Decine di migliaia di adolescenti sono attesi da tutto il mondo a Roma per il Giubileo dei ragazzi (23-25 aprile). Un evento fortemente voluto da Papa Francesco che personalmente ha invitato i ragazzi a venire Roma. Tre giorni nel segno della misericordia e della festa anche per esorcizzare la paura di attentati che attanaglia le famiglie timorose di mandare i loro figli. Ma “io porterei mio figlio – dice don Falabretti, responsabile del Snpg – perché è un’occasione pensata per loro”. Le iscrizioni sono aperte fino a tutto marzo.
Un evento da vivere non attraverso uno schermo, sia esso di una tv o di un pc, tablet o telefonino, tra pixel e piani di vetro, ma da assaporare realmente dal vivo, tra la folla, sentendone le grida, i silenzi, le ansie e gli entusiasmi. Sentendosi un solo corpo con migliaia e migliaia di altri coetanei, in quella fiumana di volti, colori e grida che accompagnano i gesti e le parole della ribalta. Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), lo vede così il prossimo Giubileo dei ragazzi (13-16 anni), che si svolgerà a Roma dal 23 al 25 aprile con un tema “impegnativo”: “crescere misericordiosi come il Padre”. Uno dei grandi eventi del calendario giubilare, tre giorni da vivere attraverso un percorso strutturato in diversi momenti: il 23 aprile l’arrivo e la preparazione per la confessione in piazza san Pietro, il passaggio della Porta Santa con la professione di fede sulla Tomba di Pietro e in serata la festa allo Stadio Olimpico. Il 24 mattina la messa con Papa Francesco e il 25 aprile la visita a sette piazze nel centro storico di Roma che ospiteranno altrettante tende contenenti testimonianze sulle opere di misericordia spirituale e corporale.
Andare controcorrente. “Esserci in quei giorni – dice don Falabretti – per un adolescente significa percepire di appartenere a qualcuno, a un popolo. Sentire di non essere solo e camminare con altri; di poter diventare una cosa sola con tanti sconosciuti senza rinnegare sé stesso e la propria unicità”. Il sacerdote conta molto sulla capacità “carismatica e coinvolgente” di papa Francesco capace di “indicare strade e percorsi” e “iniettare provocazioni e stimoli per uscire dall’apatia” e mettersi in cammino. Nel suo Messaggio per il Giubileo della Misericordia dei ragazzi e delle ragazze, il Pontefice non usa giri di parole: “crescere misericordiosi significa imparare a essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato, significa diventare grandi tanto nel fisico, quanto nell’intimo… Vi ripeto con tanta forza: rimanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino! Con Gesù possiamo fare cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali!”. L’invito di Papa Francesco al Giubileo è rivolto a tutti. Per venire a Roma in quei giorni non basterà “preparare solo gli zaini e gli striscioni, ma soprattutto il cuore e la mente”.
Non solo il terrorismo. E “avere anche un po’ di coraggio”, ammette senza troppi indugi don Falabretti, con il pensiero rivolto a tutte quelle famiglie timorose di mandare i loro figli per la paura di attentati. “Certamente abbiamo tanti motivi per temere il peggio, in questo tempo in cui le sicurezze vitali sembrano sgretolarsi ad ogni notizia del telegiornale – spiega il sacerdote – ma
io porterei mio figlio a un incontro del genere perché è un’occasione pensata per loro, in cui le parole e i segni, le musiche e i silenzi sono rivolti a questa generazione che si affaccia alla vita con l’innocenza e l’entusiasmo di chi sperimenta ogni cosa per la prima volta”.
Ma non c’è solo il terrorismo da temere. I timori per i nostri ragazzi” arrivano dalla “mancanza di futuro in cui abbiamo richiuso le nuove generazioni. Abbiamo da temere per la spessa ma fragile corazza affettiva che abbiamo costruito intorno alle loro vite, preoccupandoci di salvaguardarli da ogni sofferenza e frustrazione, e rendendoli così vulnerabili a ogni fallimento che noi non riusciremo a evitare. Abbiamo da temere la giostra delle relazioni che ci regala migliaia di amici su Facebook, ma non ci concede nessuno con cui confidarsi, la facilità con cui si può accedere alle esperienze distruttive”. Forse proprio per tutti questi motivi
“abbiamo bisogno di un tempo straordinario, in cui aspettarci doni di grazia che nemmeno riusciamo a immaginare. Il Giubileo vuole irrompere nella vita dei ragazzi e dei giovani nel segno di questa imprevedibile gratuità di Dio”.
Tempo di iscrizioni. E allora “avanti con le iscrizioni” è l’appello di don Falabretti. “Gli attentati di Parigi hanno frenato le adesioni ma ora si registra molto interesse intorno al Giubileo. Stiamo coinvolgendo associazioni, gruppi, movimenti, oratori, diocesi”. Le iscrizioni (https://iscrizioni.chiesacattolica.it/giubileoragazzi/index.jsp) sono aperte fino a tutto marzo con un contributo di € 10. Disponibile (su http://www.gmg2016.it/giubileo-dei-ragazzi e www.im.va) anche un sussidio di preparazione suddiviso in 5 schede, ognuna delle quali affronta un tema relativo all’Anno Santo della Misericordia: il pellegrinaggio come esperienza di comunione ecclesiale; il Giubileo come festa che converte i cuori; Gesù è il volto della misericordia di Dio; essere misericordiosi nel pensare, nell’agire, nel vivere ogni giorno; l’impegno della testimonianza e l’attesa per i frutti della semina”.
Redazione Papaboys (Fonte agensir.it/Daniele Rocchi)