Una giornata “normale”. Così Papa Francesco vivrà, domani, il giorno del suo 80.mo compleanno. Una ricorrenza che viene accompagnata dall’affetto di tantissime persone in tutto il mondo, anche al di là della Chiesa cattolica. Con particolare emozione, poi, il compleanno del Pontefice viene vissuto dai suoi più stretti collaboratori. In questa intervista esclusiva alla Radio Vaticana, realizzata da Alessandro Gisotti, l’arcivescovo Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato rivolge i suoi auguri al Papa e racconta come il Santo Padre vive la sua quotidianità, con sobrietà e attenzione per gli altri:
R. – Esprimere auguri al Papa … devono nascere dal cuore; oltre a quelli formali, di buona salute – glieli auguriamo di cuore, chiaro, la buona salute – io quasi quasi direi l’augurio che mantenga questa gioia che manifesta e che promana continuamente da lui. Io penso che è l’augurio che gli vorrei fare: che con l’andar degli anni, mantenga sempre questo stile gioioso, questa maniera di comunicare alla gente e che aiuta tutti a fare passi avanti nella vita spirituale.
D. – Fin dagli anni in cui era arcivescovo a Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio ha sempre vissuto il suo compleanno con sobrietà, e lo vediamo anche in questa occasione, pensando poi più agli altri che a se stesso. C’è un insegnamento, secondo lei? Ci dà un insegnamento in questo, lo stile del Papa, anche in occasione del suo compleanno?
R. – E’ tutto coerenza. E’ coerenza con il suo stile di vita, e quindi anche celebrare il compleanno, lo sappiamo. Per lui, domani, di straordinario c’è la Messa che celebrerà con i cardinali e poi continua – mi sottolineava l’altro giorno – una “giornata normale”. La lezione che dà a noi tutti è che dobbiamo dare veramente importanza alle cose essenziali della vita e – lasciamolo dire – alle cose essenziali del Vangelo. Non devono esserci occasioni per esaltare – almeno mi pare che questa sia la “lezione” del Papa – noi stessi, noi preti, noi consacrati, ma direi noi cristiani: non devono esserci occasioni per esaltare noi stessi ma dedicarci al servizio del Vangelo, noi siamo strumenti di questo disegno di Dio. Mi pare che venga questo: la sobrietà della vita, diamo importanza alle cose veramente essenziali!
D. – Il Papa compie 80 anni: in tante occasioni ha messo e continua a mettere l’accento sull’importanza del patto tra giovani e anziani. Come spiega che proprio un uomo anziano anagraficamente, come lo è il Santo Padre – forse anziano solo anagraficamente, dovremmo aggiungere – sia così ascoltato e seguito dai giovani, proprio come punto di riferimento?
R. – Eh, questa è una bella domanda! E’ una bella domanda perché ci pone degli interrogativi: come mai il Papa riesce a comunicare con i giovani? Io una risposta me la darei. Anzitutto, è un uomo diretto: sa parlare con i giovani ma sa parlare ai giovani perché comunica ideali. I giovani percepiscono chi comunica solo vaghe, vuote parole e chi invece propone proposte forti nella vita. Lui le propone perché quando parla con i giovani scatta un feeling, un feeling speciale, proprio perché il Papa si rifa al Vangelo e parla di Vangelo, parla di cose essenziali e radicali. Ecco: in questo è un leader, in questo conquista l’ammirazione dei giovani perché – ripeto – vedono in lui un uomo che parla al cuore, ma parla al cuore dando proposte vere, sincere. Mi pare sia così; i giovani sono così: o parli loro in maniera vera, oppure ti lasciano perdere.
D. – Lei ha un rapporto di collaborazione quotidiana con il Santo Padre. Ci sono cose che fanno arrabbiare il Papa, e cosa invece lo rende più gioioso, secondo la sua esperienza? Cosa la colpisce del suo carattere?
R. – Ma … arrabbiare, non lo so … Io l’ho visto poche volte, quasi mai, arrabbiato. Certamente triste, certamente dispiaciuto quando vi sono notizie negative e quando vede certi comportamenti che non sono lineari, soprattutto parlo di persone che dovrebbero dare testimonianza evangelica e non la danno … Queste cose sì, lo rendono triste. Ma ieri, mi pare, lo diceva: “Peccatori, sì, lo siamo tutti”, e lui ha un grande atteggiamento misericordioso davvero verso chi sbaglia se si sente mortificato dallo sbaglio, pentito, ma non tollera i corrotti, dice lui, cioè quelli che veramente con animo malvagio compiono del male o strumentalizzano addirittura – ecco, per noi di Chiesa – strumentalizzano le cose sacre per esaltare se stessi, per raggiungere scopi non proprio nobili e accettabili. Questo sì. Del suo carattere, cosa mi piace? Eh, sono tanti aspetti: lui è molto semplice, e poi sa mettere a proprio agio le persone che lo incontrano; si interessa delle piccole cose; lui sottolinea spesso la tenerezza: è tenero con le persone, basta vedere come sa stare con i bambini … ma con tutte le persone! Se poi sa che uno ha una sofferenza, gli sta vicino, lo cerca o gli telefona … Ecco, insomma, è facile trattare con un Papa così!
D. – Da ultimo, il compleanno del Papa ricorre proprio mentre si avvicina il Natale del Signore. Qual è il regalo che pensa gli sarebbe più gradito, in questo tempo forte dell’anno, peraltro pochi giorni dopo la fine del Giubileo della misericordia?
R. – Penso che il più bel regalo sarebbe sapere che i vari focolai di guerra si spengano, magari; ed è un dono che dobbiamo chiedere per il Natale. E poi, un altro regalo è che i cristiani si impegnino a dar vita – come ha detto qualcuno – “all’epoca della Misericordia”, quindi che l’Anno della Misericordia non si riduca a una semplice parentesi ma sia lo slancio per un nuovo stile di vita personale e anche ecclesiale. E poi, l’altro regalo, che potrebbe essere? Ma … forse, vederci un po’ più gioiosi tutti, attorno a lui, di ricevere questo messaggio della gioia, di essere portatori di gioia!
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)