Apertura della Porta Santa anche a Gerusalemme, questo pomeriggio. A presiedere il rito nella Basilica del Getsemani, il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Ma come ci si è preparati al Giubileo della Misericordia? Elvira Ragosta per Radio Vaticana lo ha chiesto al custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa:
R. – Ci si è preparati in tutte le parrocchie, in tutte le case religiose, insomma in tutti i centri di attività della Chiesa, innanzitutto con la preghiera e poi con gesti di carità anche tra di noi: con l’apertura delle nostre case agli stranieri, ai profughi che sono qui, non potendo accogliere i profughi che vengono dalla Siria per via della situazione politica. Insomma, abbiamo cercato anche noi di rientrare in questo clima che appartiene a tutta la Chiesa.
D. – Quanto è importante questo Giubileo della Misericordia per la Terra Santa?
R. – Direi che sia fondamentale. La Terra Santa, da generazioni e generazioni, vive un conflitto che sembra interminabile, che è a sfondo politico, ma anche religioso, dove comunque le comunità continuano a rinfacciarsi l’un l’altra i torti e le ingiustizie. Senza il perdono, senza la misericordia, non si potrà nemmeno parlare di giustizia, di cui abbiamo tanto bisogno. E questo Giubileo della Misericordia è l’occasione per aiutare anzitutto noi stessi, ma anche le comunità che vivono attorno a noi, a recuperare uno sguardo diverso, più libero, redento e misericordioso sull’altro.
D. – In Terra Santa, l’apertura della Porta nella Basilica del Getsemani, poi ad Haifa nella Cattedrale melchita e in quella maronita. Ma Porte Sante si aprono anche in Giordania, a Cipro, in Iraq, in Siria. Il valore della misericordia per il Medio Oriente…
R. – La misericordia sembra essere dimenticata sia nell’ebraismo, come anche nell’islam e in modo particolare nel cristianesimo. La misericordia è una delle virtù importanti e fondanti e sembra essere dimenticata. Basti guardare le grandi guerre che ci sono. Noi, piccola comunità cristiana, vogliamo ricordarci innanzitutto la misericordia che Dio ha usato con noi: l’essere una presenza di misericordia, di perdono, di riconciliazione, laddove le situazioni sembrano anche incancrenite o irreversibili. E’ l’unica parola positiva che possiamo dire in questo contesto lacerante.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)