Giovedì 30 ottobre – Senza te non sono più di nessuno

In quel giorno si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Lc 13,31-35.

Come farò a non vederti, amore mio?
Come farò a non stare con te, amore mio?
Quando non ti vedrò più.
La mia preghiera sarà il tuo nome.
Ti chiamerò.
Ti chiamerò.
Ti chiamerò.

Prima ti fanno i tranelli.
Prima ti vogliono incastrare.
Tradire.
E poi vogliono salvarti
Vogliono che scappi.
Sei verità e amore.
Le tue parole non arrivano alla testa.
Arrivano al cuore.
Possono non capirti.
Ma non possono non amarti.

Anche le parole uccidono.
Non solo gli assassini.
Anche tutti i tranelli, trabocchetti, tradimenti.
Anche tutte le domande per mettere alla prova , per far cadere.


Uccidono.
Non uccide solo Erode.
Uccidiamo tutti.
Con la bocca.
Non solo con le armi.
Hai una sola risposta.
Una per i farisei.
Una per Erode.
Una per le domande finte.
Una per le minacce.
Una sola risposta.
La tua vita.
Che libera.
Che guarisce.
Che ama.
Che si compie.

Amore mio.
Tu non ti fermi.
C’è una vita che è la tua.
Ci sono giorni che portano il tuo nome.
C’è una città che aspetta te che ne sei il Signore.
Tu non ti fermi.
C’è da vivere.
C’è da passare.
C’è da arrivare.

Amore mio.
Sei venuto a vivere e morire per me.
I tuoi giorni, per me.
Mi hai liberata.
Guarita.
Protetta.
Tra le tue braccia.
Amata.
E io non volevo.
E io scalciavo.
E io ferivo.
E io uccidevo.
Non mi hai mai lasciata.
Amore mio.
Non mi abbandonare.
Senza te non sono più di nessuno.
Ti chiamo.
Ti chiamo.
Ti chiamo.
Ti chiamo.

Di Don Mauro Leonardi

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