Giulio, è stato ucciso in maniera brutale. Riposa in pace, ci uniamo alla preghiera

Un massacro, fratture in varie parti del il corpo. Poi quella fatale, alla colonna cervicale. ​Secondo i primi esami autoptici, Giulio Regeni è morto così, dopo botte e sevizie orribili. Nel corso dell’esame autoptico sul cadavere di Giulio Regeni, eseguito ieri, non è stato possibile stabilire con certezza la data della morte del giovane. Si attende l’esito di studi di laboratorio, che potranno durare anche più giorni, per fornire al pm, con significativo margine di approssimazione, la data della morte di Giulio: elemento, peraltro, ritenuto di particolare rilievo per la ricostruzione della vicenda.

I primi risultati dell’autopsia svolta ieri a Roma La frattura della colonna cervicale di Giulio Regeni, determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria. Quindi la morte. E’ quanto risulta dalle fonti medico-legali informate sui risultati dell’autopsia svolta ieri a Roma, citate dall’agenzia Ansa. Sul suo corpo ci sono anche i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni.

Il cadavere è stato sottoposto a una tac, a un esame tossicologico e a radiografie. Durante l’autopsia sono stati raccolti numerosi reperti che saranno sottoposti ad analisi specifiche di laboratorio. Dall’esame autoptico eseguito non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane. La conferma definitiva, tuttavia, si avrà soltanto quando saranno conclusi specifici esami di laboratorio che saranno svolti nei prossimi giorni su alcuni reperti.

Fiaccolata  a Fiumicello Sotto una pioggia battente circa duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni. Il lungo corteo è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale dove si sono tenuti brevi interventi, primo tra questi quello del sindaco Ennio Scridel. Ha chiesto al termine che “sia fatta piena luce sulla morte del giovane cittadino”. “Penso – ha aggiunto – che la famiglia abbia il diritto di sapere quanto è successo, così come questa comunità del Friuli” ma soprattutto quello che vogliamo davvero è che “il pensiero di Giulio venga portato avanti, che venga portata avanti quella difficile battaglia per i diritti dei lavoratori. Non è una battaglia facile da affrontare nel secondo millennio e in alcune realtà. Secondo me – ha aggiunto Scridel – l’Italia e l’Europa è una battaglia che possono compiere”.

Funerali entro la settimana Per quanto non sussistano problemi di sorta, il nulla-osta della Procura di Roma alla restituzione della salma di Giulio Regeni alla famiglia sarà formalizzato domani. Diversamente da quanto si era appreso in un primo momento, inoltre, i funerali del giovane si svolgeranno a Fiumicello (Udine) non martedì, ma in un giorno ancora da definire della prossima settimana, probabilmente a ridosso del week end. La famiglia, infatti, intende dar modo ai diversi amici di Giulio, sparsi nel mondo, di avere un margine di tempo adeguato per organizzare – se lo vorranno – la loro presenza in Friuli per le esequie. Il feretro, nel frattempo, sarà conservato nell’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma e sarà trasferito in Friuli, con volo militare, nell’imminenza del rito funebre.

E’ ancora giallo sulle ultime ore di vita di Giulio. Versioni contrastanti Il quotidiano filo-governativo egiziano, al Ahram, riferendo su risultati dell’inchiesta scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Giulio Regeni ha partecipato ad una festa di compleanno “in compagnia di un certo numero di amici”. Finora però dai principali resoconti era emerso che Regeni fosse diretto, ma non arrivato, alla festa e fosse stato rapito durante il tragitto nel centro del Cairo prima delle 20.  “La squadra di inquirenti esamina tutte le relazioni della vittima, sia con egiziani che con stranieri residenti al cairo, e i luoghi che frequentava”, scrive la versione cartacea di al-Ahram. Il  quotidiano rivela che “il generale Alaa Azmy, assistente del direttore del dipartimento generale delle indagini di Giza”, ha diretto investigazioni “approfondite per esaminare gli appartamenti abitati” della città del 6 ottobre (il quartiere all’estrema periferia ovest del Cairo a nord del quale è stato rinvenuto il corpo di Regeni) “per esaminare coloro che li frequentano e li abitano”.

Il sospetto degli inquirenti italiani: il corpo doveva sparire Gli investigatori italiani sospettano che ci fosse l’ordine di non dare elementi sulla sua morte. Che il corpo dello studente dovesse sparire. La sensazione è che solo di fronte alla fermezza dell’ambasciatore Mussari (di concerto con il governo italiano aveva minacciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali tra Italia ed Egitto) le autorità si sono convinte a consegnare il cadavere. Alfano: “Dai risultati dell’autopsia qualcosa di inumano, al-Sisi collabori” “E’ stato un pugno allo stomaco e il fiato non è ancora tornato del tutto”. Angelino Alfano parla del barbaro omicidio di Giulio Regeni nell’ intervista su SkyTg24, e confessa che “dover vedere i primi esiti dell’autopsia ci ha messo di fronte a una violenza inaccettabile, qualcosa di inumano, di animalesco”. Una violenza inaccettabile Il ministro dell’Interno torna a ribadire di essere “convinto che sia nell’interesse pieno di al-Sisi collaborare” e sottolinea che “i nostri sono lì da tre giorni per portare a galla la verità e l’Italia intende battersi per verità e in tempi rapidissimi”. Per i funerali di Stato? “C’è un protocollo al rigurado e decide il presidente del Consiglio, non io ma ritengo che questa sia la morte di un giovane che fa onore all’intera Italia e io un funerale di Stato lo prenderei nella massima serietà, anche se non compete a me decidere”.

Gentiloni: “Verità lontana” “La verità è ancora molto lontana” ha detto ieri il ministro Gentiloni. Il timore dell’Italia è che il Cairo stia preparando una versione di comodo. Venerdì era circolata la notizia dell’arresto di due persone in relazione alla morte di Giulio. Persone poi rilasciate. Il sospetto è che sia stato un tentativo per distogliere l’attenzione dai corpi di sicurezza speciali, di liquidare la questione come un omicidio seguito a una rapina. Il team di investigatori italiani è al Cairo da due giorni, ma sta ancora espletando tutta una serie di preliminari e riunioni per decidere con chi interloquire nonostante sia già abbastanza chiaro che Giulio Regeni è finito nelle mani di una squadra dei servizi di sicurezza che da tempo lo controllavano.

di Redazione Papaboys (Fonti: Ansa / Rainews24)

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