamente, un medico lo ferma e grida: “Tua moglie è viva! Ha aperto gli occhi e ha chiesto di vederti: non puoi andartene! “. Quando entra nella stanza, sua moglie è seduta sul letto e sorride. Il giorno dopo, i dottori, stupefatti, gli fanno una batteria di esami e non vedono traccia di embolia o cisti ovarica.
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Il suo cuore? Come se nulla fosse accaduto! Alcuni medici parlano di un “episodio sconcertante”, altri osano pronunciare la parola “miracolo”, ma tutti concordano: “È un caso di resurrezione trovato dalle macchine! “
(Alcuni medici parlano di un “episodio sconcertante”, altri osano pronunciare la parola “miracolo”, ma tutti concordano: “È un caso di resurrezione trovato dalle macchine!”)