Giubileo da jobel, il corno d’ariete che secondo la prescrizione di Mosè annunciava ogni cinquant’anni agli ebrei l’inizio di un anno santo dedicato al Signore, nel quale i fondi alienati venivano restituiti ai proprietari, gli schiavi rimessi in libertà, i debiti condonati. I primi scrittori cristiani vi intravedono la prefigurazione dell’“anno di grazia” annunciato da Gesù nella sinagoga di Nazareth, ma è Isidoro di Siviglia, nel VII secolo, ad attribuire al giubileo valenza di condono dei peccati anticipando la questione delle indulgenze, in origine autonome rispetto all’anno santo. La prima indulgenza plenaria viene infatti concessa nel 1095 da Urbano II ai crociati in partenza per la Terra Santa; solo in seguito “iubilaeum” e “indulgentia” finiranno per coincidere.
L’autunno del Medioevo. È Bonifacio VIII a indire nel 1300 il primo anno santo della storia per riaffermare il prestigio del pontificato e l’universalità del cristianesimo di fronte alla crisi delle due istituzioni-cardine del Medioevo, papato e impero, e alla nascita degli Stati europei. Fin dall’inizio i giubilei si rivelano grandi eventi della cristianità ma anche specchio del tempo e realtà in grado d’influenzare società e cultura. Cinque anni dopo ha inizio la “cattività avignonese” (1305-1377) e il giubileo del 1350 si svolge, malgrado l’epidemia di peste nera, in assenza di papa Clemente V. In tono minore anche quello del 1390, celebrato da Bonifacio IX dopo il rientro dei Pontefici a Roma grazie anche alle esortazioni di santa Caterina da Siena. In pieno scisma d’Occidente (1378-1417) l’anno santo del 1400, seguito da quello del 1423 voluto da Martino V a 33 anni da quello del 1390.
Umanesimo, rinascimento e riforma. Il rapporto fra umanesimo e fede cristiana è la novità che i Papi si trovano ad affrontare nel quattrocento, epoca che vede la luce del mecenatismo pontificio. “Giubileo d’oro” viene definito quello indetto nel 1450 da Niccolò V che decide di trasferire la residenza papale dal Laterano al Vaticano e incarica Leon Battista Alberti di demolire l’antica basilica petrina per costruirne una più idonea. Grazie al Pontefice umanista fanno ritorno a Roma codici miniati e preziosi testi del mondo classico, primo nucleo della Biblioteca vaticana. La bolla del 1470 di Paolo II stabilisce che i giubilei debbano essere quattro per ogni secolo, negli anni 00-25-50 75. Sisto IV, noto per la costruzione della Cappella sistina, promulga l’anno santo del 1475, ma per la scarsa affluenza di pellegrini si diffonde la prassi di offrire l’indulgenza, a giubileo concluso, su versamento di denaro. Pratica che sarà nel 1517 una delle cause scatenanti della “rivolta” di Martin Lutero. Alessandro VI, nel 1500, stabilisce l’inaugurazione giubilare con l’apertura di una porta santa in ogni basilica. In piena riforma protestante e in tono minore si tiene il giubileo del 1525 (Clemente VII).
Controriforma ed epoca moderna.
Fonte. Agenzia SIR
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IL RUOLO AVUTO DALLA SANTA CASA -
Per un approfondimento sul motivo che indusse Bonifacio VIII consultare gli articoli pubblicati in TELE MARIA / LA VOCE CATTOLICA ai seguenti indirizzi Internet: in http://www.telemaria.it/notiziario15marzo2015.htm e in http://www.telemaria.it/notiziario25marzo2015.htm