Giovedì 2 aprile – La solitudine più atroce

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». Giovanni 13,1-15

La tua casa.
La tua sinagoga.
Le tue abitudini.
I tuoi amici.
E tutto è silenzio.
E gli occhi sono puntati.
Sei sempre tu.
È la tua Nazareth.
Sei tornato.
Sei pieno di spirito.
Di vita.
Di luce.
Di libertà.
Di gioia.
E tutto è silenzio.
E gli occhi sono puntati.

Sei in piedi.
Con la parola di Dio in bocca.
Il rotolo tra le mani.
Lo spirito di Dio su di te.
I tuoi amici intorno.
Tutto è silenzio.
E ti siedi.
Tutti con gli occhi fissi su di te.
La solitudine più atroce è quella tra quelli di casa propria.
Quella del silenzio dei tuoi.
Quella degli occhi puntati.
Quella di te solo al centro.
E quelli di casa in gruppo. Intorno a te. Che ti ascoltano. Ma non ti parlano.

Di Don Mauro Leonardi

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